Addio a Takao Yaguchi, creatore del cartoon Sampei
Era conosciuto grazie alla serie Sampei il ragazzo pescatore, ma il disegnatore giapponese scomparso a 81 anni qualche giorno fa era anche uno stimato saggista e un cantore della vita rurale. Fece diventare nazionalpopolare il suo hobby per la pesca, senza mai dimenticare la passione inesauribile per l’arte del disegno
Poco più di un mese fa, lo Yokote Masuda Manga Museum, nella prefettura di Akita dove Takao Yaguchi era nato, gli aveva dedicato una personale di proporzioni titaniche per festeggiare i suoi cinquant’anni di carriera. Una mostra con tutte le opere del disegnatore concentrate in oltre 300 pezzi tra disegni e materiali originali; in un angolo avevano sistemato una riproduzione del suo atelier di lavoro, e tirato fuori testimonianze e interviste che facevano capo al suo volume Manga Banzai – Gagyō 50-nen e no kiseki. Era incluso anche un omaggio agli scorci naturali e urbani ritenuti di interesse nazionale, e quindi da preservare, proprio della zona in cui aveva trascorso parte della giovinezza. Da qualche anno Yaguchi aveva rallentato la sua attività per via della malattia. Teneva un blog e di quel museo era direttore onorario dal 1995. Colpevolmente, non leggiamo il suo nome nel volume che Taschen ha dedicato ai principali fumettisti giapponesi, 100 Manga Artists. E colpevolmente, in Italia, è stato ignorato, ricordato soltanto per l’aura cultuale della serie animata ispirata al suo Tsurikichi Sanpei. Kappa Edizioni aveva pubblicato il suo Tezuka secondo me, ma non basta certo a rappresentarlo.
L’INFANZIA DI TAKAO YAGUCHI
Nato nel 1939, in un villaggio della prefettura di Akita, Yaguchi, il cui vero nome era Takao Takahashi, ha vissuto la giovinezza tra montagne e fiumi ammirando l’inestricabile bellezza della Natura, poi diventata oggetto da rimirare nei suoi più famosi fumetti da professionista. Anche i saggi scritti nella seconda metà degli anni Ottanta, che attirarono l’attenzione e il rispetto degli educatori giapponesi e perfino della rete di stato NHK, sono un utile promemoria dell’attaccamento alla terra degli avi (non a caso nella mostra il termine che salta all’occhio è furusato, che vuol dire appunto “terra natia”). Nei fiumi e nelle montagne, per citare i suoi saggi, vedeva i suoi maestri e la sua scuola di vita. I fumetti li conosce piuttosto presto, a quattro anni, grazie alla madre che gli legge i manga in voga in tempo di guerra: Norakuro di Suihō Tagawa e Saiyūki di Shigeo Miyao. Non si congeda dai manga, come facevano tutti i bambini dell’epoca non appena entravano a scuola, ma si appassiona a Tezuka, e a Metropolis in particolare. Disegna già, ma ancora non immagina per sé una carriera nel mondo dei fumetti.
GLI ESORDI NEL MONDO DEI MANGA
Da grande finisce a lavorare in banca. Non appena scopre il periodico Garo, l’amore per i manga si riaccende e non lo abbandona più. Scrive e disegna storie a fumetti, ma ottiene Nagamochigiudizi impietosi. I redattori delle riviste sono i più crudeli. Dai mangaka famosi, come Shigeru Mizuki e Yoshiharu Tsuge, gli giungono invece utili suggerimenti. Alla fine degli anni Sessanta manda un suo fumetto, Nagamochi uta kō, alla rivista che per primo gli aveva sbattuto la porta in faccia: Garo, e viene pubblicato. La gloria è distante, servono impegno e sacrifici. Si trasferisce a Tokyo: i magri guadagni con Garo non gli consentono di portare con sé la famiglia. L’anno dopo approda a Weekly Shōnen Sunday, conosce Ikki Kajiwara che realizza per lui due cose importanti: gli scrive i testi del fumetto Otoko Do, grazie al quale debutta sulla rivista, e gli cambia il nome in Takao Yaguchi. Il suo stile non è ancora quello che conosciamo. È più adulto, e forse deve qualcosa al tratto di Shotaro Ishinomori, con il quale divide le pagine su quel periodico.
LA NASCITA DI SAMPEI
Nel 1972, opera notevole e molto amata dai lettori è Matagi Retsuden, ormai stilisticamente il Takao Yaguchi più maturo, quello che decide di affrontare un dramma umano raccontando una storia di cacciatori, delle loro tecniche e del loro modo di vivere in mezzo alla Natura. L’anno dopo è il momento di Tsurikichi Sanpei, il fumetto che gli cambia la vita, pubblicato dal 1973 al 1985. Trasformare il suo hobby per la pesca in fumetto fu forse un azzardo, eppure Sanpei scala in fretta le classifiche di gradimento e crea un seguito pazzesco di gente con la canna da pesca in mano (e non solo in Giappone). Il fumetto appare su Weekly Shōnen Magazine: mentre i colleghi disegnatori discettano di impiegati e salaryman, o immaginano proprio la pesca in chiave comica come fanno Jūzō Yamasaki e Ken’ichi Kitami con Tsuribaka Nisshi (Diario di un pazzo della pesca), Takao Yaguchi si diverte a raccontare a fumetti quella sua passione, celebrando la gioventù e, ancora una volta, la bellezza rurale del Giappone. Anche in seguito, grazie agli altri suoi fumetti, Takao Yaguchi non si è mai allontanato da casa. È rimasto fedele a se stesso insegnando ai lettori valori e ideali, con grande umiltà.
– Mario A. Rumor
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