Izumi Matsumoto aveva fatto provare a milioni di lettori il sapore agrodolce dell’adolescenza e reso quell’età degna di essere vissuta grazie a tutti gli “effetti speciali” di cui era dotato il suo più famoso fumetto: Kimagure Orange Road, in Italia diventato di culto – fra mille polemiche e censure – grazie alla serie animata È quasi magia Johnny. Uno di questi effetti speciali, uno strabordante inno alla sensualità e al romanticismo, era rappresentato da Madoka Ayukawa, la ragazzina di cui si innamora Kyōsuke Kasuga, il protagonista dotato di poteri telecinetici: un’adolescente “rock” e dall’animo indomito che ha tenuto in scacco il cuore dei lettori per almeno trent’anni. Il mangaka Izumi Matsumoto aveva infatti creato Kimagure Orange Road nel 1984 da accanito lettore di shōnen (i fumetti per ragazzi), sebbene si fosse a un certo punto arreso alle piacevolezze della controparte femminile, ovvero gli shōjo manga. Questa combinazione di generi sarà però fruttuosa per farsi largo nell’impervio mondo dei manga giungendo alla corte del settimanale Weekly Shōnen Jump, un simulacro tutto azione e divertimento, proprio con una storia d’amore che sarebbe proseguita su quelle pagine fino al 1987 facendo di lui un autore immensamente popolare.
LA VITA DI IZUMI MATSUMOTO
Izumi Matsumoto se n’è andato lo scorso 6 ottobre dopo una lunga malattia, di cui aveva peraltro informato i fan, lasciando vacante quel posto unico e speciale che egli stesso si era costruito grazie alle avventure di Kyōsuke, l’eterno indeciso tra la bella compagna di classe Madoka e la di lei amica Hikaru Hiyama. Dopo il diploma, Matsumoto – il cui vero nome era Kazuya Terashima – se n’era andato a Tokyo con un sogno da musicista, salvo poi ripiegare su una scuola professionale di design. In quel periodo, e siamo intorno al 1980, lui e un amico di liceo si cimentano con un fumetto che spediscono in giro agli editori. Non usano il loro vero nome, ma cercano un alias convincente per sfondare nel professionismo. “Izumi Matsumoto” nasce dall’unione dei nomi di alcuni loro beniamini dei fumetti. Quando l’amico di liceo sceglie altra professione, Matsumoto resta solo soletto sulla barricata. Rifiuta un posto da assistente di Tatsuya Hirata su “Shōnen Magazine” perché vuole emergere con le proprie forze, mentre le altre case editrici continuano a chiudergli la porta in faccia nonostante la spettacolare bellezza dei suoi disegni. Dalla sua parte inaspettatamente si mette Toshimasa Takahashi, il potente direttore editoriale di “Shōnen Jump”, che gli dà fiducia e all’inizio pretende da lui il genere di storie tanto di moda all’inizio degli anni Ottanta. E cioè fumetti divertenti con belle ragazzine, manga buffi con azione e gag, magari un pizzico di fantascienza sullo stile di Stop!! Hibari-kun di Hisashi Eguchi. Ed è così che nel 1982 debutta ufficialmente con Milk Report.
UN INNOVATORE GARBATO
Alla fine, Matsumoto, non è mai stato solo sulla barricata. Il tipo di storie romantiche che aveva imparato a disegnare grazie ai consigli di Takahashi, e quei suoi personaggi femminili trascinanti che sapevano esattamente cosa volere dalla vita (lo spunto gli arrivò dai manga di Fusako Kuramochi, dove teppistelli si innamoravano di brave ragazze), diventeranno l’ABC di altri celebri disegnatori. Come Masakazu Katsura e Taku Chiba, nei fumetti dei quali romanticismo e divertimento andranno spesso a braccetto. Matsumoto è stato dunque un innovatore garbato, non indifferente alla malizia. Un autore capace di modificare il coefficiente caratteriale delle sue protagoniste, facendole diventare un modello da seguire e ammirare. Non a caso Madoka Ayukawa l’aveva collocata al vertice della sua arte, rubando qualcosa alle attrici Akina Nakamori e Phoebe Cates: ovvero il diavolo e l’acqua santa. Con l’intramontabile Kimagure Orange Road al suo fianco, Matsumoto ha assorbito ogni grammo della giovinezza e l’ha donata ai suoi lettori, celebrando la più romantica delle stagioni: l’estate. Il mondo dei fumetti giapponesi non sarà più lo stesso senza di lui. Come se la parte più pura e nobile, compresi molti dei suoi effetti “speciali”, fossero volati via, assieme al grande disegnatore.
-Mario A. Rumor
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