Da rivista a casa editrice: è la storia di Krill Books, la cui linea editoriale si concentra sul contemporaneo con un approccio pop e spazia dalla filosofia, all’arte, alle scienze umane e sociali. Abbiamo intervistato il fondatore per farci raccontare la loro storia e per avere il loro punto di vista sul panorama editoriale italiano.
Raccontateci Krill Books: come e quando è nata, che linea editoriale ha, a chi si rivolge
Krill Books come marchio editoriale nasce nel 2020. Il progetto editoriale prende le mosse dalla rivista Krill, pubblicata tra il 2008 e il 2010. La rivista è stata un quadrimestrale sull’immaginario contemporaneo, con contenuti di vario genere: saggi, reportage, interviste e illustrazioni. Krill Books è un progetto editoriale che vuole raccontare il contemporaneo utilizzando, innanzitutto, le forme espressive della saggistica e con particolare attenzione al sapere in chiave pop, soprattutto filosofia e altre scienze umane e sociali. Vuole anche prestare particolare attenzione ai processi che investono il mondo della comunicazione e alle modalità attraverso cui cinema, serie tv e aspetti visuali in generale confluiscono nella definizione del nostro immaginario. Krill intende muoversi tra immaginari e filosofie pop, new media e stili di vita digitali esplorando le frontiere dell’editoria e con qualche tuffo nel passato alla ricerca di impensabili rimandi all’attualità.
Con che pubblicazioni?
I nostri libri si rivolgono a un pubblico appassionato alla teoria contemporanea che cerchiamo di restituire in una chiave accessibile, senza rinunciare alla profondità dell’approfondimento. Al momento abbiamo attive tre collane: Shibuya è la collana di Krill Books dedicata all’analisi dell’immaginario contemporaneo attraverso studi e saggi che prendano in considerazione il cinema, le serie tv e i media in generale. Come queste produzioni influenzano la definizione del nostro presente e come contribuiscono alla cristallizzazione di discorsi, filosofie, e modi di vita caratteristici della nostra attualità? Café Philo è una collana dedicata a tematiche dal gusto filosofico per indagare fenomeni del contemporaneo. Stiamo lavorando anche ad opere inedite o riproposizioni di classici, scritti minori e saggi liberi da diritti d’autore per proporre griglie di sapere retrò ma in grado di catturare il presente e di far pensare. Infine, Artmix è una citazione da Germano Celant. Il suo paradigmatico libro omonimo del 2008 può essere la sintesi di un approccio realmente plurale in cui, per dirla con il suo pensiero, oggi l’arte si fa con tutto e ovunque senza confini linguistici e territoriali.
In contesto come quello italiano dove molte persone non leggono libri, come sopravvivono gli editori indipendenti?
La vita per una piccola casa editrice indipendente è particolarmente difficile e piena di ostacoli. Nel nostro caso abbiamo deciso di affidarci al print on demand che ci permette di avere un approccio “ecologico” al mercato, con stampe e tirature necessarie a soddisfare i nostri lettori, riducendo al minimo possibile inutili giacenze di magazzino. Abbiamo strutturato un sistema di distribuzione “dal basso”, fuori dalle logiche della distribuzione tradizionale, in cui si privilegia il contatto diretto con i nostri lettori e con le librerie che mostrano interesse e fiducia nel nostro lavoro. Crediamo molto nell’online, per questo i nostri libri sono sempre accessibili su tutti gli store digitali e acquistabili direttamente sul nostro sito. Insomma, chi vuole sa dove trovarci
Qual è il libro o autore che più vi rappresenta o al quale siete più legati e perché?
L’autore che più rappresenta, ad oggi, il nostro lavoro è Adolfo Fattori, sociologo dei media che insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Grazie anche al suo supporto abbiamo in dote un comitato scientifico che annovera docenti particolarmente qualificati sui nostri temi d’interesse. Adolfo Fattori è anche direttore di una delle nostre collane, Shibuya. Ma siamo affezionati a tutti gli autori con cui collaboriamo e tendenzialmente puntiamo a creare con loro relazioni dalla lunga progettualità.
Vi andrebbe di indicarci un editore indipendente di cui vi piace particolarmente il lavoro?
Mimesis e Derive Approdi sono due case editrici indipendenti ma con ormai uno storico decennale, di cui apprezziamo particolarmente il lavoro, essendo focalizzato sulla saggistica e sulla costante ricognizione di opere centrali nel panorama della teoria critica contemporanea.
Qualche anticipazione sui libri in uscita nei prossimi mesi?
Stiamo lavorando a due libri in uscita entro il 2023. Uno è dedicato alla serie televisiva Game of Thrones, uno show vero e proprio fenomeno di costume, che segna indelebilmente l’immaginario contemporaneo, fuoriuscendo dallo schermo televisivo ed invadendo con prepotenza il reale. I contributi che ospita provano a mappare e dar conto del cosmo creato dal Trono di Spade e delle dinamiche innescate fra il mondo dentro lo schermo, quello dei romanzi di partenza, gli universi narrativi più o meno adiacenti ad esso e le pratiche attivate dal pubblico. Il secondo sarà un pamphlet sulla cultura digitale, che porrà l’attenzione con acume e ironia su alcuni temi caldi delle nostre strane vite digitali. Ma non vi diciamo di più, il resto lo scoprirete tra qualche settimana.
Ultima domanda: il libro assolutamente da leggere almeno una volta nella vita.
Q di Luther Blisset.
Dario Moalli
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