L’incredibile storia della bomba atomica raccontata in un fumetto
Il 6 agosto 1945 una bomba atomica sganciata sopra Hiroshima cancella la vita di 70mila persone. Tre giorni più tardi sarà la volta di Nagasaki. È la fine della guerra, e l’inizio di una nuova e pericolosa pagina della storia dell’umanità. Un bellissimo fumetto francese ci racconta come ha avuto inizio la storia della bomba atomica.
“In principio non c’era nulla. Ma in quel nulla c’era già tutto!”. Comincia così La bomba, graphic novel di Didier Alcante, Laurent-Frédéric Bollée e Denis Rodier edito da L’ippocampo, cui è difficile trovare un accomodante aggettivo a fargli da scorta. Inizia nell’oscurità più nera e si fonde nella luce accecante della bomba sganciata su Hiroshima e Nagasaki. Perché questo fumetto – potente, doloroso e agghiacciante – è una sorta di mémoir dietro la concezione, la fabbricazione e l’esplosione della prima arma di distruzione di massa.
Sono serviti cinque anni di intenso lavoro ai tre autori per realizzare un’opera lunga 472 pagine, che si chiude con un monito indelebile impresso sulla pietra. Un monito che ci riguarda tutti, da quel fatidico giorno di agosto del 1945, come se l’umanità sapesse ormai di vivere in bilico su un pericoloso precipizio. La bomba, notevole successo di vendite in Francia, si congeda inoltre grazie a una ricca postfazione che riporta la testimonianza degli autori su come è nato questo sontuoso e impegnativo volume. Ed è confortante ritrovare tra le indicazioni bibliografiche in calce due fumetti, Gen di Hiroshima di Kenji Nakazawa e In questo angolo di mondo di Fumiyo Kouno, che arrivano da una tradizione fumettistica differente ma parte integrante di uno stesso dramma.
UN FUMETTO SULLA BOMBA ATOMICA
Sarà soprattutto per il fatto che ne La bomba riaffiorano dal passato decine di personaggi e decine di luoghi autentici, da ogni angolo del mondo, che tengono appeso a un filo sottile il nucleo di questa storia: la creazione della bomba atomica. A tale proposito, crediamo sia più corretto indicare la serie televisiva Manhattan, creata nel 2014 da Sam Show, come sostegno al fumetto, piuttosto che l’acclamata Chernobyl (che arriva a cose già “fatte”) come si è letto altrove. Così come a un certo punto, tra i numerosi episodi ricavati nella trama, ritroviamo un frammento di quella “Operazione Freshman” compiuta da un commando britannico e raccontata nel film Gli eroi di Telemark di Anthony Mann.
Se l’incipit del fumetto si smarrisce nel buio della creazione, la storia vera e propria la inizia il professore ungherese Léo Szilárd, che lascia la Germania nazista nel 1933 e che poi ritroviamo negli Stati Uniti qualche anno più tardi a colloquio con Einstein. L’urgenza delle sue insistenze è una lotta contro il tempo per evitare che Hitler si doti della bomba atomica. Perché è chiaro che è lì che il regime nazista intende arrivare. E per farlo, dice Szilárd, è necessario che gli Stati Uniti ci arrivino prima. Da quell’urgenza si è poi innescato il Progetto Manhattan.
I PERSONAGGI DEL FUMETTO
Tra le priorità di Rodier nel dare forma al fumetto, si è resa obbligatoria una visita a Hiroshima nel 2018, durante le commemorazioni. Qui ha potuto consultare i documenti custoditi al Museo della Pace e vedere com’erano Hiroshima e Nagasaki prima dello sgancio della bomba. Alle immagini del dopo c’era abituato, come chiunque altro. Immagini confluite nella parte più dura del suo lavoro. Proprio la presenza di così tanti personaggi – quelli realmente esistiti o quelli che, per esempio, s’affacciano dalle vignette di una Hiroshima bellissima e luminosa – è servita a infondere a La bomba una coralità impressionante. Una coralità trascinata però in un comune destino di morte. Einstein, Enrico Fermi (“l’uomo dei paradossi”), il Presidente Harry S. Truman, Oppenheimer, il generale Groves a capo del Progetto Manhattan eccetera sono l’humus che espande a dismisura la grande storia raccontata da Alcante e Laurent-Frédéric Bollée. Gli dona una autorevolezza storica e scientifica, ma non si azzarda a dimenticare la varietà umana dietro quella vicenda. Come Ebb Cade, l’operaio cui fu iniettato plutonio senza il suo consenso per verificare gli effetti di quel composto chimico. Cade non sarà il solo essere umano sacrificato sull’altare della scienza.
UN’OPERA UNIVERSALE
Da appassionato cultore di storia, Rodier con i suoi disegni realistici e la danza avvincente delle vignette che passano da uno scenario all’altro, ha realizzato La bomba con l’impegno preciso di raccontare la vera storia senza compiacimenti teatrali o schieramenti di parte nei confronti del nucleare. Grazie alla sua maestria, il fumetto illumina i chiaroscuri della Storia, accentua in uno sguardo i dubbi o gli entusiasmi degli scienziati coinvolti, mostra come sono fatte le esitazioni morali, mentre Alcante e Bollée ci mettono le parole (“Se il mio lavoro dovesse portare a una bomba atomica per Hitler, credo che mi suiciderei”, dice il professor Hahn). Tutto questo e molto altro – vale a dire quel qualcosa che non si può riportare a parole e che ciascun lettore scoprirà leggendo – fa de La bomba un’opera universale, destinata alla memoria. Un racconto avvincente, talvolta costruito come un thriller storico, che si affaccia su quell’oscurità primordiale e invita alla riflessione. Basta poco, infatti, per riaccendere la miccia.
‒ Mario A. Rumor
Alcante, Boillée, Rodier – La bomba
L’Ippocampo, Milano 2020
Pagg. 472, € 29,90
ISBN 9788867225378
www.ippocampoedizioni.it
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