Si può camminare su una faglia e farne un’opera d’arte? Cosa ci racconta l’occhio quando guarda un pomodoro? Lo sapevate che Baj e Nespolo erano grandi amici? Queste e altre storie sono quelle raccontate in sei libri che vi raccontiamo a nostra volta in queste schede.
– Marco Enrico Giacomelli
GIORGIO ANDREOTTA CALÒ CAMMINA SULLA FAGLIA
Quell’incisione frastagliata sulla copertina del libro riproduce con precisione un tratto della faglia Gloria, ovvero la frattura che distingue dal punto di vista geologico l’Africa e l’Europa. Gloria si intitola il libro stesso, ed è il racconto in forma diaristica del viaggio di quaranta giorni compiuto a piedi da Giorgio Andreotta Calò da Venezia a L’Aquila, seguendo quell’invisibile ma talora devastante frontiera. Un percorso a ritroso, dunque, rispetto alla propagazione tellurica che ebbe come epicentro nel 2016 il capoluogo abruzzese. Un percorso accompagnato da riflessioni che spaziano dal cartografico (sentieri interrotti, ascese e discese, indicazioni fuorvianti…) all’essenziale (il freddo, la pioggia, il cibo, i ripari per la notte), all’esistenziale (“Il cammino ha sempre a che fare con un moto di spirito, con una motivazione intima che spesso si intreccia alla propria esistenza”, p. 38), al politico (“Ogni uomo di governo dovrebbe camminare, farsi a piedi quella parte di mondo che pretende di governare”, p. 23), all’antropologico (“Camerino in quella piazza è metafisica, sospesa e silente. Il silenzio è tutto quello che puoi sentire in questi luoghi abbandonati. Più forte del silenzio dei boschi dove la natura continua invece a parlare. Qui è silenzio di abbandono, di nulla”, p. 81). Infine, quasi, Amatrice, luogo-icona-tema in una sola parola: “È possibile riconoscere un senso nella catastrofe? Nell’epicentro si manifesta con chiarezza quanto si andava gradualmente disvelando in questo lento avvicinamento. I segni del dissesto, dell’incuria, dello sfascio. I segni dell’abbandono e del declino” (p. 103). Giorgio Andreotta Calò, si dirà, è un artista visivo; la risposta è sì, ci sono anche le immagini, una cinquantina, scattate con un iPhone. Ma sono accessorie, supporto a una visionarietà che l’autore riesce perfettamente a comunicare attraverso la scrittura, almeno in questo progetto.
Giorgio Andreotta Calò – Gloria
Humboldt Books, Milano 2021
Pagg. 320, € 29
ISBN 9788899385781
www.humboldtbooks.com
I FOTO-FILM DI PAOLO GIOLI
È appena terminata la mostra di Paolo Gioli in Salento, divisa fra il Museo Castromediano di Lecce e il Palazzo Tupputi di Bisceglie. E fra poche settimane riaprirà a Beijing, città in cui l’artista originario di Sarzano, in provincia di Rovigo, aveva fatto il suo esordio cinese nel 2007. A sovrintendere alle operazioni, uno dei più acuti studiosi dell’immagine, Bruno Di Marino, che sin dal titolo della rassegna ne sottolinea due caratteristiche: l’intento retrospettivo (Antologica) e la caparbia nonché inattuale – in senso nietzscheano – sperimentazione mediale di Gioli (Analogica). Per comprenderne più a fondo la poetica, il catalogo è uno strumento utilissimo, corredato com’è da saggi illuminanti di parecchi interpreti, dallo stesso Di Marino a Marco Senaldi (sua la definizione di Gioli quale “materialista ascetico”, consapevolmente stretto “tra la fenomenicità del reale e la sua essenza noumenica”) a Sandra Lischi (“l’idea che Gioli ci regala del medium come instabile tramite con la meraviglia e il tremore dell’esistere”).
Bruno Di Marino (a cura di) – Paolo Gioli. Antologica/Analogica
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2021
Pagg. 308, € 32
ISBN 9788836647675
www.silvanaeditoriale.it
DANIELE SIGALOT PRENDE IL VOLO
Il formato è di quelli che si fanno notare: 30×38 centimetri. D’altra parte, la location è della medesima taglia: il progetto A portrait of everyone, everywhere di Daniele Sigalot è infatti allestito all’aeroporto di Malpensa, scalo internazionale che – ce lo auguriamo pressoché tutti – tornerà fra breve a macinare cifre a sei zero l’anno. Di cosa si tratta esattamente? Di dodici ritratti “ambientati” in altrettante città (Milano, Roma, Cape Town, Mosca, Barcellona…), ritratti che frammentano la figura umana con effetto caleidoscopico. Il risultato non è una spersonalizzazione ma, al contrario, un invito all’identificazione; non l’annullamento dell’Io ma la costruzione di un Noi. Il libro non si limita tuttavia a raccontare questa installazione, bensì ripercorre anche le fasi precedenti del lavoro di Sigalot, e così si scoprirà che l’interesse per l’aeronautica risale almeno al 2016, quando lo stesso artista aveva presentato lavori come Spielraum, Even the wind gets lost e My ego is bigger than yours – dove il tema dell’“aeroplanino” torna incessantemente – alla galleria berlinese Berheimer, alla Reggia di Caserta, alla Triennale di Milano e al Palazzo Ducale di Genova. Nota finale: anche questo catalogo è arricchito da testi di una decina di contributor, da Luca Beatrice a Chiara Guidi.
