L’intelligenza artificiale è un pericolo per l’arte? Un libro prova a rispondere 

“La rivoluzione algoritmica delle immagini” di Francesco D’Isa è un’accessibile introduzione alla questione delle IA generative text-to-image, tra rischi e opportunità

“Potrai comunque pensare che sbaglio, ma ammetterai che mi sono preso il tempo per rifletterci” scrive il filosofo Francesco D’Isa nell’introduzione del fumetto Sunyata (Eris Edizioni, 2023), da lui realizzato in collaborazione con intelligenze artificiali generative. Lo dice commentando la grande quantità di saggi, interviste, interventi e conversazioni che ha realizzato e a cui ha partecipato discutendo le applicazioni artistiche, e la possibilità stessa di fare arte, con appunto le cosiddette IA generative, e nello specifico con quelle che generano immagini (sintografie) a partire da testi (text-to-image, TTI). L’ultimo libro di D’Isa, La rivoluzione algoritmica delle immagini. Arte e intelligenza artificiale edito da Luca Sossella Editore, raccoglie e sintetizza queste riflessioni. 

Francesco D'Isa, La rivoluzione algoritmica delle immagini
Francesco D’Isa, La rivoluzione algoritmica delle immagini

Cosa svela “La rivoluzione algoritmica delle immagini” 

Un sistema TTI, come Midjourney, funziona più o meno così: a una macchina vengono fornite molte immagini etichettate come “gatto” in modo che impari non cosa sia un gatto ma i pattern, gli elementi ricorrenti, delle immagini di gatti e in modo che possa imitare i pattern statisticamente significativi a richiesta, creando sintografie di gatti. La rivoluzione algoritmica delle immagini è una buona introduzione al tema, o almeno un modo per iniziare una conversazione su un argomento che D’Isa sa essere in rapido sviluppo. Il tono è divulgativo, i capitoli brevi, la discussione non dà per scontate conoscenze da parte del pubblico e anche se D’Isa si concentra sulle sue proposte (e non mancano seppur argomentate provocazioni) c’è una parziale analisi delle varie posizioni. Per D’Isa, la diffusione dei sistemi TTI ci dà inoltre l’occasione non tanto di mettere in discussione i nostri concetti di arte, autorialità, creatività, mimesis… ma di capire più chiaramente quanto a volte tali concetti fossero già in crisi

Le criticità delle IA 

Per esempio, per D’Isa la mediocrità delle immagini generate dall’IA svela la mediocrità dell’arte commerciale su cui queste IA sono addestrate. Proprio da questa mediocrità deriva la facilità con cui le IA automatizzano la produzione già industriale di tale arte commerciale, con potenziali gravi ricadute sul mondo del lavoro. D’Isa è però critico su quale sia stata la risposta dei settori interessati, concentrati sulla richiesta di rafforzare il diritto d’autore e di evitare che immagini coperte da copyright diventino parte dei dataset delle IA, cioè che vengano usate per addestrarle. Impedire l’uso nei dataset di informazioni di cui non si possiede il copyright creerà secondo D’Isa posizioni dominanti occupate da compagnie come Getty Images, che afferma di avere più di 477 milioni di risorse visive. “È forse la battaglia più importantescrive D’Isa “quella tra IA imposte e governate dall’alto o liberamente modificabili dal basso.” 

Credits Francesco D'Isa
Credits Francesco D’Isa

I pericoli delle IA generative 

D’Isa spiega anche quali siano secondo lui gli altri rischi di queste tecnologie, ridimensionando certe previsioni apocalittiche su IA che diventano coscienti e concentrandosi su questioni più concrete e immediate. Come il loro impatto sul clima, o i pericoli legati al loro uso nella pubblicità, dove potrebbero essere usate per creare contenuti promozionali perfettamente cuciti sui dati che compagnie e piattaforme estraggono dalle nostre attività online. Oppure, siccome “lo spazio creativo di una IA viene plasmato essenzialmente dai dati e dalla loro etichettatura”, D’Isa si dice preoccupato per la sovrarappresentazione dei modelli culturali occidentali e capitalisti nei dataset, e considera anche per questo motivo “vitale la possibilità di poter inserire e modificare dati a piacimento, senza filtri economici come il copyright, perché è l’unico modo per poter plasmare gli immancabili bias della macchina […]. È il ragionamento meno convincente del libro. L’idea sarebbe quella di promuovere (o almeno non bloccare) l’inserimento nei dataset di forme e contenuti alternativi a quelli dominanti per bilanciare le narrazioni egemoniche preferite dalle grandi compagnie, ma in sistemi che funzionano su base statistica come le IA questo pare il celebre scoglio che cerca di arginare il mare. 

Il lavoro fantasma dietro le IA 

Proprio riguardo al dataset c’è anche un’assenza notevole, perché il libro non approfondisce mai come questi dataset siano creati, e quindi questo aspetto non viene mai né problematizzato né la sua problematizzazione viene risolta. La produzione massiva di dati e informazioni, i Big Data, e la loro raccolta sono il prodotto della sorveglianza di massa che Internet permette e che nutre le grandi piattaforme. E sono il prodotto del lavoro non pagato o sottopagato di chi quelle immagini le cura e le etichetta, cioè le cataloga in modo che la macchina capisca cosa c’è al loro interno durante la sua fase di addestramento. È il “lavoro fantasma” (l’espressione è di Mary L. Gray e Siddharth Suri) che permette i sistemi di etichettatura dei dataset e di moderazione delle piattaforme. Un lavoro precario, ripetitivo e a volte traumatizzante, spesso svolto da persone marginalizzate nei paesi dei sud globali, e appunto ignorato nella discussione su questi processi di automazione. 

Le immagini che accompagnano l’articolo sono state realizzate da Francesco D’Isa insieme a IA generative. 

Matteo Lupetti 

Francesco D’Isa – La rivoluzione algoritmica delle immagini. Arte e intelligenza artificiale 
Luca Sossella Editore, Roma 2024 
Pagg. 160, € 15 
ISBN 9791259980601 
https://lucasossellaeditore.it/

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Matteo Lupetti

Matteo Lupetti

Diplomato in Fumetto alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze nel 2010, gestisce il collettivo di fumettisti indipendenti Gravure e scrive di videogiochi per varie testate italiane ed estere. È diplomato in sommelerie all’interno dell’associazione FISAR ed è direttore artistico…

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