Torna in libreria la biografia a fumetti di Kurt Cobain a 30 anni dalla morte
Sono passati 30 anni dalla morte di Kurt Cobain, il leader dei Nirvana scomparso il 5 aprile 1994. In occasione dell'anniversario torna in libreria la nuova edizione ampliata del fumetto biografico “Nevermind”, firmato dall'indimenticato Tuono Pettinato
Il 5 aprile 1994, prima di togliersi la vita, Kurt Cobain lascia una lettera a Boddah, il suo amico immaginario: “mi è andata bene, molto bene, e ne sono grato, ma è da quando ho sette anni che sono pieno di odio verso l’umanità in generale”, scrive prima di spararsi un colpo di fucile nella sua casa sul lago Washington. A tre decenni da quel tragico epilogo, con il quale il cantante avrebbe messo fine a un’esistenza governata dal dolore e dalla depressione, un fumetto ripercorre la storia e le vicende esistenziali dell’artista, mettendo in luce le fragilità di questo “angelo triste” del rock.
Il fumetto di Tuono Pettinato su Kurt Cobain
A raccontare la vita del frontman dei Nirvana è Tuono Pettinato, fuoriclasse del fumetto italiano prematuramente scomparso nel 2021. Specialista delle biografie illustrate (tra le altre personalità raccontate dal fumettista figurano Alan Turing, Garibaldi e Freddie Mercury), l’autore pisano decide di soffermarsi in particolare sulla parentesi infantile del musicista, sondandone il disagio con ironia e coinvolgimento emotivo. “Volevo raccontare la parte meno conosciuta della vita di Cobain: la sua infanzia felice di bambino dotato di un’immaginazione straordinaria, la sua precoce inclinazione per le arti e la sua iperattività. Uno scenario che cambia drasticamente con la separazione dei genitori, che sembra gettare un’ombra di tristezza sulla vita di Kurt, un senso di disillusione dal quale non si libererà mai più”, si legge nell’intervista finale, rilasciata da Tuono Pettinato a Virginia Tonfoni e risalente al 2014.
Il fumetto “Nevermind” di Tuono Pettinato
Pubblicato originariamente nel 2014, e riproposto ora in una nuova edizione in occasione del trentesimo anniversario della morta di Kurt Cobain, il fumetto (edito da Rizzoli Lizard) si intitola Nevermind, e si sofferma quasi esclusivamente sui primi anni di vita del protagonista. È per questo che tra le pagine del libro, mentre gli episodi cruciali della biografia del cantante si susseguono delineando una personalità sempre più cupa e introversa, a spuntare come una sorta di narratore esterno è l’amico immaginario Boddah. Qui raffigurato con l’aspetto della tigre Hobbes di Calvin & Hobbes di Bill Watterson, il personaggio accompagna il lettore nella storia del piccolo Kurt, a partire da quando i suoi genitori – preoccupati per l’iperattività del bambino – gli somministrarono calmanti e medicinali spingendolo verso un’adolescenza segnata dall’infelicità. La vitalità del piccolo Cobain viene così anestetizzata dai farmaci e dagli ambienti ostili che frequenta, lasciando spazio a un disagio interiore che solo la forza dissacratoria del punk riuscirà a placare.
Il fumetto “Nevermind” di Tuono Pettinato. Il commento di Davide Toffolo
Adolescente complicato, sempre fuori posto, vessato dai redneck, determinato nei suoi progetti di fuga da una provincia popolata solo da “idioti, cavernicoli e taglialegna”, Cobain è rappresentato nel libro di Tuono Pettinato come un’anima gioiosa, eppure mortificata da un contesto sociale incapace di accoglierne le irregolarità. Una sorta di “martire” della cultura occidentale, dunque, che scelse come molti altri di mettere fine alla sua esistenza entrando nell’Olimpo degli immortali. “Nel libro di Tuono Pettinato che state per leggere, Kurt Cobain non è una star, ma un bambino accompagnato ovunque dall’amico immaginario Boddah che nella vita del musicista è stato compagno esclusivo delle prime scorribande nei boschi di Aberdeen e destinatario della lettera d’addio scritta prima del suicidio”, si legge nella prefazione firmata da Davide Toffolo. “Un amico immaginario eppure più vero di qualsiasi amico reale, che gli rimane accanto anche nei momenti peggiori quando l’unico modo per Kurt di fuggire alle delusioni, al dolore, alle ferite coincide con il tentativo di cercare una pace interiore – un Nirvana, attraverso la musica e la droga”.
Alex Urso
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