Fantagraphic. Brat, i tanti problemi di una star della delinquenza giovanile
Quando una star non brilla più come prima, quando non più giovanissima vorrebbe restare tale, quando le sue provocazioni cominciano a sembrare vuote, quando i rapporti con i fan non sono più esaltanti. Il graphic novel “Brat” racconta tutto questo.
Miss D è una vera peste. Simbolo ed eroina dei giovani delinquenti di tutto il mondo, il suo status pubblico ha raggiunto un punto di non ritorno e lei è in crisi nera: “Chissà, forse è da troppo tempo che lo faccio. Ho 33 anni, non sono più così ‘giovane’… Ma ormai questa definizione ce l’ho addosso”. Il fatto è che era diventata famosa e ammirata ovunque, vera figura di culto, per le sue azioni sconsiderate e provocatorie, improntate a pura cattiveria senza cause apparenti; però “originariamente le mie azioni erano motivate da azioni politiche, ma forse la cosa mi è un po’ sfuggita di mano… La stampa si è trovata da tempo individui più giovani e interessanti di cui occuparsi… La mia presenza ha ragioni puramente nostalgiche… Dio santo, spero di non diventare una di quelle celebrità bollite che non si rendono conto di essere solo il bersaglio di prese per il culo”.
È questo il punto di partenza dell’autoanalisi – un po’ razionale e un po’ no – di questa star della cattiveria, figura pubblica che ora sente franare il terreno sotto il red carpet che si è abituata a calpestare.
LA CRISI DI UNA STAR
Ora, da sola, fa i capricci disperata. Ora, in pubblico, rilascia pisciate su uno sgabello e cagate su un pavimento. Ora dà fuoco a un’auto della polizia (ma l’agente, che si confessa da sempre un suo grande fan, non vuole interrompere la sua apprezzabile “installazione”). Ora si sbronza totalmente durante un’intervista per Vanity Fair: “Spero che chiunque mi abbia messo in dubbio adesso si senta un pezzente. Nessuno credeva che potessi essere così sfrontata! Guardatemi! Sono sempre io, ma più grossa, più ubriaca e più arrapata. Matta come un cavallo, ribollo sottopelle tutto il tempo”.
Vita dura: difficile riuscire a mantenere la propria posizione di preminenza, tanto nei confronti del pubblico quanto di sé stessa. Ma intanto si fa intrigante il confronto con una giovane stagista di belle speranze, assunta (si fa per dire, è gratis) dopo che quella le confessa che le sue performance delinquenziali preferite sono dovute proprio a lei: “Quella volta in cui lei ha mostrato i numeri di telefono dei figli del Presidente al Saturday Night Live. E quando lei e Living Funk vi siete alleati per avvelenare i cani di New York”.
LA DITTATURA DEI MEDIA
E così via. La coloratissima e coloritissima narrazione si fa spessa come in un vero romanzo, fondandosi su una analisi della società contemporanea basata sul culto cieco della giovinezza e sulla dittatura dei social media, ma anche sulla banalizzazione della provocazione fine a sé stessa e sulla caducità della fama. Tanto che in definitiva non si sa se ridere o inorridire.
L’autore, il canadese di Toronto Michael DeForge, veste i suoi contenuti con una grafica decisamente spiazzante, in apparenza semplice ma in realtà molto studiata, che si avvale di un appiattimento totale, anche quando si sciorinano finte prospettive ortogonali assonometriche, e colori rigorosamente à plat e in perenne contrasto (anche in questo caso a suggerire una apparente facilità di lettura per forme che viceversa, deformi, richiedono un minimo di applicazione per rendersi conoscibili e riconoscibili). L’originalità del prodotto è indiscutibile; la sua godibilità non è per tutti, ma se ci riesci godi eccome.
– Ferruccio Giromini
Michael DeForge – Brat
Eris Edizioni, Torino 2019
Pagg. 168, € 19
ISBN 978898644841
www.erisedizioni.org
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