Otto. Il fumetto di Marc-Antoine Mathieu

Un intrigante racconto concettuale di Marc-Antoine Mathieu si snoda all'interno di un libro orizzontale. Orizzontale come l'8 quando, palindromo, rappresenta il serpente che si divora la coda e il tempo che si riallaccia su sé stesso.

Una raffinata e pregevole edizione cartonata racchiude un libro molto particolare, scritto e disegnato da Marc-Antoine Mathieu, un pluripremiato artista-scenografo-filosofo francese che nelle sue opere non ha mai smesso di sperimentare sulle forme del linguaggio visivo, non meno che sui contenuti che esso può (e deve?) veicolare. La lettura di ogni sua opera diventa così una riflessione d’artista sui significati dell’arte e sulla figura e sul compito dell’artista.
La storia di Otto è quella di “un uomo che era il suo stesso enigma, e che volle risolverlo”, un artista geniale e affermato che da anni approfondisce con le sue performance quel che la critica ha definito “la metafisica del doppio”. La narrazione prende le mosse nel Museo Guggenheim di Bilbao, dove, giunto al culmine di una carriera performativa che si è incentrata su concetti quali “L’eco-specchio”, “Il reale-ideale”, “La psicopsiche”, Otto si riconosce in fondo a un vicolo cieco, in piena crisi artistica ed esistenziale. La svolta avviene alla morte dei suoi genitori, quando il ritrovamento di un baule contenente una sorprendente documentazione dettagliata in tempo reale della sua infanzia diventa per l’artista svuotato una inattesa “eredità di sé stesso”, che lo porta a una rivisitazione e ricostruzione ossessiva dei suoi primi sette anni di vita.

INFANZIA E RICORDI

Ed è così che Otto si rimette allo specchio, ma stavolta davanti al suo Io bambino, ai primordi della sua esistenza. Stabilitosi in incognito in un grande loft alla periferia di una città fuori mano, prende a consultare con rigore i documenti sonori e visivi che ricostruiscono nei minimi particolari le sue giornate, andando a ritroso dalla fine del suo settimo anno di età su, su, sino a tornare sempre più piccolo, tra ricordi e non-ricordi, addirittura risalendo i nove mesi della sua gestazione. In parallelo, all’interno del loft, si dedica alla costruzione di una installazione che negli anni cresce conglobando una nuova sua metodica e sterminata documentazione, che nasce da quella precedente e che si allarga a dismisura, diventando letteralmente l’opera della sua vita.

Marc Antoine Mathieu – OTTO. L'uomo riscritto (Coconino Press Fandango, Roma 2019)

Marc Antoine Mathieu – OTTO. L’uomo riscritto (Coconino Press Fandango, Roma 2019)

ZOOM SUL REALE

La narrazione procede inesorabile verso la sua conclusione con un ritmo calibratissimo, che, giocando sul concetto paradossale dell’anello di Möbius, esplicita riflessioni non banali sul libero arbitrio e in ultima analisi sull’essenza del reale. La lettura risulta infine estremamente stimolante, non solo sul piano speculativo ma anche dal punto di vista estetico. Spiega difatti l’autore stesso: “Ho scelto di mettere a confronto immagini mute e testi senza immagini. Utilizzo, come nella maggior parte dei miei libri, il concetto di zoom, che sospinge la lettura in profondità rompendone la linearità. E posso anche creare delle parentesi verticali all’interno di uno svolgimento orizzontale”.
È questo solo il primo dei numerosi libri di Mathieu tradotto in italiano, una preziosa occasione per scoprire un autore di cui si vuole leggere altro ancora, possibilmente presto.

Ferruccio Giromini

Marc-Antoine Mathieu – OTTO. L’uomo riscritto
Coconino Press-Fandango, Roma 2019
Pagg. 88, € 20
ISBN 9788876184000
www.fandangoeditore.it

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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