Il progetto che punta a salvare le insegne storiche in Spagna e Portogallo
Tra Spagna e Portogallo, una rete di associazioni si spende per recuperare e catalogare cartelli e grafiche commerciali tradizionali
Chi ha detto che le meravigliose insegne del passato debbano scomparire insieme alle loro attività? Esiste una comunità fatta di piccole associazioni, in Spagna e Portogallo, che si rifiuta di lasciarle andare, e fa di tutto per conservarle. È la Rete Iberica in Difesa dell’Eredità Grafica, fondata nel febbraio del 2020 e composta da oltre 50 progetti che celebrano e custodiscono una forma di eredità storica sempre più minacciata.
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IL VOLTO ANTICO DELLE CITTÀ
I manufatti recuperati dalla rete sono i più diversi, e ogni associazione si impegna per una tipologia differente di conservazione: vecchi neon, cartelli a incisione, insegne riccamente decorate e così via. Quello che tutte condividono è un’idea: l’eredità storica non vive solo nei grandi palazzi e nei gioielli più sontuosi, ma risiede anche nelle piccole cose che hanno modellato l’identità di intere generazioni. Grazie a questo spirito di rispetto e recupero si sta venendo a creare un archivio che copre (per ora) 25 città della penisola iberica, preservando l’antico volto di centri abitati grandi e piccoli come già accade in alcuni musei europei come a Berlino o a Varsavia.
CRISI E TRASFORMAZIONE
Il movimento iberico acquisisce sempre maggiore rilievo anche a causa delle sempre più ravvicinate crisi economiche globali: con la chiusura delle piccole attività a conduzione familiare vengono anche smantellati i relativi negozi storici, il cui posto è occupato da business a carattere multinazionale o da catene di franchising senza connessioni con il territorio. È anche per non perdere questa connessione che esiste la Rete: insieme ai cartelli vengono spesso salvate le loro coordinate, andando a creare mappe a-temporali tematiche, tutte strettamente collegate con la storia delle città e delle persone dietro locali e attività. Inutile dire che si tratta di un’idea da copiare.
– Giulia Giaume
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