Lo scrittore, poeta e saggista ceco Milan Kundera è morto a 94 anni a Parigi, dove decise di trasferirsi negli anni Settanta quando la Cecoslovacchia era ormai diventata terra sovietica. Un ambiente accogliente e vivace, quello parigino, nel quale Kundera si trovò subito a suo agio insegnando all’Università di Rennes e adottandone la lingua per scrivere. Due patrie e due realtà che hanno forgiato lo scrittore. Un dualismo che emerge nelle trame dei suoi celebri romanzi, a partire dai primi, Lo scherzo (1967), La vita è altrove (1969) Il valzer degli addii (1972); per poi passare a un piano più riflessivo con il bestseller L’insostenibile leggerezza dell’essere del 1984 e La lentezza del 1995.
Milan Kundera. La vita e le opere
Nato a Brno (all’epoca Cecoslovacchia, oggi Repubblica Ceca), Milan Kundera ha studiato letteratura e musica a Praga, guidato dal padre Ludvìk, noto pianista e direttore dell’Accademia musicale di Brno. Sin da adolescente sviluppa una propensione verso la scrittura, tanto da pubblicare le sue prime poesie. Dopo aver seguito per un anno i corsi di letteratura all’Università Carolina di Praga, Kundera passa agli studi di cinematografia, dove si laureò e tenne corsi di letterature comparate. Ancora studente, decise di iscriversi al Partito comunista, diventando un punto di riferimento importante durante gli incontri e le discussioni. Nel 1968 si schierò apertamente con la cosiddetta Primavera di Praga, una manifestazione di intenti che gli costò il posto da docente e l’espulsione dal partito. Una condizione stringente e soffocante che lo portò a maturare la decisione di migrare altrove: nel 1975 si stabilì in Francia, dove ha vissuto fino alla morte con la moglie Vera Hrabànkovà. Elementi come la musica, l’introspezione psicologica e la politica tornano nelle pagine dei suoi libri, intrecciando digressioni filosofiche ad un vissuto pregno di esperienze. Interrogativi sul futuro del genere umano, riflessioni sulle frustrazioni dell’uomo, dei vincoli e della frenesia che ne condizionano l’esistenza non trovavano mai una risposta perché “l’ambizione della mia vita”, confessava lo scrittore, ripreso dal Corriere della Sera, “è unire la serietà delle domande alla leggerezza della forma”.
Milan Kundera e il cinema
Il successo riscosso da L’insostenibile leggerezza dell’essere venne anche dall’adattamento cinematografico di Philippe Kaufman e Jean – Claude Carrière del 1988, con Daniel Day – Lewis nel ruolo di Tomáš e Juliette Binoche in quelli di Tereza. Ambientata nel 1968 a Praga, la storia racconta la vita e le vicende di una stretta cerchia di artisti e intellettuali cecoslovacchi durante la Primavera di Praga, interrotta dall’avanzata sovietica intenta a correggere la piega socialista presa dal Paese. Intrecci di vita privata, legami sentimentali e storia hanno dato vita ad una trama che, ancora oggi, riscuote un successo clamoroso tra i lettori di diverse generazioni.
Valentina Muzi
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