Zerocalcare torna in libreria con un nuovo fumetto. Ed è già tiratura record
Michele Rech, il fumettista meglio noto con il nome di Zerocalcare, torna oggi in libreria con un nuovo fumetto. Il libro, seguito ideale di “Kobane Calling”, ha già battuto il record di tiratura della sua categoria
Noto per le sue avventure tragicomiche, capaci di raccontare con estrema schiettezza i malumori e le difficoltà di un’intera generazione, Zerocalcare è considerata una delle voci di riferimento non soltanto per quanto concerne l’ambito del fumetto.
Cantore puntuale e tagliente dell’Italia del nostro tempo, l’artista ha ottenuto il successo con graphic novel campioni d’incassi quali La profezia dell’armadillo (2012), Kobane Calling (2015) e Dimentica il mio nome (2014). Una sequenza di pubblicazioni che hanno non soltanto contribuito a rendere celebre e noto a tutti il nome del disegnatore, ma che hanno allo stesso tempo consentito al fumetto di scavalcare i confini del suo settore, facendosi fenomeno editoriale mai come oggi popolare e transgenerazionale (basti pensare alla recente serie Netflix ispirata proprio ai comics del fumettista romano).
I NUMERI DEL NUOVO FUMETTO DI ZEROCALCARE
A confermare il successo di Zerocalcare sono i numeri forniti in questi giorni da Bao Publishing riguardo al nuovo fumetto dell’autore, dal titolo No Sleep Till Shengal. Sono ben 234mila le copie stampate dalla casa editrice per il nuovo lavoro dell’artista. Una tiratura notevole e certamente estranea alle cifre ben più contenute alle quali è abituato il settore della nona arte nel nostro Paese. La stessa casa editrice milanese (che sin dall’inizio della sua attività detiene i diritti delle pubblicazioni di Zerocalcare) non si è sbilanciata, definendola sui propri canali social la “tiratura più grande della nostra storia editoriale”.
DI COSA PARLA IL LIBRO DI ZEROCALCARE
Sugli scaffali oggi, 4 ottobre, il libro ruota attorno alla popolazione degli Ezidi, minoranza del Kurdistan di religione pre-islamica. Scappato dalla sua regione d’origine, lo Shengal, e successivamente ritornatovi grazie all’aiuto dei curdi, il popolo degli Ezidi è attualmente vittima di una profonda rappresaglia che ne mina l’autonomia faticosamente conquistata negli anni. “Questa autonomia, che si basa sui principi della rivoluzione curda, quindi sulla liberazione della donna, la convivenza tra tutti i popoli e l’autodifesa”, ha spiegato Zerocalcare, “in questo momento è minacciata dallo Stato iracheno, che si vuole riprendere quel territorio, e dalla Turchia, che incessantemente lo bombarda da un anno, perché non vuole che esista questa enclave legata ai curdi”.
Visto il tema politico e l’attenzione rivolta ancora una volta verso i conflitti in corso sui territori del Medio Oriente, il libro è stato indicato come una sorta di “seguito” di Kobane Calling (il reportage a fumetti dedicato alle battaglie tra i curdi del Rojava e le forze dello Stato Islamico). “È molto difficile capire qual è il seguito quando si parla di storie vere, perché sono storie che non finiscono”, ha commentato a riguardo il fumettista durante la presentazione del volume all’ultimo Salone del Libro di Torino. “Ora la Turchia è la minaccia più grave per quell’area. Dare continuità a questa cosa per me è importante”.
LA SINOSSI DI “NO SLEEP TILL SHENGAL”
“Nella primavera del 2021 Zerocalcare si reca in Iraq, per fare visita alla comunità ezida di Shengal, minacciata dalle tensioni internazionali e protetta dalle milizie curde, e documentarne le condizioni di vita e la lotta”, si legge nella sinossi ufficiale del libro. “Il viaggio si rivela difficile perché più volte la delegazione italiana viene respinta ai vari check point controllati dalle diverse forze politiche e militari che si spartiscono il controllo del suolo iracheno. Questo libro a fumetti è la fotografia di un momento geopolitico preciso, in cui un manipolo di persone si oppone allo strapotere di chi chiama ‘terrorismo’ ogni tentativo di resistenza, mentre gli assetti di potere cambiano lentamente, e il sogno del confederalismo democratico in un pezzetto troppo spesso dimenticato di Mesopotamia rischia di svanire per sempre, nell’indifferenza assordante dell’occidente”.
Alex Urso
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