La (ec)citazione dell’arte
Nell’ultimo libro di Lucilla Meloni, “Arte guarda arte”, lo snodarsi di movimenti, a partire dalle avanguardie storiche fino alle esperienze più recenti ed estreme, è esplorato alla luce di fulcri tematici che indagano il concetto di citazione. E di come questo cambi di volta in volta, passando per correnti e linguaggi diversi.
Sono numerosi i nomi riportati da Lucilla Meloni, e questo ci fa capire come l’arte contemporanea sia spesso una rivisitazione, una rielaborazione di quanto è stato già fatto e già detto in passato. La docente e direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Carrara sembra porsi una domanda fra tutte: chi e che cosa, quali artisti e quali movimenti hanno contribuito a rivoluzionare la storia dell’arte attraverso il recupero, a volte spregiudicato e altre volte più sottile, della storia dell’arte stessa? Da qui parte la ricerca della Meloni, volta a indagare – con uno sguardo al contempo sincronico e diacronico – fatti e personaggi che hanno preso a prestito forme già codificate del linguaggio artistico mediante omaggi, rivisitazioni e citazioni testuali, ma anche prelevamenti, attraversamenti e dislocazioni. Meloni si domanda anche cosa muova l’artista a impossessarsi di opere altrui: il gioco, la dissacrazione e le motivazioni mediatiche sono solo alcune delle ragioni individuate dall’autrice.
Il libro è inoltre ricco di riferimenti ai protagonisti che hanno dato luogo a interessanti dibattiti teorici sull’argomento. Rimandi autorevoli che si succedono con un ritmo incalzante all’interno di un’indagine condotta in modo sistematico.
Una particolare attenzione l’autrice la rivolge agli Anni Settanta e al Postmoderno, periodo che ha radicalmente trasformato il mondo dell’arte, non solo per ragioni culturali ma anche geografiche, sociali e politiche. Così si passa da Luigi Ontani che con i suoi tableaux vivants cita la storia dell’arte ribaltandone completamente il concetto di hic et nunc, agli Anacronisti volti a citare in maniera tautologica l’intera storia dell’arte. Tra i vari esempi di influenti artisti italiani – tra cui Giulio Paolini, capace di rivisitare i capolavori museali trattati come ready made -, abbiamo anche un vasto elenco di nomi internazionali come Arnulf Rainer, che lavora sulla riproduzione dell’opera originale alterandone l’immagine per addizione o sottrazione, e Sherrie Levine, che aderendo alla cultura postmoderna degli Anni Ottanta dichiara l’impossibilità di essere originali nel mondo contemporaneo.
Dunque, grazie alla citazione l’opera sopravvive all’autore, assume spesso un nuovo significato contestualizzandosi all’interno di uno scenario storico-culturale diverso da quello di provenienza. Così al concetto di appropriazionismo, spiega Meloni, si aggiunge quello di “remake”, fino ad arrivare alla definizione più recente di postproduction.
Se l’arte contemporanea viene spesso considerata, soprattutto dai non addetti, complessa e di difficile lettura, Lucilla Meloni ha il merito di saperla raccontare con chiarezza e sapiente capacità di scrivere.
Gli sviluppi concettuali e i protagonisti sono spiegati dall’autrice con uno sguardo preciso e informatissimo, tracciando un fil rouge capace di individuare nei diversi linguaggi della ricerca visiva, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al cinema, dalla video arte fino ai re-enactment e i flash-mob, coloro che hanno fatto della citazione una pratica.
Giorgia Calò
Lucilla Meloni – Arte guarda arte. Pratiche della citazione nell’arte contemporanea
Postmedia Books, Milano 2013
Pagg. 160, € 16,90
ISBN 9788874900992
www.postmediabooks.it
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