Fantagraphic. La (vera) Libia di Francesca Mannocchi e Gianluca Costantini
La vera storia della Libia è fatta di aspettative disattese, rivoluzioni fallite e un’economia al collasso, in opposizione alla cornice degli “scafisti” e dei clandestini. Un recente reportage a fumetti di Francesca Mannocchi e Gianluca Costantini fa luce sulla questione libica, ricostruendone le origini e mostrandone tutti gli aspetti.
Tra i vari generi di fumetto non di finzione, il graphic journalism è una delle forme più interessanti, e viene utilizzato da diversi fumettisti italiani e stranieri per raccontare la realtà attraverso le immagini, creando dei reportage che invitano a riflettere e a guardare oltre i classici frame dei sistemi dell’informazione.
Libia, uscito alla fine dell’anno per Mondadori nella collana Oscar Ink, è una delle opere più argute del 2019 nel suo genere, soprattutto perché realizzata da due autori che hanno scelto modi e luoghi scomodi per cercare la verità. Francesca Mannocchi, giornalista freelance di grande bravura ed esperienza, ha realizzato reportage, oltre che in Libia, anche in Iraq, Libano, Siria, Tunisia, Egitto, Afghanistan e Yemen. Gianluca Costantini, artista e attivista che qui porge letteralmente la sua mano alla realizzazione del volume, è egli stesso un giornalista a tutto tondo con molti reportage all’attivo (alcuni dei quali raccolti nel libro Fedele alla linea).
LA VERITÀ SULLA LIBIA
In Italia la questione libica è argomento dibattuto da più parti, ma da destra a sinistra c’è la scelta abbastanza chiara di non dare profondità storica alla situazione attuale nel Paese, diventato meta di moltissimi africani costretti ad abbandonare le proprie terre in cerca di un futuro migliore. Per capire la Libia bisogna tornare indietro alla Primavera Araba e, ancora prima, al regime di Mu’ammar Gheddafi e ai patti sottoscritti proprio con i Paesi occidentali.
Il libro parte dal massacro di Abu Salim (una carneficina avvenuta all’interno di un carcere per oppositori del regime poco prima dello scoppio della rivolta) e passa attraverso interviste, ricerche e ricostruzioni per raccontare cosa stia succedendo all’interno della Libia e quali siano le speranze a molti anni dalla fine della rivoluzione. Anche chi ha contribuito alla liberazione del Paese dalla dittatura è oggi disilluso, afflitto dell’aver accompagnato la Libia nel baratro: un Paese con una moneta che non vale niente, senza acqua e corrente elettrica, dove le prospettive per il futuro sembrano inesistenti e la situazione politica è costantemente appesa a un filo.
All’interno del governo ‒ quello delle Nazioni Unite e delle milizie armate che gestiscono il territorio in modo simil-tribale ‒ non esiste giustizia se non quella del più forte, o quella del denaro. Le carceri libiche, retaggio dei patti sottoscritti da Gheddafi con i Paesi occidentali per arginare gli inarrestabili flussi migratori, sono attualmente quanto di più lesivo dei diritti personali possa esistere; esce solo chi può pagare.
SCAFISTI, TRAFFICANTI E ALTRI LUOGHI COMUNI
Quando si parla di scafisti in Italia si tende spesso a sovrapporre questa figura a quella del trafficante di uomini: all’interno del libro si spiega con chiarezza che gli scafisti altro non sono che migranti un po’ più svegli – o che non hanno abbastanza soldi per pagare il viaggio – a cui viene insegnato a guidare il gommone, dotati esclusivamente di un GPS. Quasi mandati a morire.
Sono i trafficanti di uomini a guadagnare dal business dei migranti, ma non sono gli unici, né quelli che guadagnano di più. Il reportage, infatti, restituisce chiaramente l’immagine di un Paese che ha fatto degli esseri umani la sua principale leva produttiva, in una sorta di catena alimentare che a cascata dà di che vivere a tutti gli strati della società.
I personaggi che l’autrice incontra nel suo percorso rappresentano delle tipologie nella popolazione libica, delle voci che si fanno coro di situazioni comuni. Il lavoro visivo di Gianluca Costantini, insieme alle considerazioni di tipo macropolitico, avvicinano il lettore all’ottimo lavoro d’inchiesta di Francesca Mannocchi, dotandolo di una sensibilità emotiva che è frutto di un utilizzo sapiente della tavola e delle tecniche, ma anche di una vita spesa al fianco degli ultimi e in prima linea per la verità.
‒ Simona Di Rosa
Gianluca Costantini & Francesca Mannocchi – Libia
Mondadori, Milano 2019
Pagg. 144, € 18
ISBN 9788804705536
www.oscarmondadori.it
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