I rapporti tra arte e natura hanno radici e articolazioni di lungo corso. Tuttavia, è l’arte contemporanea, con i suoi sconfinamenti nell’ambiente e con le possibilità aperte dal concettuale, a segnare un cambio di passo. Il volume Coltivare l’arte. Educazione Natura Agricoltura di Antonella Marino e Maria Vinella, pubblicato di recente da Franco Angeli, traccia un utile resoconto su un tema che si presta a molteplici letture.
Muovendosi dalla sensibilità romantica che riserva al paesaggio il portato di esperienze interiori, educate al sublime kantiano, il testo si concentra, come suggerisce il titolo, sull’arte del coltivare. Vale a dire su quelle ricerche che si prendono cura a vario titolo dell’ambiente, potenziandone le vocazioni estetiche o attivando progetti e interventi sperimentali, migliorativi o di tutela.
I PADRI PUTATIVI
Da questo punto di vista, dirimenti appaiono le esperienze di Joseph Beuys e Gianfranco Baruchello, che fungono da archetipi per artisti successivi. Partendo da queste posizioni pionieristiche, arricchendosi di tematiche ambientaliste e, in periodi recenti, di istanze più integraliste in campo ecologista, l’analisi delle autrici considera con doviziosi esempi la scena del terzo millennio. Dal Duemila in poi, dunque, quando la pratica artistica incontra e interagisce con rivendicazioni sociali, con urgenze urbanistiche e si trasforma in interventi sul territorio che producono alternative economiche e modelli di gestione della città, come orti urbani e community garden. Esempi ormai diffusi, nati per contrastare politiche istituzionali di pianificazione dello spazio pubblico, generati dal “basso”, dai bisogni reali delle comunità e dall’esigenza di sottrarre aree verdi all’abusivismo edilizio, alla speculazione e all’inquinamento ambientale.
PAROLA AGLI ARTISTI
Ampio spazio viene inoltre riservato agli artisti impegnati nell’agricoltura e nelle sue possibilità di incrementare progetti di crescita locale e di integrazione tra ruralità e urbanità. Anche in questi casi si tratta di esempi ecosostenibili, in linea con la salvaguardia dell’habitat, che si arricchiscono di pratiche partecipate e didattiche per favorirne la diffusione, con residenze promosse da aziende agricole e laboratori creativi. Un contributo determinante per spiegare nel dettaglio come si sono articolate tali ricerche e come si sono insediate attivamente all’interno delle comunità è fornito direttamente dagli interessati, nelle interviste agli artisti Nico Angiuli, Emanuela Ascari, Leone Contini, Luigi Coppola, Ettore Favini.
Nella parte finale, con puntuale vis catalogatoria, il libro restituisce una mappatura di parchi-scultura e giardini d’artista presenti in Italia, in cui l’“utopia pedagogica” si concretizza nell’incontro tra lo spazio naturale e lo sguardo eterogeneo dello spettatore. Ne conseguono un’esigenza formativa e una preparazione adeguata, fondata su più contributi disciplinari. In questa interazione didattica, workshop, incontri o vere e proprie scuole autogestite concorrono a mediare i processi creativi con una corretta lettura dell’ambiente, in una logica ispirata a un apprendimento agro-ecologico. Tale che dall’utopia beuysiana si giunga a una dimensione agro-artistica con nuove visioni e soprattutto con operative proposte per migliorare e rigenerare l’ambiente fatalmente compromesso.
– Marilena Di Tursi
Antonella Marino e Maria Vinella – Coltivare l’arte. Educazione Natura Agricoltura
Franco Angeli, Milano 2018
Pagg. 164, € 20
ISBN 978889177865519345
www.francoangeli.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati