Un fumetto per gli amanti del Giappone e della sua cultura pop
Tre ragazzini alle prese con un appassionante viaggio di andata e ritorno dal Giappone. È questa la trama del divertente fumetto di Luca Raffaelli ed Enrico Pierpaoli. Un'esperienza di lettura per tutti gli amanti del Paese del Sol Levante e della sua cultura pop.
Se è vero, come dice la piccola Beatrice, che “il destino ce lo costruiamo noi”, allora Enrichetto Cosimo, il protagonista del fumetto Ciao mamma, vado in Giappone – scritto e disegnato da Luca Raffaelli e Enrico Pierpaoli per Tunué –, un po’ dovrebbe ringraziare la colossale bugia rifilata al bullo Frangipane (massiccio come Frankenstein, alito pestilenziale) per salvarsi la pelle. Una bugia che, con la complicità degli amici Beatrice e Polletti, lo porta infatti all’altro capo del mondo, dove ha modo di fare nuove e strampalate conoscenze, imparare qualcosa sulla cultura orientale e perfino incontrare qualcuno che mai si sarebbe sognato di incontrare a quelle latitudini. Un destino che, tuttavia, lo lascerà “sgarzello”, per utilizzare il gergo di questo graphic novel, esattamente come lo abbiamo conosciuto dalla prima vignetta. Insomma: per trarsi d’impaccio dal terribile Frangipane, Enrichetto spara una balla dicendo di possedere tutti i 32 albi autografati del leggendario disegnatore di manga Shimitsu Furukawa, tanto amato dal bullo, senza sapere che questa affermazione gli cambierà la vita. Giusto per qualche giorno, e 140 pagine.
A SPASSO PER IL GIAPPONE
Se vi sembra di aver già udito il nome di Enrichetto Cosimo, non sbagliate. Ciao mamma, vado in Giappone riprende una storia che Raffaelli affidò nel 2012 al tratto di Andrea Cavallini nel volume Enrichetto Cosimo e il manga mangante edito da Einaudi Ragazzi. Oggi quel mélange di parole e immagini è diventato un fumetto per ragazzi in piena regola, proposto con un altro stile di disegno da Enrico Pierpaoli, dove lo spasso è il manifesto imperante e tutto si allarga a un universo in miniatura, per e dei bambini. I suoi colori sono spavaldi, esagerati, e il Giappone degli otaku si presenta come una periferia narrativa a uso e consumo del protagonista e dei suoi compagni di avventura.
Luca Raffaelli, che è uno dei massimi conoscitori di fumetto e animazione che abbiamo in Italia, le regole su come funzioni il media “fumetto” le conosce alla perfezione, e da buon deus ex machina lascia che qui gli eventi si susseguano senza badare troppo alla razionalità, concedendo ai tre ragazzini il lasciapassare per un mondo di avventura ed emozioni in cui il linguaggio e la retrocessione a un modo di agire fanciullesco e “puro” sono ciò che rende vivo il fumetto.
UN LIBRO PER MANGOFILI E NON
Non crediamo che Ciao mamma, vado in Giappone voglia vivere di impressioni su come deve essere il Giappone dei mangofili, o su come debba essere rispettata l’etichetta dei comportamenti o dei modi di parlare di quel popolo (qualcuno ha infatti criticato il dominio tutto “L” di come parlano qui i giapponesi). Il fumetto di Raffaelli e Pierpaoli è invece un festival variopinto e fracassone, frequentato da personaggi piuttosto che persone e, dall’inizio alla fine, dimostra come parole e immagini possano trovare una perfetta intesa dando luogo a un ritmo spericolato, veloce, tra invenzioni argute e davvero belle capaci di tradurre il mondo irregolare di Cosimo. Almeno fino alla prossima puntata.
‒ Mario A. Rumor
Luca Raffaelli & Enrico Pierpaoli ‒ Ciao mamma, vado in Giappone
Tunué, Latina 2020
Pagg. 144, € 14,50
ISBN 9788867904020
www.tunue.com
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