È morto a 68 anni Buichi Terasawa, personalità effervescente del fumetto giapponese. Con lui la fantascienza raramente è stata tanto ganza e bella da vedere, grazie alle eroine bellissime (ma non solo) uscite dalla sua matita. Il necrologio via Twitter di Manabu Furuse, il rappresentante della società Terasawa Production, è stato bello e lusinghiero. Ha paragonato la forza e la tenacia di Buichi Terasawa, che era malato da vent’anni ma aveva saputo tenere testa alla malattia, alla vitalità di Cobra, il suo più celebre personaggio a fumetti. Il disegnatore è morto l’8 settembre a causa di un infarto, ma la notizia è trapelata soltanto l’11 per informare gli appassionati della scomparsa e dei funerali avvenuti in forma privata. Ai manga, che leggeva pochissimo da ragazzino perché i genitori raramente gliene compravano, arrivò decisamente per caso su consiglio della sua ragazza, e per raggranellare un po’ di soldi attraverso un concorso con in palio oltre 100mila yen – più di uno stipendio da salaryman.
Buichi Terasawa e l’incontro con Osamu Tezuka
La magia la compie Osamu Tezuka. Dopo il trasferimento da Hokkaido a Tokyo nel 1976, Buichi risponde a un annuncio della Tezuka Production, che cercava personale. Il giovane, pur acerbo, viene assunto come assistente del disegnatore nel 1977, mentre è in corso la serializzazione di La Fenice (Hi no tori, 1967-1988). A Tezuka deve tantissimo: preziosi insegnamenti su come creare fumetti e soprattutto un’etica del lavoro forse un po’ folle (sgobbare ben oltre gli orari d’ufficio) ma rigorosa. In un’intervista di qualche anno fa, Terasawa ci raccontò qualcosa di quel periodo: “quando lavoravo come assistente, un po’ alla volta disegnavo i miei lavori. Un po’ per la mia giovane età, un po’ per la situazione lavorativa, non percepivo che cosa potesse passare per la testa del maestro Tezuka. Un giorno mi disse di fermarmi dopo la fine della giornata lavorativa, rimanemmo solo noi due e io ero naturalmente un po’ teso. Fu un’esperienza molto stimolante, mi disse di riguardare il mio lavoro e di apportare delle modifiche a una vignetta che avevo disegnato, mi fece osservare il mio lavoro in modo più oggettivo e riorganizzandolo in modo che diventasse più facile da capire”.
Le opere di Buichi Terasawa
L’anno seguente, Terasawa pubblica su Weekly Shōnen Jump la prima puntata di Cobra (1978), manga che introduce un nuovo prototipo di eroe, cui cerca di dare un nome gagliardo e audace: Cobra, al posto dell’inglese Snake, e con il volto che ricorda Jean-Paul Belmondo. A un eroe del genere non riserva vicende ordinarie, ma avventure speciali ambientandole nello spazio. Cobra, uno dei ricercati della galassia con psico-arma nascosta nel braccio, è inoltre attorniato da splendide donne: un aspetto mutuato dai film di James Bond. La serie a fumetti dura 18 volumi e vende oltre 30 milioni di copie, diventando oltremodo di culto grazie alla versione animata del 1982 diretta da Osamu Dezaki (che, come Terasawa, all’epoca indossava un paio di occhiali scuri da vera rockstar). Prima uno spettacolare film e poi una regolare serie tv prodotta dalla Tokyo Movie Shinsha. Suoi contributi all’epoca si limitano a presenziare alle riunioni e al controllo delle sceneggiature, in qualche caso dando una mano nonostante all’inizio non fosse soddisfatto dei bozzetti preliminari dei personaggi. Indipendente e sperimentatore, dotato di tratto realistico e riconoscibile, negli Anni Ottanta Terasawa è uno dei primi artisti a utilizzare colorazione al computer nei suoi fumetti: Black Knight Bat (1985) e Takeru(1993). Altre opere indimenticabili, e altro eroe, l’ex detective di polizia di Gokū: Midnight Eye (1992). Pure qui mix irresistibile di fantascienza e avventura.
Mario Rumor
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