Tre ragioni per gioire: Museo Marino Marini, Humboldt Books e Luca Trevisani
Metti un museo monografico che svolta di 180 gradi grazie a un direttore illuminato. Metti una casa editrice che nasce con un progetto folle in un Paese che non legge e con il settore in crisi nera. Metti un giovane artista che non si lamenta, tira dritto e lavora alacremente. Mettili tutti insieme e…
La prima ragione per gioire: i musei sono una realtà in pieno fermento, basta saperli gestire. L’esempio nella fattispecie è il Marino Marini. Nato a Firenze nel 1988 nell’ex Chiesa di San Pancrazio e – grazie a una “magica” porta aperta nel 2013 – confinante con la Cappella Rucellai e il Tempietto del Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti, gode del sostegno della fondazione pistoiese dedicata al grande scultore. Il nucleo di opere possedute è importante, la loro rilevanza indubbia. Ma il rischio del circolo vizioso conservazione-cupezza è dietro l’angolo. Così nel 2009 viene chiamato Alberto Salvadori, tuttora direttore del museo. E cosa fa? Semplice: mette in piedi una programmazione vivace, di produzione dell’arte, coinvolgendo soprattutto giovani artisti e curatori. Ne beneficiano le opere di Marini, il museo, la città, gli artisti…
La seconda: l’editoria cartacea scoppia di salute. Anche qui, è sufficiente avere buone idee, un progetto chiaro in mente, un’idea progettuale forte. Prendiamo il caso di Humboldt Books di Milano, la cui direzione fa capo a Giovanna Silva: fa soprattutto narrativa di viaggio, pescando nella tradizione Sette-Ottocentesca, ma aggiornandola con nomi e carta e design contemporanei. Esempi? Vincenzo Latronico e Armin Linke in Etiopia, Giorgio Vasta e Ramak Fazel negli States, per limitarci a due casi.
La terza: i “giovani artisti” italiani sono bravi e internazionali. Le critiche al cosiddetto sistema sono legittime e sacrosante, i piagnistei sono patetici e improduttivi. Uno come Luca Trevisani ne è la dimostrazione: veronese classe 1979, lavora con gallerie come Mehdi Chouakri a Berlino, espone in museo come il Macro a Roma e vince premi come il Furla e il Moroso. E nel 2013 ha esordito alla regia con il film Glaucocamaleo.
Tutto questo cosa c’entra con una rubrica che si occupa di narrativa legata all’arte (contemporanea)? Semplice anche qui: le best practice si attraggono. E così succede che Luca Trevisani faccia una mostra al Museo Marini, curata da Alberto Salvadori e Davide Giannella, e che il (non)catalogo sia stampato da Humboldt con una prefazione nientemeno che di Andrea Cortellessa. Un diario di viaggio scandito in undici racconti, col tema dell’acqua a fare da filo rosso.
Marco Enrico Giacomelli
Luca Trevisani – Water Ikebana
Humboldt Books, Milano 2014
Pagg. 216, € 15
ISBN 9788890841866
www.humboldtbooks.com
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #19
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