Daniele Sigalot. A portrait of everyone, everywhere
Skira, Milano 2020
Pagg. 188, € 45
ISBN 9788857244952
www.skira.net
COSIMO VENEZIANO ATTIVATORE DI PENSIERO
Il libro è double face: da un lato ci sono le exhibitions, dall’altra il reader. Da un lato, dunque, le tante declinazioni che ha assunto il progetto Biomega Multiverso di Cosimo Veneziano, dalla Tenuta Cucco a Serralunga d’Alba alla Fondazione La Raia di Novi Ligure, dal Museo di Latronico (con una collettiva sviluppata nell’ambito di Matera Capitale Europea della Cultura 2019) fino alla recente personale ospitata da Camera a Torino. Immagini, testi dei curatori, una cinquantina di pagine e si sarebbe chiusa qui, e già con un certo grado di soddisfacimento. Poi però il libro si ribalta e si apre un mondo, quello del reader per l’appunto, e nel senso pieno del termine. Non dunque una serie di contributi sul lavoro di Veneziano, ma una infilata di saggi che da quel lavoro prendono spunto e giustamente si avviano lungo innumerevoli strade. Una quindicina di interventi che spaziano dal rapporto fra arte e neuroscienze al tema dell’alimentazione e dell’agricoltura, con firme che spaziano anch’esse da Andrea Staid (autore de La casa vivente, recente volume di cui parleremo a breve su queste colonne) a Marco Antelmi (artista-ingegnere da seguire con attenzione) a Vincenzo Estremo (che ha firmato il libro – fra arte e politica – probabilmente più interessante dell’anno scorso, Teoria del lavoro reputazionale).
Beatrice Zanelli (a cura di) – Cosimo Veneziano. Biomega Multiverso
Nero, Roma 2020
Pagg. 244, € 20
ISBN 9788880560968
www.neroeditions.com
LE MANI PENSANTI DI STEFANO BOCCALINI
In maniera più o meno esplicita e consapevole, siamo cresciuti con la convinzione che res cogita e res extensa fossero non solo separate ma inconciliabili: corpo e anima, lavoro manuale e lavoro intellettuale, artigianale e concettuale – le coppie apparentemente antinomiche sono centinaia. E ovviamente così non è, poiché si tratta di una semplificazione manichea che non trova riscontro in nessun ambito del reale. In questa linea di prassi teorica e teoria pratica si innesta La ragione delle mani, progetto dell’artista e docente Stefano Boccalini, fresco vincitore del bando Italian Council. Dalla testarda e manuale Val Camonica è sorta una riflessione sul linguaggio (“il ‘luogo’ dove le diversità assumono un ruolo fondamentale, diventando il mezzo con cui contrapporre al valore economico il valore del ‘comune’”, per citare l’artista) tradotta a sua volta in cultura materiale, in una mostra alla Maison Tavel di Ginevra e in un libro edito da Archive Books. Il tutto grazie ad Art for the World Europa, l’inesausta piattaforma di produzione artistica animata dall’altrettanto instancabile Adelina von Fürstenberg.
Stefano Boccalini. La ragione delle mani
Archive Books, Berlino 2021
Pagg. 188, s.i.p.
ISBN 9783948212513
www.archivebooks.org
BAJ & NESPOLO, LA COPPIA CHE NON TI ASPETTI
Trentacinque anni di sodalizio, nato fra un (allora) giovane artista e un “padre putativo”, di cui galeotto fu Giorgio Marconi, il quale chiamò Ugo Nespolo per annunciargli che Enrico Baj aveva acquistato due sue opere. Nasce dunque così un rapporto che in pochi si rammentano e che ancora meno si potrebbero aspettare, probabilmente offuscati dall’arcigno sarcasmo con cui si identifica l’operato di Baj e la “commercialità” assegnata pregiudizialmente all’opera di Nespolo. Peccato che, a studiare un poco più a fondo come andarono le cose, si capirà che Baj fu un gaudente patafisico che, sollecitato da un altrettanto stralunato Nespolo, partecipò ad esempio agli sperimentalissimi film di quest’ultimo – da La galante avventura del cavaliere dal lieto volto del 1967 al Con-certo rituale del 1972-73. Il tutto lo raccontano i due protagonisti, con un testo inedito e recente Nespolo, con uno scritto di gennaio 1980 Baj.
Enrico Baj – Nespolo. Ovvero il pretesto del funzionale
Skira, Milano 2020
Pagg. 48, € 9
ISBN 9788857245300
www.skira.net
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