Sofia Kovalevskaja è l’ultima fatica editoriale di Alice Milani (Pisa, 1986): una riuscitissima biografia in cui la fumettista toscana illustra la vita della geniale matematica russa. Abbiamo incontrato Alice per farci raccontare il libro, e per sapere da dove nasce la sua passione per le vite delle grandi donne del passato. All’interno dell’ultimo magazine di Artribune trovate anche una storia inedita disegnata per noi.
Intervista ad Alice Milani
Cosa significa per te essere fumettista?
Per me è uno spasso! Significa che disegno tutti i giorni, o quasi. La mia carriera ha preso una piega per cui sono libera di scegliere e proporre i soggetti. Scrivo io quello che disegno, sono molto autonoma nell’organizzazione del lavoro. Racconto storie di personaggi di epoche lontane e vicine, imparo un sacco di cose, sempre diverse. Non mi annoio. Francamente è divertente.
Nel mondo del fumetto sei impegnata su più fronti: oltre a essere una delle firme più autorevoli del panorama italiano sei stata per anni curatrice della collana Rami della casa editrice BeccoGiallo. Qual è lo stato del fumetto nel nostro Paese?
Il fumetto in Italia è un mercato in forte crescita, e molte case editrici che fino a pochi anni fa non pubblicavano fumetti hanno deciso di cavalcare l’onda. Lo hanno fatto come business strategy, per accaparrarsi una fetta del mercato che altrimenti avrebbero lasciato agli altri editori. Finché i fumetti erano una cosa di nicchia non era interessante come mercato in cui espandersi, adesso improvvisamente lo è. Viviamo quindi un momento di espansione, di grande aumento della produzione, ma vorrei che andasse di pari passo con l’aumento dei lettori. La verità è che, anche se vengono pubblicati molti titoli, ciascun titolo vende poche copie. In Italia siamo ancora troppo poco abituati a leggere fumetti, non siamo lettori forti come in Francia.
Più nello specifico, come si coniugano queste posizioni opposte e complementari all’interno del tuo percorso?
Quello di fumettista e di curatrice sono due ruoli che si nutrono a vicenda, perché dal mio lavoro acquisisco sempre più esperienza che mi è utile quando devo valutare e proporre modifiche al lavoro degli altri. E d’altro canto seguire il lavoro di autori e autrici e osservare il loro metodo, spesso molto diverso dal mio, mi arricchisce e mi dà nuove idee. Ne ho anche guadagnato nuove amicizie.
Il nuovo fumetto di Alice Milani
Il tuo ultimo libro si intitola Sofia Kovalevskaja. Vita e rivoluzioni di una matematica geniale, ed è un omaggio a questa figura poco nota della cultura internazionale. Me lo racconti?
Figura poco nota, è vero, ma dalla vita decisamente avventurosa. Una vita piena di colpi di scena, di genio e sregolatezza, di storie d’amore e rivoluzioni, insomma una vita da film! Sofia Kovalevskaja fu una matematica russa dell’Ottocento: si laureò e prese un dottorato in Germania, perché all’epoca in Russia alle donne erano preclusi gli studi universitari. Con molta tenacia si fece strada in un ambiente esclusivamente maschile, e fu la prima donna a ottenere una cattedra universitaria, in Svezia. Ma oltre ai successi professionali, nel fumetto racconto la sua vita privata, che mi ha toccata particolarmente. È incredibile come io abbia sentito vicina a livello emotivo una donna che è vissuta quasi duecento anni fa.
Eppure non è la prima figura femminile che decidi di raccontare in un tuo libro: prima di lei avevi puntato le matite su Marie Curie e Wislawa Szymborska. C’è un filo che lega queste donne eminenti?
Sono tutte donne straordinarie dal punto di vista della scienza o della letteratura, ma ciascuna ha avuto una vita privata e sentimentale intensa, commovente, per cui ho provato moltissima empatia. Quello che ho cercato di fare, oltre a raccontare il contesto storico e le intuizioni nel campo lavorativo, è stato avvicinare il più possibile la figura umana al lettore/lettrice.
Il fumetto biografico secondo Alice Milani
Scrivere un fumetto biografico, tanto più su figure sfaccettate e complesse come queste, implica un lavoro di ricerca notevole e tempi di scrittura dilatati, immagino…
È un lavoro molto lungo che si protrae per diversi mesi, anche un paio d’anni. Inizia con una fase di documentazione e di studio e solo successivamente passo alla stesura dello storyboard. Lo storyboard è un po’ l’ossatura del fumetto: è un modo per scriverlo e disegnarlo allo stesso tempo.
Nel caso del mio ultimo fumetto è stato un viaggio durato quasi tre anni, considerando pause, interruzioni, vicissitudini, traslochi. Ma credo che sia anche giusto far sedimentare bene le idee prima di buttarle su carta. A volte fa bene interrompere il lavoro e ritornarci dopo un po’.
Come ti sei approcciata al mondo della biografia?
Inizialmente molto pragmaticamente, perché mi è stato chiesto. BeccoGiallo è una casa editrice specializzata in biografie, mi proposero di farne una per loro e mi suggerirono la Szymborska. In seguito sono stata io a proporre attivamente biografie agli editori. Mi sono accorta, con l’esperienza, che riuscivo a trasmettere molto di mio nonostante dovessi raccontare la vita di qualcun altro, una vita già scritta. Si può pensare che ci sia poco spazio per la libertà espressiva quando si disegna un fumetto storico e documentato basato sulla vita di una persona reale, invece io lo trovo un lavoro molto stimolante ed estremamente creativo.
Quanto pensi che possa essere utile il fumetto nell’approfondire, se non addirittura far scoprire, personalità di questo genere? Ne percepisci il valore educativo, soprattutto in relazione ai lettori più giovani?
Io non mi rivolgo specificatamente a lettori e lettrici giovani, però ho notato che i miei libri vengono molto apprezzati da ragazzi e ragazze in età da liceo, medie e anche da bambini e bambine più piccoli. Il che è sorprendente se pensi che parlano di temi adulti come relazioni matrimoniali, maternità, divorzi, guerre e rivoluzioni. Io penso che i giovani adulti, gli young adults, come vengono chiamati dagli editori, siano molto più aperti e ricettivi di quanto noi old adults crediamo, e il fumetto, se è divertente e coinvolgente, può parlare loro di tutti i temi, non solo di temi legati all’adolescenza o alla crescita.
Il fumetto inedito su Lynn Hill
Anche il fumetto che hai disegnato per Artribune è un omaggio a una grande donna…
Lynn Hill è ancora oggi una grandissima scalatrice, anche se la sua età d’oro è stata negli Anni Ottanta e Novanta, quelli che racconto nel fumetto. Lei è un mito per chiunque faccia arrampicata sportiva, come me. Si avvicinò alla disciplina quando l’ambiente era completamente maschile, ed essendo uno sport duro, pericoloso, che richiedeva coraggio e sangue freddo, era considerato una cosa da uomini. Invece Lynn ha dimostrato che anche una donna può tirare fuori queste qualità, se ci prova seriamente. Il problema è che molte donne non si mettono alla prova su questo genere di sport, non sono abbastanza temerarie, determinate, e questo è un fatto principalmente culturale. Adesso molte più donne arrampicano, anche grazie a pioniere come Lynn Hill. Gli uomini ovviamente hanno più forza fisica nelle braccia e sono più alti, ma l’arrampicata non è solo una questione di forza bruta, c’è tanta tecnica e una forte componente psicologica. Per cui fatevi avanti, ragazze!
Alex Urso
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