A Chiasso una mostra celebra la grafica pubblicitaria come arte con i lavori di Giovanni Pintori
Bozzetti, disegni, acquerelli: al museo m.a.x. si ripercorre l'iter creativo di uno dei grafici più interessanti e prolifici del Novecento, che si legò tutta la vita alla Olivetti. E contribuì a farne la fortuna
Giovanni Pintori (1912-1999) non è solo uno dei grafici più importanti della storia italiana e mondiale, ma anche – direttamente e indirettamente – uno dei più grandi promotori del Made in Italy degli anni d’oro. Luminare della comunicazione visiva, lavorò per trent’anni con la Olivetti, contribuendo a renderla quello per cui divenne celebre e per cui la conosciamo ancora oggi: più che un’azienda, un’idea. È a questa eredità, e a una più sfaccettata e ricca produzione, che lo svizzero m.a.x. museo di Chiasso dedica una grande mostra, aperta dal 7 ottobre al 23 febbraio.
Giovanni Pintori e l’arrivo in Olivetti
Giovanni Pintori nacque nel 1912 a Tresnuraghes, in provincia di Oristano, da genitori originari di Nuoro, città dove la famiglia si spostò dal 1918. Dopo aver frequentato l’ISIA Istituto Superiore Industrie Artistiche di Monza, nel 1936 iniziò la a lavorare nell’Ufficio Tecnico Pubblicità Olivetti, di cui solo quattro anni dopo sarebbe diventato il responsabile: questo fu l’inizio di una collaborazione trentennale, che lo portò alla realizzazione di una celebre serie di manifesti, pagine pubblicitarie, insegne e stand, negli stessi anni in cui collaboravano con la Olivetti anche il conterraneo Costantino Nivola così come Carlo Scarpa, Gae Aulenti, Eugenio Tavolara.
La fama di Pintori, le mostre e l’AGI
Nel 1950 il grafico e artista ottenne il primo di un lungo elenco di riconoscimenti, la Palma d’Oro della Federazione Italiana Pubblicità, diventando poi Art Director dell’Olivetti e lavorando gomito a gomito con Adriano Olivetti, con cui instaurò anche un rapporto personale. E infatti i suoi lavori compaiono, in bella vista, nella leggendaria mostra del 1952 Olivetti: Design in Industry del MoMA di New York. Nel 1953 Pintori entrò a far parte dell’AGI – Alliance Graphique Internationale (di cui diventerà presidente), e due anni dopo vide i propri manifesti esposti al Museé du Louvre di Parigi. La sua fama era diventata universale. Lasciata l’azienda eporediese per dedicarsi alla libera professione, collaborò dalla fine degli Anni Sessanta con Pirelli, Gabbianelli, Ambrosetti, Parchi Liguria e Merzario, per poi ritirarsi: la sua ultima vocazione fu la pittura.
La mostra di Giovanni Pintori a Chiasso
Il percorso di Giovanni Pintori (1912-1999), pubblicità come arte andrà a tracciare un racconto (a sua volta grafico) che evidenzi la modernità progettuale e le scelte creative di Pintori, tra luce, colore e composizione artistica. L’esposizione – curata da Chiara Gatti, direttrice del MAN di Nuoro, e da Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. – ripercorrerà l’iter creativo e professionale di Pintori, alternando schizzi di manifesti, bozzetti di locandine, disegni e acquerelli, senza dimenticare le costruzioni lignee di moto perpetuo. Con oltre 150 pezzi – tra cui figurano prestiti dai Musei Civici di Monza, dalla Fondazione Archivio storico Olivetti, dalla Fondazione Adriano Olivetti di Ivrea e da collezioni private –, la mostra andrà quindi a tracciare la vita e la carriera di una figura fondamentale dell’arte italiana del Novecento, e uno dei padri della grafica italiana.
Giulia Giaume
Libri consigliati:
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati