Essere fumettista. Intervista a Giulio De Vita

Parola a Giulio De Vita, classe 1971, oggi comic book artist alla Walt Disney Company Italia. Ha iniziato come disegnatore nella serie di fumetti “Lazarus Ledd” e lavorato per Marvel Comics e Sergio Bonelli Editore. Ha collaborato con Vasco Rossi, Zucchero, Sting nella realizzazione di storyboard per diversi videoclip. Una lunga carriera, che abbiamo ripercorso in questa intervista.

Quando hai iniziato a interessarti seriamente di fumetti e hai capito che non ne avresti più fatto a meno?
Ho scoperto il fumetto da piccolo. Mi affascinava come delle macchie di china nera potessero dare le stesse emozioni e raccontare storie, immergendosi in atmosfere in molti casi migliori di alcune inquadrature cinematografiche. A scuola ero quello che faceva disegni sui banchi, sui diari dei compagni e alla lavagna durante la ricreazione, e questa spiccata propensione ‒ che poi ho capito essere una vocazione ‒ è sempre stata chiara anche agli insegnanti.

Di cosa si occupa principalmente un comic book artist?
Un comic book artist si occupa di raccontare storie attraverso il disegno. Questa disciplina, all’apparenza semplice, richiede una grande quantità di competenze, che vanno oltre il semplice saper disegnare, che già di per sé non è affatto scontato. Per disegnare un fumetto devi saper disegnare tutto, avere competenze di anatomia, architettura, prospettiva, moda, teoria delle ombre e dei colori, ma anche di recitazione, regia, fotografia, fisiognomica, psicologia; tutto questo non solo per realizzare dei disegni tecnicamente corretti, ma perché questi possano “vivere”. Infine, cosa che non è per nulla evidente, nemmeno ad artisti di altri campi del disegno, il fumettista deve essere in grado di ripetere il proprio gesto artistico, riproducendo gli stessi personaggi in infinite posizioni, espressioni e dimensioni, mantenendone costante la riconoscibilità, lo stile e la qualità di esecuzione.

Come “funziona” il lavoro tra sceneggiatore e disegnatore?
Essendo una professione artistica, seppur in un contesto commerciale, i rapporti tra i creativi del fumetto, come quello tra sceneggiatore e disegnatore, variano in base alle personalità di ognuno. Per quanto mi riguarda, concepisco il ruolo degli autori come un matrimonio per far nascere una storia a fumetti che è il loro figlio. Il papà mette il seme con la storia, ma è il disegnatore che fa la fatica più grande. Come una mamma, lo porta in grembo per tanto tempo, lo cura in ogni dettaglio e lo “sforna” fisicamente, facendolo nascere. Per questa ragione, ritengo che entrambi gli autori debbano essere al servizio della storia; lo sceneggiatore deve assecondare le esigenze del disegnatore, non semplicemente per seguire i suoi capricci, ma per il bene della loro creatura.
In generale, lo sceneggiatore scrive la storia e la sviscera traducendola in una sceneggiatura, e il disegnatore traduce queste parole dattiloscritte, interpretandole in immagini disegnate, vignette e tavole. Se in questa traduzione emergono dei problemi di incoerenza dei personaggi, della loro “personalità”, sceneggiatore e disegnatore devono trovare insieme (a volte partecipa anche l’editor) la soluzione a questi problemi.

Vittorio Centrone & Giulio De Vita Lemuri. Il visionario (Edizioni L'Omino Rosso, Pordenone 2011)

Vittorio Centrone & Giulio De Vita Lemuri. Il visionario (Edizioni L’Omino Rosso, Pordenone 2011)

Il tuo personaggio preferito di sempre?
Il mio preferito è Lemuri il Visionario, un musicista alla continua ricerca di ispirazione. Questa ricerca è andata oltre la realtà e prosegue attraverso avventure straordinarie, in dimensioni parallele.

Hai una ritualità nel disegnare?
Non in questo senso, ma ho una certa routine che però varia molto a seconda dei periodi. Sono uno a cui piace essere alla continua ricerca di novità, sia per quanto riguarda le abitudini giornaliere, sia per le tecniche di lavoro.

