Fantagraphic. Parola agli organizzatori del Treviso Comic Book Festival
Torna il TCBF, tra i festival più amati dagli appassionati di fumetto e illustrazione italiani. A una settimana dall'evento – il festival avrà luogo a Treviso dal 27 al 30 settembre ‒ abbiamo incontrato gli organizzatori, Alberto Polita e Nicola Ferrarese. Una chiacchierata per farci anticipare i momenti imperdibili di questa edizione.
Quali sono le sfide principali nell’organizzazione di un evento così articolato come il Treviso Comic Book Festival?
Il TCBF è nato provando a proporre un’idea di festival che non fosse la classica fiera, ma qualcosa che potesse interessare un pubblico trasversale, magari abituato a frequentare concerti, mostre, librerie, per espandere il target tipico degli eventi fumettistici, che hanno già una grossa fetta di utenti. Ecco perché abbiamo, negli anni, portato il fumetto fuori dai suoi luoghi canonici e proposto mostre in musei, gallerie, locali pubblici contaminandolo con altre forme espressive come l’illustrazione, l’arte contemporanea, la calligrafia, il design, la musica.
Siete giunti alla 15esima edizione e all’inizio di quest’anno avete avuto una battuta d’arresto per la scomparsa del fondatore e presidente Massimo Bragaggia, anima del TCBF. Come avete affrontato la realizzazione di questa edizione con le nuove figure in carica?
A inizio febbraio, dopo la prematura scomparsa del presidente e fondatore Massimo Bragaggia, colui che quindici anni fa aveva deciso di far ripartire un evento di fumetto a Treviso, città storicamente sensibile per la lunga storia di iniziative precedenti, ci siamo fermati. Abbiamo riflettuto e abbiamo deciso che Massimo avrebbe voluto che continuassimo, e così abbiamo fatto.
Rimboccandoci le maniche, abbiamo messo in piedi la nuova edizione, dando continuità all’operato di Bragaggia eleggendo a presidente Stefano Cendron, il membro di più lunga data dell’associazione, una colonna portante che con grande entusiasmo ha ripreso in mano le redini e rilanciato tutto. A Massimo dedicheremo un’iniziativa speciale, vareremo la Biblioteca Massimo Bragaggia, regalando ogni anno a una scuola dei libri per ragazzi e facendo nascere una piccola biblioteca Bragaggia ogni anno.
Come si legge dal vostro sito: “Due anime contraddistinguono il Treviso Comic Book Festival: da un lato il programma artistico, composto da mostre, incontri ed eventi, dall’altro l’abituale mostra mercato che quest’anno ha trovato una nuova sede”. Ci potete raccontare di più sulla nuova sede e sul tipo di esperienza che si troverà a vivere il visitatore?
È stato difficile trovare una nuova sede che rispecchiasse le nostre caratteristiche, cioè quella di essere un luogo in centro storico che potesse valorizzare editori, autoproduzioni, negozianti e far vivere ai visitatori un posto dove si sta bene, inserito in un contesto urbano a misura d’uomo. Così è saltata fuori, grazie alla concessione di Fondazione Cassamarca, la nuova sede: un palazzo rinascimentale ora completamente vuoto. Sarà una mostra mercato a livelli, distribuita su tre piani, aperta sulla piazza Santa Maria Maggiore davanti a una delle più belle chiese di Treviso. Insomma, anche quest’anno faremo scoprire a trevigiani e visitatori un luogo nuovo.
Le fiere dei comics sono sempre più diffuse e numerose. Quali sono i tratti distintivi di questa edizione del Treviso Comic Book Festival?
Innanzitutto, come ci piace ribadire, siamo un festival e non una fiera. Non si tratta di una differenza snobistica, ma di una vera e propria scelta: il TCBF non è un evento chiuso in un solo luogo, ma è un vero e proprio festival diffuso in quindici location con mostre, incontri con gli autori, inaugurazioni, workshop e ovviamente grande spazio agli autori e alle case editrici; sono oltre 250 i fumettisti e gli illustratori che saranno presenti nei giorni del TCBF. Siamo un festival culturale che fa vivere tutta la città e valorizza gli autori, attirando un pubblico variegato, ma attento e curioso.
Avete in programma nomi di grande respiro nazionale e internazionale: quali sono i momenti imperdibili di questa edizione?
Partiamo da Laura Callaghan, l’illustratrice londinese che ha realizzato l’immagine del manifesto: è la miglior rappresentatrice dell’immaginario femminile contemporaneo esistente, immagini massimaliste ricche di colori sgargianti: la sua mostra sarà veramente un unicum a livello italiano.
Abbiamo poi in programma una grande mostra dal titolo 30 anni di cartoni e fumetti in tv, sicuramente la mostra portante del TCBF18. Ci sarà poi una mostra sull’arte di Franco Matticchio curata da Giovanna Durì, forse la più grande mai dedicata allo storico autore di tante storie a fumetti e tante copertine di magazine come il New Yorker. Degna di nota è la mostra che vedrà otto illustrazioni di Riccardo Guasco entrare al Museo Nazionale Collezione Salce per un interessantissimo dialogo tra l’illustrazione pubblicitaria degli Anni Cinquanta e quella di uno degli illustratori contemporanei più autorevoli del panorama nazionale. Infine, la vera curiosità è Dilraj Mann, autore inglese uscito per Nobrow che ha rappresentato il quartiere di Dalston con grande originalità.
Parli di Laura Callaghan, l’illustratrice che ha realizzato il manifesto di questa edizione: quali sono gli elementi che avete considerato per questa scelta?
Restare ancorati al contemporaneo e proporre un’autrice capace di folgorare tutti con la propria arte. Quello che volevamo rappresentare è la realtà delle giovani donne europee, internazionali, contemporanee, libere e appassionate, indipendenti. Insomma, uno spaccato di contemporaneità che guarda al futuro, in un contesto mondiale dove tutto sembra tornare indietro.
Come stanno cambiando, secondo voi, i gusti delle persone che visitano un festival come il vostro?
Quando abbiamo iniziato era una scommessa. Adesso i visitatori hanno capito qual è la nostra proposta e sanno a cosa vanno incontro. Vengono alle inaugurazioni, comprano le graphic novel in mostra mercato, seguono gli eventi. Il pubblico del TCBF va di pari passo con la crescita del pubblico dei festival culturali, principalmente quelli musicali, ma anche letterari e artistici. Questo perché il pubblico ha capito che il fumetto non è più una cosa relegata a una determinata nicchia, ma è capace di affrontare il quotidiano e la realtà con grandi mezzi espressivi.
Gli obiettivi che vi ponete per questa edizione e i progetti per il futuro.
Dopo questo anno difficile, vogliamo consolidare la nostra formula e valorizzare la grandissima squadra che tiene in piedi il TCBF, oltre 110 persone tra direttivo, autori, volontari che si prodigano per portare ogni anno un evento internazionale di fumetto a Treviso. Sicuramente lavoreremo per sensibilizzare la città di Treviso sulla necessità di un centro culturale, l’equivalente di un Candiani a Mestre o un San Gaetano a Padova, che attualmente a Treviso non c’è. E poi il nostro motto: continuare a crescere nella qualità dell’offerta. Sia delle mostre sia degli eventi sia dell’intrattenimento.
‒ Alessia Tommasini
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