Il Museo del Fumetto di Milano sfrattato dal Comune: troppi debiti sull’affitto, si rischia di chiudere
Un debito sull’affitto di 180mila euro ha portato il Comune a non poter rinnovare la concessione degli spazi che ospitano il museo da 14 anni. Ma la Fondazione che lo gestisce denuncia la totale indifferenza delle istituzioni verso una realtà che ha saputo distinguersi sulla scena culturale cittadina e nazionale

In ballo c’è la sorte di un museo che da 14 anni è parte dell’ecosistema culturale milanese, seppure tra mille difficoltà. Già nel 2020, Luigi F. Bona, direttore di WOW SPAZIO FUMETTO e presidente della Fondazione Franco Fossati che lo gestisce, aveva lanciato l’allarme circa le difficoltà di gestione, anche economiche, di una delle realtà sul mondo del fumetto più importanti d’Italia, custode di molti materiali importanti per tracciare la storia del genere, centro di molteplici mostre e laboratori per diffonderne la cultura. All’epoca, l’emergenza sanitaria complicava ulteriormente una situazione già gravosa: nonostante la buona affluenza di pubblico pre-pandemia, e il successo delle numerose attività proposte, il Museo del Fumetto di Milano si trovava, infatti, a fare i conti con costi insostenibili per l’affitto dell’immobile di proprietà del Comune di Milano, gli affitti di magazzini per gli archivi e le spese fisse legate alla gestione.

Le difficoltà economiche del Museo del Fumetto di Milano
Cinque anni dopo, la situazione non è cambiata, e anzi rischia di aggravarsi fino a un punto di non ritorno. A fronte dei persistenti problemi di sostenibilità economica, infatti, il Comune di Milano ha scelto di non rinnovare la convenzione, in scadenza il primo aprile 2025, che permetterebbe al Museo del Fumetto la permanenza nei locali di Viale Campania 12. “È vero che abbiamo un debito verso il Comune” spiega il direttore Bona “ma ci sono delle cause precise, non solo semplici questioni economiche. Dopo 14 anni l’affittuario potrebbe anche trovare il modo per premiare una realtà così virtuosa, invece di pretendere sempre più soldi in cambio di uno spazio che segna il tempo in modo evidente e con impianti che non sono adeguati. Il museo ha dato priorità agli stipendi dei suoi cinque, oltre alle decine di collaboratori che lavorano costantemente per far funzionare la complessa macchina di un museo orgoglio della città”.
Sul debito in questione pesa, innanzitutto, la difficoltà di riportare il bilancio in attivo dopo il Covid: “La batosta del Covid (dove abbiamo ottemperato a spese nostre a tutte le disposizioni) ci è stata magnanimamente “sovvenzionata” scalandoci quattro mensilità del 2020 (come da disposizioni)” spiega il comunicato divulgato da WOW “ma non nel 2021 né dopo, perché morosi. Il Comune non ci ha più tenuti in nessuna considerazione, costringendoci ad arrivare a questo punto”.

La denuncia del Museo del Fumetto: il Comune ci ha sempre ignorato
La Fondazione denuncia, infatti, l’abbandono da parte dell’amministrazione cittadina: “WOW ha sempre cercato di onorare i suoi conti, pagando (anche se a volte in ritardo o con rateizzazioni) l’affitto al Comune e ha fronteggiato fin dall’inizio pesanti carenze e problemi strutturali dello spazio, compresi costi energetici enormi e immotivati, allagamenti di acque e di fognature (che hanno causato ingenti danni economici e patrimoniali, disagi per i visitatori per problemi di riscaldamento e rinfrescamento, e perfino l’impossibilità di utilizzare nei modi previsti gran parte degli spazi), perfino atti vandalici verso la struttura. Ma il Museo è completamente lasciato solo anche come istituzione, senza mai essere tenuto in alcun conto dal Comune. Mai il Sindaco o l’Assessore in carica si sono presentati a una delle numerose inaugurazioni a cui sono stati invitati. Un’indifferenza istituzionale (peraltro senza costi) che ferisce, quando invece WOW Spazio Fumetto si è sempre impegnato a rispondere e partecipare a tante iniziative patrocinate dal Comune, dando il suo contributo con mostre, eventi e presentazioni: Book City, Prima Diffusa, Museo City”.
E a rendere più amara la riflessione ci sarebbe l’esclusione del Museo dai grandi eventi dedicati al mondo del Fumetto appoggiati dal Comune di Milano, nonostante la Fondazione vanti gemellaggi e rapporti amicali con musei e istituzioni italiane e straniere da circa trent’anni, e il Museo abbia realizzato più di 200 mostre, tra cui moltissime gratuite, e oltre 50 in altre città, ma anche un’attività didattica che porta ogni anno migliaia di studenti a laboratori e visite guidate.
Inoltre, spiega ancora Bona, “il nostro museo, con la sua presenza e attività, consente anche al Giardino Oreste Del Buono di mantenersi fruibile: quando siamo arrivati si raccoglievano quantità di siringhe e preservativi, nessuno ci portava i bambini a correre e giocare. Innumerevoli sono le nostre collaborazioni con le Forze dell’Ordine che approfittano delle nostre telecamere per monitorare la sicurezza del parco e della strada. Famiglie e giovani vengono da noi, in biblioteca, a leggere fumetti e a trascorrere il pomeriggio”.