La creatività per te in tre aggettivi.
Curiosità, ricerca, leggerezza.

Tecnologie digitali nel disegno vs. tecniche tradizionali: che ne pensi? Come trovi un connubio tra le due?
Ho sempre esplorato il mondo della tecnologia come uno strumento da cui trarre ispirazione e opportunità, con lo scopo di valorizzare il lavoro tradizionale. Ritengo che a lungo andare il lavoro in digitale tout court non sia premiante perché non ti permette di avere un’opera originale, reale. Questo credo sia limitante per chi, come me, crede che il fumetto vada riconosciuto come arte e quindi conservata ed esposta nei musei. Ritengo, invece, che usare la tecnologia per velocizzare alcuni processi sia ineludibile.
A questo proposito mi sembra rappresentativo ricordare l’invenzione che ho brevettato: iLapis. Permette di usare una qualsiasi normale matita di grafite per disegnare e scrivere sui tablet.

Qualcuno ha scritto che il fumetto è un divertimento per eterni adolescenti. Sei d’accordo?
Penso sia un magnifico complimento. Chi può pensare che sia negativo mantenere vivo il bambino che c’è in ognuno di noi? Solamente chi vuole uccidere la fantasia, la creatività. Chi vuole controllare l’immaginario collettivo, chi vuole impedire che la gente possa sognare. È esattamente ciò che combatte il mio Lemuri…

Il tuo momento (o i tuoi momenti) della giornata in cui ti senti più ispirato per disegnare.
La mattina, quando, appena tornato dai miei viaggi onirici, non vedo l’ora di fissarli sulla carta.

Che cosa ti fa sorridere?
La sincerità limpida dei bambini in contrasto con l’ipocrisia degli adulti.

Al luna park: montagne russe o ruota panoramica?
Ruota panoramica.

883 - La Donna, il Sogno & il Grande Incubo (1994). La copertina del disco disegnata da Giulio De Vita

883 – La Donna, il Sogno & il Grande Incubo (1994). La copertina del disco disegnata da Giulio De Vita

I tuoi maestri, i tuoi punti di riferimento (se ce ne sono).
Tra i cineasti Alfred Hitchcock e Orson Welles, tra i fumettisti Moebius e tanti altri.

Meglio calmi o in agitazione per comporre un’opera?
Calmi.

“Partorire idee”: è solo un’espressione realistica o c’è davvero un parallelismo? 
È esattamente la metafora che ho pensato per la domanda precedente!

Come funziona per te il processo creativo? Sei istintivo o meticoloso?
Lavoro da quando avevo 16 anni e nei miei ormai trent’anni di carriera ho sempre amato e imparato a mantenere viva la creatività durante la lunga esecuzione del lavoro. Pianificare e organizzare tutto fa sì che la creatività sia relegata nella prima fase del lavoro. In questo modo l’energia creativa iniziale si disperde nelle varie fasi di lavorazione. Ho imparato a distribuire questa energia, in modo tale da permettermi di avere un colpo di genio anche nelle fasi finali del lavoro.

Progetti per il futuro?
Sto portando a compimento un grandissimo e importante progetto di valorizzazione del fumetto, il PAFF! Il Palazzo delle Arti del Fumetto. Un museo innovativo polifunzionale di respiro internazionale, che usa il fumetto come passe-partout interdisciplinare per riconcepire la fruizione dello spazio di cultura. Lo apriremo in ottobre a Pordenone, all’interno dei magnifici spazi di Villa Galvani, una villa dell’Ottocento recentemente ristrutturata e ampliata con una struttura adiacente ultramoderna e attrezzatissima, immersa nel verde di un parco pubblico a due passi dal centro storico. In questo luogo organizzeremo mostre, eventi, formazione e didattica creando cultura, divertimento e lavoro.

Alessia Tommasini

www.paff.it

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Alessia Tommasini

Alessia Tommasini

Sono veneta di nascita, ho abitato per anni a Roma e ora a Firenze. Mi sono laureata in Filosofia a Padova e subito ho cominciato a muovere le mie prime esperienze nel campo della creatività e dell'arte, formandomi come editor,…

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