Il fumetto dedicato a Michelangelo e al “miracolo” della Cappella Sistina
Mai come in questi ultimi mesi si è sentito parlare di Leonardo e Raffaello. Ora anche il terzo grande protagonista del nostro Rinascimento, Michelangelo, torna alla ribalta, grazie alla nuova mostra consacratagli al Palazzo Ducale di Genova. Una buona occasione per recuperare un libro biografico dedicatogli di recente. A fumetti.
Su certe grandi personalità non si finisce mai di imparare – o di reimparare, perché i ripassi di tanto in tanto ci vogliono, e fanno sempre bene. Michelangelo Buonarroti è un personaggio che richiede di tornare a lui più e più volte, perché è importante avere chiara contezza del suo ruolo nella storia dell’arte di tutti i tempi.
Stavolta aiuta in questo senso un’opera dedicatagli con misura ed efficacia dall’illustratore e fumettista udinese Gianluca Buttolo: un volume ponderoso quanto accurato, che non ha nulla della superficialità che, spesso a torto ma a volte a ragione, si attribuisce alle biografie disegnate.
IL FUMETTO SU MICHELANGELO
Michelangelo. Il conflitto della Sistina non affronta l’intera biografia del Buonarroti, ma si concentra su un solo periodo cruciale della sua appassionante esistenza: gli anni tra il 1508 e il 1512, quando giunse 33enne a Roma chiamato da Giuliano della Rovere – il papa mecenate Giulio II –, che gli affidò l’arduo compito di decorare la volta della Cappella Sistina (indi l’esecuzione della grande parete con il Giudizio Universale, realizzata tra il 1534 e il 1545, esula da tali pagine).
Partendo da una documentazione di prima mano – in gran parte lettere e diari autografi di Michelangelo –, lungo un monologo serrato si dispiegano poco per volta, in modo approfondito, non solo il rapporto duramente contrastato tra l’artista e il pontefice – entrambi caratteri molto forti e aggressivi –, ma anche gli infiniti dubbi e angosce di uno scultore obbligato a esprimersi tramite la tecnica pittorica, che non conosceva bene e che considerava a lui non congeniale. L’operazione prende comunque il via, mentre l’artista fiorentino, dominato dall’ossessione che il mondo gli sia ostile, si mostra perennemente insoddisfatto di sé e degli altri, umbratile, scostante, sgarbato. Dice Giulio II: “Volevamo un pittore e abbiamo trovato un padreterno… Che Dio ci protegga!”. E lui comunque riconosce: “Non esiste confraternita più numerosa al mondo di quella degli scontenti. Ne diventavo membro ogni mattina, entrando nella Sistina”. Eppure, eppure: “Per me, dominato dalla passione, dominato dall’arte, dominato dal fare, anche lavorare a questa cappella, così simile a un granaio, è preferibile al nulla”.
IL RAPPORTO CON LEONARDO E RAFFAELLO
Molto interessanti tuttavia, al di là dei contrasti continui con la somma autorità papale, sono i complessi rapporti con altre figure importanti che circolano nella Corte romana in perenne fermento: dal Bramante al Sangallo, ma anche le sempre ingombranti presenze di Leonardo da Vinci e Raffaello. Del primo, che pure sembrava dargli poca importanza, Michelangelo scrive: “Ho visto tanti pittori dipingere un cielo come una macchia azzurra, ma nessuno come Leonardo trasformare una macchia azzurra in un cielo”. E del secondo: “A pochi passi da me, Raffaello stava conquistando Roma e il mondo con i suoi affreschi. Non riuscivo quindi ad averlo in simpatia. Ma, devo ammetterlo, per quanto distante dalla mia, nella sua pittura c’era una serenità che io non avevo nell’arte e nella vita. Probabilmente il mio astio era frutto di una semplice e banale invidia”.
MICHELANGELO TRA SCULTURA E PITTURA
In ogni modo, a singhiozzo e con alterne vicende, la decorazione della volta della Sistina procede. L’interpretazione biblica michelangiolesca, senz’altro titanica, dal punto di vista estetico prende le mosse dalla profonda impressione lasciata sull’artista dal gruppo scultoreo classico del Laocoonte, che Giulio II aveva fatto collocare nel cortile delle statue all’interno del Giardino del Belvedere. Ed è lì che le invidie di corte vanno a battere: “Michelangelo, la tua ossessione per la nudità, cara ai Greci, ha finito per trasformare un luogo di preghiera in un bordello”. Quel tripudio di carne e muscoli non può che suscitare reazioni decise, ma per fortuna anche positive. Non solo il Papa approva, ma per esempio Giuliano da Sangallo conforta il sempre troppo dubbioso artefice: “La tua Sistina è un delirio di movimenti, in cui anche le figure più ferme sono mosse dall’irrequietudine del fare. Hai avvicinato la pittura alla scultura. Non potendo far girare lo spettatore intorno alle figure, hai fatto sì che siano le figure a girargli attorno. Non c’è corpo che tenga i piedi nella stessa direzione in cui punta lo sguardo”.
E ancora: “Rifiutando l’eredità del Quattrocento, hai messo fine ai canoni della sua tradizione. Hai ridato contenuti a una pittura che si era trasformata in un semplice e cordiale esercizio di decoro”.
LO STILE DEL LIBRO
Non doveva certo essere facile rapportarsi a un uomo che si trascinava sotto l’ala oscura di una dominante solitudine misantropa, che per togliersi lo sporco di dosso si strofinava invece di lavarsi, che non si cambiava mai d’abito, che si coricava con gli stivali: anche solo dal punto di vista olfattivo non doveva essere una compagnia gradevole. Ma la possanza della sua arte ne illumina anche il lato oscuro; e la sofferta sincerità dei suoi diari, mai semplicemente autoassolutori, in più di un passaggio risulta, confessiamolo, emozionante.
Eppure l’abilità di Gianluca Buttolo non sta solo nel rigore della sceneggiatura. Il suo disegno controllatissimo, a base di sagome e ombre, così stilizzato, bidimensionale e nero (vi si ritrovano echi forse di Frank Miller, certamente di Hugo Pratt e Mike Mignola), appare quanto di più lontano dal disegno luminoso e volumetrico di Michelangelo, ma in questo voluto contrasto sta senza dubbio l’asso nella manica di tale interpretazione grafica. Infine la lettura si rivela sorprendentemente gratificante, per chi non sa molto, ma anche per chi sa.
– Ferruccio Giromini
Gianluca Buttolo – Michelangelo. Il conflitto della Sistina
ReNoir Comics, Milano 2019
Pagg. 144, € 24,90
ISBN 9788865672273
www.renoircomics.it
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