Il Comune di Milano sfratta il Museo del Fumetto
Eppure, l’ultimo incontro con i funzionari del Comune non ha portato a raggiungere un accordo: “Per una breve proroga e per una ridiscussione del contratto, di cui non si è comunque riusciti a parlare, è stato chiesto di incassare subito o coprire con una fideiussione bancaria il debito residuo di affitto, che ammonta a circa 180.000 euro”. Con il rischio, però, di ritrovarsi costretti a chiudere ugualmente dopo aver saldato il debito: “Lo stabile ogni giorno mostra seri problemi strutturali, che avrebbero facile risoluzione se solo ci fosse la volontà di risolverli insieme: interventi e costi che abbiamo sostenuto noi per 14 anni al posto dell’affittuario, anche per le ricorrenti emergenze, non ci sono mai stati neppure scalati dal debito. I costi delle bollette energetiche ci atterrano ogni mese, ma la nostra proposta di allestire pannelli fotovoltaici a nostre spese per abbattere i costi, fatta già nel 2012, non è stata presa in nessuna considerazione, come tante altre. Da cinque anni stiamo andando avanti solo con le nostre forze economiche, introiti che derivano dalla biglietteria, da qualche affitto di spazi, dall’attività didattica, dal piccolo bookshop e dal canone della caffetteria attigua, da pochi partner per lo più tecnici, da bandi non comunali”.
Sollecitato a fornire una risposta, il Comune di Milano ha diramato una nota ufficiale che non sembra lasciare margine alla trattativa a fronte di un problema di grave morosità: “L’Amministrazione porta avanti da tempo scambi e interlocuzioni con la Fondazione Franco Fossati – che nel 2011 ha avuto l’affidamento in concessione (onerosa) dell’immobile di Viale Campania 12 per l’allestimento del “WOW Spazio Fumetto”, – contratto già rinnovato nel 2019 e in scadenza il 31 marzo – con l’obiettivo di trovare possibili soluzioni alla situazione di grave morosità in cui, purtroppo, la Fondazione si trova. Tra queste, la possibilità di concedere una proroga di ulteriori due anni a fronte di una garanzia sul debito, che la Fondazione non è stata in grado di presentare. Non si tratta di volontà: pur riconoscendo il valore culturale e artistico dello Spazio Fumetto, l’Amministrazione non può prorogare la concessione senza una regolarizzazione della posizione, nel rispetto delle regole che, in ottica di trasparenza ed equità, il Comune si impegna a far rispettare da tutti i concessionari”.
Le parole dell’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi: “Disponibilità al confronto”
E anche l’Assessore Tommaso Sacchi risponde personalmente, rigettando l’accusa rivolta all’amministrazione di non essersi mai interessati alla causa: “C’è certamente amarezza e dispiacere per la situazione complessa del Wow Spazio Fumetto e della Fondazione Fossati, che porta avanti con impegno, professionalità e passione un progetto che li contraddistingue in città. Purtroppo, la morosità accumulata rende impossibile il rinnovo del contratto in concessione, in scadenza. Al di là del mio personale apprezzamento e dei miei desideri, il Comune è tenuto a garantire un trattamento equo a tutti i concessionari, senza eccezioni. Contrariamente a quanto affermato, abbiamo seguito fin dall’inizio la vicenda, mantenendo un dialogo costante con me, anche attraverso i dirigenti e funzionari dell’Assessorato alla Cultura. Abbiamo cercato insieme possibili soluzioni per sanare la morosità, ma senza una regolarizzazione non è possibile procedere con il rinnovo. Ribadisco comunque la mia disponibilità al confronto e al dialogo con la Fondazione Fossati“.
La petizione per salvare il Museo del Fumetto di Milano
Dunque la palla torna alla Fondazione: in mancanza del saldo del debito, il rinnovo della convenzione non si farà, nonostante la programmazione già definita per i prossimi mesi, “tre mostre che abbiamo programmato da molto tempo nella speranza che una soluzione si sarebbe comunque trovata: una sullo straordinario rapporto dei giocattoli col fumetto e l’animazione, una su grandi protagoniste del mondo degli anime giapponesi (no spoiler) e una che avremmo voluto regalare alla città dedicata a come i fumetti hanno raccontato le Olimpiadi e vissuto la Montagna in oltre cento anni di produzione editoriale”.
Martedì primo aprile, WOW resterà aperto dalle 10 alle 19 con un tavolo per la raccolta firme e fondi, affinché la cittadinanza possa sostenere il museo. La petizione resterà attiva nelle settimane successive, con la possibilità di sottoscriverla anche online. Le firme saranno poi consegnate all’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi e al Sindaco Giuseppe Sala, “invitati a venire al Museo”. Sono ben accette anche le donazioni alla Fondazione, che intanto raccoglie le prime manifestazioni di solidarietà da parte della cittadinanza. C’è chi si chiede, per esempio, perché una realtà culturale impegnata per la comunità non abbia mai ottenuto il riconoscimento di museo civico, o comunque la possibilità di essere cogestita dal Comune. Chi sottolinea anche il mancato supporto al museo da parte del mondo dell’editoria, e chi evidenzia come, in un’area industriale della città dismessa e abbandonata, l’arrivo di WOW abbia arginato l’avanzare del degrado, fornendo al contempo uno spazio di cultura e socialità.
Livia Montagnoli
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