Un fumetto inedito dedicato al grande artista Giovanni Boldini. Intervista a Michele Botton 

Pittore italiano e interprete tra i più rappresentativi della Belle Époque, Giovanni Boldini rivive nel nuovo fumetto dello sceneggiatore Michele Botton. Disegnato da Pietro Sartori, il racconto è stato pubblicato sul nuovo numero di Artribune Magazine

Sceneggiatore e fumettista specializzato nel racconto delle vite degli artisti, Michele Botton (Piove di Sacco, 1977) è l’ospite del nuovo magazine di Artribune. Dopo aver raccontato con il disegno le biografie di Andy Warhol, Audrey Hepburn, Charles Bukowski e Quentin Tarantino, l’autore mette in luce la storia del pittore Giovanni Boldini, maestro della ritrattistica e figura iconica della Belle Époque. Una storia breve, realizzata in esclusiva per noi, in collaborazione con Pietro Sartori. 

Un ritratto di Michele Botton
Un ritratto di Michele Botton

Intervista a Michele Botton 

Cosa significa per te essere fumettista? 
Per me la risposta è molto semplice: raccontare storie. Da lettore, prima che da scrittore, il fumetto deve darmi piacere durante la lettura: può rilassarmi o appassionarmi, darmi spunti di riflessione o farmi ridere, va bene lo stesso. Io voglio fare fumetti così, piacevoli da leggere. 
Molti partono dal messaggio che vogliono dare e ci costruiscono attorno una storia, io preferisco partire da una storia e dai personaggi, e raccontare una vicenda che porti altrove il lettore per un po’; se poi veicolo anche un messaggio tanto meglio. 

Hai pubblicato libri con alcune delle case editrici più autorevoli del fumetto italiano. Mi aiuti a presentarti a chi non ti conosce? 
Sono nato e vivo in provincia di Padova, fin da bambino sono sempre stato un lettore accanito. Alla scrittura dei fumetti sono arrivato tardi, dopo i quaranta, dopo aver appreso i mezzi necessari alla Scuola Internazionale di Comics. La mia prima graphic novel è uscita nel 2021, da lì le cose hanno preso il via, i miei libri sono stati pubblicati, o sono in via di pubblicazione, in Italia (per BeccoGiallo, Tunué, 24 Ore Cultura), Francia, Inghilterra, Spagna, Stati Uniti, Turchia. A quanto pare ormai sono specializzato in biografie a fumetti, ma sto ampliando il mio raggio d’azione alla fiction e alle riduzioni a fumetti di romanzi. 

Il fumetto di Michele Botton e Pietro Sartori per Artribune
Il fumetto di Michele Botton e Pietro Sartori per Artribune

Le biografie a fumetti di Michele Botton 

Biografie a fumetti, appunto. Da Audrey Hepburn a Charles Bukowski, passando per Andy Warhol e Quentin Tarantino: la tua produzione è ricca di graphic novel ispirate alle vite dei grandi artisti. Da dove nasce questa attenzione per le loro storie private? 
Ci sono arrivato per caso e con ingenuità: nel mio primo libro, Abe Sada, volevo togliermi dall’impiccio di creare una storia e concentrarmi sul ritmo e sul personaggio. Niente di più sbagliato: il lavoro di ricerca, di sintesi e di immedesimazione, si sono rivelati imponenti. 
Personaggi così famosi, che hanno fatto cose memorabili, spesso sembrano lontani e inarrivabili; scandagliare la loro vita privata e umanizzarli è una sfida interessante. Creare storie e personaggi è alla base del lavoro di uno scrittore; rendere ancora più reale un personaggio vero significa salire a un livello ancora superiore. 

Per uno sceneggiatore come te, quali sono le criticità e gli stimoli di un procedimento di sottrazione simile? Cosa comporta semplificare al massimo la vita di un personaggio noto? 
Ammetto di essere un po’ maniacale nell’organizzazione dei tempi e della gestione del mio lavoro, la sintesi estrema mi risulta piuttosto facile. Momento cruciale nella scrittura di una biografia è la scelta di cosa narrare, quali episodi sono imprescindibili, quali mi possono dare l’appiglio per flashback o approfondire la psicologia del personaggio. Una volta capito questo è tutto in discesa, lavoro sui dialoghi per rendere il protagonista più coerente possibile: Bukowski l’ho fatto parlare come scriveva, Audrey è infusa della determinazione e della delicatezza che traspariva dai suoi interventi pubblici, Tarantino è tagliente e caustico come nelle sue interviste. Ogni personaggio ha la sua voce, e questa è una sfida tosta per me. 

Molti di questi libri sono realizzati a quattro mani. Quali sono le principali sfide di una collaborazione di questo genere?
Dipende molto dall’editore e da come nasce il progetto. Se un progetto parte da me quasi sempre è creato in collaborazione con un disegnatore, dunque la storia prende forma in base anche a chi la disegnerà: è positivo sapere fin dove posso spingermi e conoscere i punti di forza del disegnatore. In questi casi c’è molto confronto in tutte le fasi e sento che spesso chi disegna migliora il mio lavoro. Altre volte mi capita di scrivere la sceneggiatura senza sapere chi la disegnerà o senza avere contatti diretti durante la lavorazione col disegnatore; funziona lo stesso anche se non sfruttare al 100% le abilità di un disegnatore è un peccato. 

Il fumetto di Michele Botton e Pietro Sartori per Artribune
Il fumetto di Michele Botton e Pietro Sartori per Artribune

Il fumetto inedito per Artribune 

Anche il fumetto che hai disegnato per Artribune è un omaggio a un maestro della pittura europea. Come nasce, e perché hai deciso di puntare l’attenzione su Giovanni Boldini? 
Sono un grande fan delle opere di Boldini, è un artista eccezionale e la sua vita è davvero interessante, un personaggio pragmatico ma anche un grande conoscitore dell’animo umano. A me e a Pietro Sartori sarebbe piaciuto raccontare la sua vita in una storia ad ampio respiro, per gli editori purtroppo è un artista non così famoso da investire tempo ed energie, temono che non ci sarebbe un ritorno economico adeguato. Assurdo per un maestro come Boldini. 

Con il disegnatore Pietro Sartori, con cui avevi già collaborato in occasione del libro Abe Sada. Il fiore osceno. Come avete gestito la realizzazione dell’opera? Avete altre avventure editoriali in programma? 
Per rendere più accattivante questa storia di quattro tavole su Boldini ci siamo concentrati sul suo rapporto con quella che per molti anni è stata la sua musa, Berthe. In questo modo siamo anche riusciti a mostrare un minimo la psicologia del personaggio. Molte delle vignette sono riproduzioni o rielaborazioni di suoi dipinti famosi, abbiamo infarcito queste pagine di citazioni che chi conosce il lavoro di questo pittore non mancherà di cogliere. 
Con Pietro stiamo ragionando su alcune proposte da proporre al mercato francese; le tavole di Pietro sono molto dispendiose a livello di tempo ed energie e, a malincuore, il mercato italiano non garantisce introiti adeguati a tale mole di lavoro. 

Alex Urso 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

Scopri di più