L’arte, e la pittura, sono fenomeni sostanzialmente imperituri, che magari subiscono il movimento pendolare di cui ha scritto Gillo Dorfles, ma che sopravvivranno a ogni alterna vicenda del tempo storico. Ciò non significa che si tratti di forme rigide; anzi, proprio l’essere strutture malleabili, linguaggi in evoluzione, permette loro di resistere e riemergere a tempi alterni.
Una ulteriore prova della buona salute della pittura è un libro coedito dalla Whitechapel Gallery e dal MIT Press, intitolato semplicemente Painting. Lo ha curato Terry R. Myers, critico, curatore e docente di base a Chicago e Los Angeles, raccogliendo contributi più o meno d’epoca e provenienti da ambiti non soltanto “settoriali”.
Si inizia con il 1981, con saggi di Douglas Crimp (tratto da un testo più ampio pubblicato su October), Gilles Deleuze (pagine tratte dall’inaggirabile Francis Bacon. Logique de la Sensation), Thomas Lawson (articolo preso da un’altra rivista fondamentale, Artforum) e René Ricard (ancora da Artforum). Le chicche si susseguono, e l’alternanza è anche stilistica: ad esempio, le sette Notes on the Paintings di Peter Halley occupano meno di mezza pagina, e sono sufficienti per delineare un’intera poetica; mentre le nove pagine di Hal Foster, tratte da un saggio scritto per Art in America, sono corredate da ben 23 note.
E non ci sono solo articoli e statement, ma pure interviste, come quella di Benjamin Buchloh a Gerhard Richter, e inventari, come quello di Jim Shaw sui Thrift Store Paintings, e conversazioni, come quella fra Vija Celmins e Chuck Close o fra Catherine David e Robert Storr, e sceneggiature, come quella (un estratto, va da sé) scritta da Julian Schnabel per il suo Basquiat, e brani narrativi, come quello di Jonatham Lethem tratto da La fortezza della solitudine.
Le multiple facce della pittura.
Marco Enrico Giacomelli
Terry R. Myers (a cura di) – Painting
Whitechapel Gallery/MIT Press, Londra-Cambridge (Mass.)
Pagg. 240, £ 14,95/$ 24,95
www.whitechapelgallery.org / mitpress.mit.edu
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #1
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