È morto a Los Angeles, all’età di 95 anni, Stan Lee. La sua pagina ufficiale su Facebook reca su fondo nero la scritta Excelsior! e le date di nascita e morte (1922 – 2018). The Man, il Sorridente, come amava autodefinirsi nelle tante apparizioni caricaturali che dedicava a se stesso nei fumetti Marvel. È stato colui che, insieme a fumettisti con Steve Dikto o Jack Kirby, è stato in grado di creare un nuovo filone narrativo nei comics americani: quello dei supereroi con super problemi. Non più tipi perfetti tosti muscolosi e inappuntabili, ma ragazzi americani alle prese con le figure genitoriali, l’amore, la disoccupazione (o il lavoro, lo studio etc): gente normale che conquista fin dalle prime apparizioni il pubblico. Nato Stanley Martin Lieber diventa Stan Lee nel 1941. Il suo primo lavoro per la Timely Comics, poi diventata Marvel Comics, è quello di addetto alle copie. Ben presto ne diventa Editor in chief. Con Kirby inventa nel 1961 i Fantastici Quattro, la famiglia con super poteri formata da Reed Richards, Susan & Johnny Storm e Ben Grimm, aka la Cosa. Negli anni successivi nascono sempre con Kirby e Ditko Thor, Iron Man, i mutanti X Man, Devil, e naturalmente l’Uomo Ragno, nel 1962. È il personaggio di Peter Parker alias Spiderman a conquistare maggiormente il pubblico: oggi Peter ma anche tutti gli altri personaggi dell’universo Marvel prima elencati sono protagonisti di serie tv, film e ancora tante tante strisce a fumetti, che di volta in volta reinventano nuovi universi, ritorni, nemici e crossover tra una serie e l’altra. Sono tante le “vite” di Lee, che ha anche scritto un romanzo di fantascienza, The Alien Factor, ed ha condotto un programma televisivo Stan Lee’s Superhumans trasmesso in Italia su Sky.
LE PAROLE DI STAN LEE
La figura esuberante di Stan Lee comparirà per passione e per vezzo in tutte le produzioni dedicate ai suoi eroi: è già cliccatissimo infatti il video postato dal canale YouTube Superheroes Evolution che mostra tutti i cameo del grande Stan. Tra questi anche le apparizioni in show e serie tv come The Big Bang Theory, dove interpreta se stesso. “Pensavo che quello che ho fatto non fosse poi così importante“, ha dichiarato Stan Lee in un’intervista di pochi anni fa al Chicago Tribune. “Ci sono persone che costruiscono ponti e conducono ricerche mediche, mentre io raccontavo storie di personaggi inventati che compiono gesta folli e straordinarie, indossando dei costumi. Ma suppongo di aver capito che l’intrattenimento non si può ignorare facilmente.” Non solo, The Man ha creato una nuova narrazione, che si identifica e allo stesso tempo cortocircuita il sogno americano: quella che vede tutti gli uomini come possibili supereroi e tutti i supereroi come possibili uomini.
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