Crepax e Valentina. A Bassano del Grappa
Alter ego del suo disegnatore, Guido Crepax, personificazione e allo stesso tempo modello di femminilità per la moglie Luisa, presenza quotidiana per i figli. E poi icona erotica per i lettori maschi ed emblema di emancipazione per le donne: Valentina era, ed è ancora oggi, tutto questo: la mostra di Bassano del Grappa a lei intitolata svela non solo la protagonista del fumetto, ma anche il suo creatore.
Erano affascinati dalle battaglie storiche, Guido e il piccolo Antonio: e visto che la creatività in famiglia non mancava, le ricostruivano soldatino per soldatino, compresa la scenografia su cui giocarci. In una delle vetrine della mostra allestita presso i musei civici di Bassano del Grappa è stata riproposta una di queste battaglie: forse l’opera più intima, che più rappresenta la straordinaria vita quotidiana della famiglia Crepax.
Ancora oggi l’Archivio Crepax conserva, oltre alle tavole dei fumetti, le tante figurine realizzate da padre e figli, e non solo: vi sono le copertine dei dischi disegnati da un giovane Guido Crepax – laureato in Architettura ma poco intenzionato a diventare architetto –, poi i primi lavori per quel settore pubblicitario che lasciò un forte segno nella sua linea pulita, nelle forme eleganti, nella composizione delle tavole (ma non si dimentichi il cinema, fonte primaria per l’immaginazione di Crepax), le copertine per i libri e le illustrazioni. Vi sono anche le fotografie, i vecchi giornalini, le testimonianze d’esordio – in mostra sono esposti alcuni album a fumetti ispirati a film horror degli Anni Quaranta – di un’attitudine a raccontare storie per immagini che accompagnò il disegnatore fin da quando era un bambino.
QUASI COME UNA STORIA D’AMORE
Il percorso bassanese si articola su un doppio binario, corrispondente ai due protagonisti di una vicenda che non si è ancora esaurita: Guido Crepax e Valentina Rosselli, l’icona sexy scaturita dalla sua immaginazione prendendo l’iniziale spunto dalla celebre attrice Louise Brooks, ma che poi si è avvicinata sempre più a Luisa, la moglie dell’artista, fino quasi a fondersi e a confondersi. Di donne “di carta” Crepax ne ha create tante – e qua e là fanno capolino tra sagome e gigantografie usate nel vivace allestimento –, ma Valentina è sempre stata una presenza costante nella vita di Guido: hanno vissuto insieme avventure erotiche sofisticate, oniriche, mondane, si potrebbe quasi dire che hanno letto insieme gli stessi libri, visitato le stesse mostre, partecipato agli stessi eventi sociali e politici a partire da quel lontano 1965, quando la bella protagonista fece la sua prima comparsa su Linus. Una comparsa secondaria, perché quella storia doveva proseguire con le avventure del supereroe Phil Rembrandt, ma inaspettatamente per Valentina è scattato il colpo di fulmine e da allora è diventata lo splendido personaggio che tutti conoscono.
I COLORI DI VALENTINA
Quanto allo stile, “uscito dai rigidi confini della sintesi pubblicitaria, il suo disegno si trasforma in un incredibile, caotico supermercato stilistico, sui cui scaffali troviamo affiancati con grande disinvoltura segni espressionisti e liberty, architettura barocca e Le Corbusier, affreschi rinascimentali e composizioni op, arredamenti di Domus e cattedrali gotiche”, ha scritto Corrado Farina. Tanto che gli appassionati di arte, design, architettura e moda si divertono a rintracciare nelle strisce i modelli presi dalla realtà e sempre rielaborati dal disegnatore a seconda delle esigenze del fumetto e delle storie raccontate. Uno stile rigorosamente in bianco e nero, ben documentato in mostra da circa cinquanta tavole originali, che però di recente ha letteralmente “preso colore” grazie a una attenta riedizione di una selezione di fumetti di Valentina a opera dei figli Caterina, Antonio, e Giacomo: i risultati sono esposti al secondo piano della mostra, insieme a video originali e alla musica – quasi sempre jazz – che accompagnava il lavoro di Crepax.
‒ Marta Santacatterina
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