Biennale, l’onda lunga

È fra le pochissime rassegne biennali che vive anche fra un’edizione e l’altra. Certo, si potrebbe fare di più, ma intanto ci si accontenta. E meno male che all’onda lunga contribuiscono pure i padiglioni nazionali. La Svizzera, ad esempio…

Chissà com’era conciato, ai Giardini della Biennale, il Padiglione Svizzera, Crystal of Resistance, tanto ingombro, soffocante, opprimente, asfissiante. Chissà come hanno retto al caldo, e poi al freddo e all’umido, i cartoni e lo scotch e la stagnola. Chissà, forse l’idea di stampare un catalogo importante, un textbook, è nata anche come controcanto a tanta deperibilità della mostra di Thomas Hirschhorn. Un catalogo che, nei giorni del vernissage e per lunghi mesi successivi, non era ancora disponibile e che porta il titolo Establishing a Critical Corpus.
Un tempo doppio, quindi, forse accidentale, che agevola e stimola la riflessione, quella politica in senso ampio, che da sempre attraversa l’opera dell’artista bernese. L’installazione lagunare (e – perché no? – anche i fondi messi a disposizione dello Swiss Federal Office of Culture, che rendono possibile mettere in libreria a quel prezzo un volume del genere) funge così da pretesto per un’indagine a tutto campo sull’opera di Hirschhorn.
Da pretesto, perché nel libro non troverete nemmeno un’immagine dell’installazione presentata a Venezia, abbondantemente documentata, invece, sul sito crystalofresistance.com, quello ufficiale messo in rete dall’artista.

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Thomas Hirschhorn - Crystal of Resistance - Padiglione Svizzera - Biennale di Venezia 2011 - photo Anna Kowalska

Il punto del libro sono quindi i testi, redatti per l’occasione da Claire Bishop, Sebastien Egenhofer, Hal Foster, Manuel Joseph, Yasmil Raymond e Marcus Steinweg. Manco a dirlo, è Hal Foster a licenziare il saggio più interessante. Sin dal qualificare il lavoro di Hirschhorn come ‘precario’, che non è sinonimo di ‘effimero’, in quanto richiama quella situazione socio-esistenziale che è la precarietà, logica conseguenza del capitalismo post-fordista; nonché, dal punto di vista etico, la fragilità connaturata all’Io e al suo incontro con l’Altro.
A turbare questo sistema di lettura sopravviene la “bête” in tutte le sue sfaccettature, dall’acefalo al fan, da Bataille a Gramsci. Ed è solo l’inizio, perché le parole-chiave che propone Foster sono ancora un paio, e le complicazioni aumentano.

Marco Enrico Giacomelli

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Il padiglione svizzero alla Biennale di Venezia 2011

Thomas Hirschhorn. Establishing a Critical Corpus
JRP|Ringier, Zürich 2011
Pagg. 368, € 32
ISBN 9783037641859
www.jrp-ringier.com

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #3

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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