COMBATTE:
abulia, ignavia, noia, superficialità, difficoltà nella concentrazione, occhio pigro, disturbi oculari, rinite stagionale o perenne.
CONSIGLIATO A:
sognatori, curiosi, cinefili, cineasti, fotografi, fotoamatori, appassionati di fotografia, collezionisti di chicche editoriali.
PARTICOLARMENTE INDICATO IN CASO DI:
nostalgia della Swinging London, cinefilia, visionarietà.
SCONSIGLIATO IN CASO DI:
paranoia, sospettosità diffusa, chiusura mentale, allergia al mezzo fotografico.
COMPOSIZIONE:
il libro raccoglie i preziosi materiali che hanno portato sul grande schermo, nel 1966, Blow-Up: dal racconto di Julio Cortázar, Le bave del diavolo, spunto per Michelangelo Antonioni per la realizzazione della pellicola, al soggetto inedito del film corredato dalle immagini del dattiloscritto corretto a penna dello stesso regista.
Inoltre, un saggio firmato da Philippe Garner accompagna gli ingrandimenti più celebri della storia del cinema che il protagonista Thomas, fotografo di moda nella Londra degli Anni Sessanta, appende a una parete del suo studio. “In realtà” gli scatti che riprendono un incontro segreto tra due amanti a Maryon Park, a Woolwich, un quartiere sudorientale di Londra, sono opera di Don McCullin, il fotografo reclutato da Antonioni per realizzare le immagini su cui si sviluppa la trama della pellicola.
Gli ingrandimenti si riveleranno tracce di un giallo che, tuttavia, il regista non è interessato a risolvere: ad Antonioni preme piuttosto dare spazio a un ragionamento sulla natura stessa della fotografia, spogliandola dal suo valore probante, dalla sua pretesa di innata veridicità.
Non bisogna fidarsi, allora, dell’occhio umano e nemmeno di quello della macchina: la fotografia non è più sinonimo di verità assoluta, poiché è ambigua come la realtà. L’indagine si sposta, dunque, sulle possibilità dei mezzi espressivi e sulle varietà della percezione visiva.
Per delineare con precisione il protagonista di Blow-Up, il regista sottopone un suo questionario – che il libro raccoglie – ai fotografi di moda londinesi del tempo per sondarne lo stile di vita e le abitudini.
A questo testo si aggiungono una relazione, probabilmente commissionata dalla produzione o dal regista stesso, di Anthony Haden-Guest sulla professione del fotografo in quegli anni nella capitale inglese e una lunga intervista, a cura di Francis Wyndham, ai protagonisti della Swinging London che hanno ispirato la pellicola: David Bailey, Terence Donovan e Brian Duffy.
Tanta scrupolosa attenzione al mondo fotografico rivela, in effetti, al lettore l’idea che sta alla base del film e cioè che, nonostante la volontà di cogliere e replicare la realtà, nessuna tecnologia riproduttiva può mai rappresentare in pieno l’enigma del reale.
Infine, le foto di scena e tre saggi critici firmati rispettivamente da Walter Moser, Ernesto Franco e Goffredo Fofi compongono una riflessione completa su Blow-Up e sulle istanze della fotografia. Il gran finale è affidato ad alcune pagine de L’Espresso in cui Alberto Moravia interroga Michelangelo Antonioni a poca distanza dall’uscita del film.
“In uno degli ultimi ingrandimenti la ragazza ha un’espressione quasi drammatica. Non sta guardando l’uomo che è con lei, ma qualcosa fuori dalla foto. Che cosa poteva guardare con tanta ansietà? Al fotografo viene in mente di aver fatto anche una fotografia del lato destro del prato, dove appunto è diretto lo sguardo della ragazza. In fretta e furia la sviluppa, la ingrandisce e la attacca vicino al primo piano. Si vede subito dove finiva lo sguardo della ragazza: finiva esattamente ai piedi dei cartelloni pubblicitari”.
EFFETTI COLLATERALI:
tachicardia, ipersensibilità, entusiasmo, allucinazioni, disposizione a ingrandire le cose, ossessione per siepi e cespugli.
‒ Isabella Pedicini
Michelangelo Antonioni & Julio Cortázar ‒ Io sono il fotografo. Blow-Up e la fotografia
Contrasto, Roma 2019
Pagg. 192, € 24,90
ISBN 9788869657597
www.contrastobooks.com
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