Libri d’artista. L’esempio di Dieter Roth
Fra le tante fiere andate in scena durante la settimana dell’arte torinese c’era anche FLAT, dedicata ai libri di e sugli artisti. Al primo piano del contro direzionale Lavazza, una grande mostra ha raccontato Dieter Roth, artista-simbolo della produzione di libri d’artista. Ad accompagnare la rassegna, un libro.
I libri sui libri degli artisti sono una tipologia di volume assai utile per chi studia questo tipo di opere, per chi colleziona, ma anche per comprendere a pieno la ricerca di un artista anche in altri ambiti. In Italia il maestro in questo tipo di pubblicazione è stato Giorgio Maffei, rimpianto libraio raffinato, che ci ha condotto nell’editoria d’artista dell’Arte Povera, di Bruno Munari, di Allan Kaprow e di molti altri.
Una bella mostra dedicata ai libri di Dieter Roth era il cuore di FLAT, a Torino, la mostra mercato del libro d’artista che ha avuto luogo nella Nuvola Lavazza durante Artissima.
La rassegna era accompagnata dal volume di Elena Volpato, dal titolo Dieter Roth. Pages (edizione FLAT), che va ben oltre il limite temporale della durata della manifestazione, rivelandosi un utile strumento per chi voglia addentrarsi nella produzione editoriale dell’artista tedesco di nascita, naturalizzato svizzero (la madre era tedesca e il padre era svizzero), scomparso vent’anni orsono a sessantotto anni, al quale l’HangarBicocca ha dedicato qualche anno fa una grande mostra.
I LIBRI
Se la moderna storia del libro d’artista può trovare una data di inizio nel 1961-62 con quattro volumi sorprendenti, come affermato nei suoi studi da Anne Moeglin-Delcroix, una delle più importanti studiose del settore, uno di essi è proprio di Dieter Roth. Si tratta del volumetto Dagblegt Bull, il numero 8 della rivista Daily Bull, pubblicata da Balthazar e Pury, composto da circa centocinquanta fogli ritagliati da fogli di prova di stampa offset a colori. Le dimensioni colpiscono: 3,3 x 3,6 centimetri, la rilegatura è a colla, la copertina è di carta. Il tutto è contenuto in una piccola scatola di cartone. Il libro è costituito da fogli di carta stampata in una lingua leggibile davvero da pochi, l’islandese. L’Islanda era il Paese dove l’artista si era trasferito nel 1957. Roth non era nuovo a operazioni di questo tipo: nello stesso anno, aveva dato vita a Daily Mirror Book, pubblicato da Forlag edizioni di Reykjavík in 220 esemplari firmati. Il volume era ancora più piccolo: 2 x 2 cm. La realizzazione di queste opere ha un aspetto che pare una sorta di rituale: Già in Bok 3°, sempre del 1961, aveva utilizzato la carta dei giornali islandesi, ma questa volta il formato era decisamente diverso, 20 x 20 cm.
KINDERBUCH
Roth inizia lavorare ai libri d’artista nel 1954 e lo fa sino alla fine della sua vita. Dà origine in quell’anno alla serie Bok, traduzione islandese della parola libro. Di grande interesse anche i libri per bambini, come il primo Kinderbuch ‒ realizzato in stampa a quattro colori, fatto di forme geometriche con fori tagliati a mano e fustellati, dotato di una rilegatura a spirale e iniziato tre anni prima ‒ da cui emergeva la forza della sua formazione svizzera. Anche questo in pochi esemplari, solo 75.
Il libro di Volpato contiene anche documentazione di progetti, diari scritti e disegnati e riesce a fornirci un’idea ampia di questo artista geniale che si è mosso, nel corso degli anni, ben al di là delle strettoie di generi ed etichette.
‒ Angela Madesani
Elena Volpato ‒ Dieter Roth. Pages
Edizioni FLAT, Torino 2018
Pagg. 352, € 50
ISBN 9788894388701
http://flatartbookfair.com
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