Matera 2019. L’editoriale di Ariane Bieou
Ariane Beiou, cultural manager della Fondazione Matera Basilicata 2019, traccia un quadro delle iniziative che costellano l'estate materana in occasione della Capitale Europea della Cultura.
Luglio e agosto sono i mesi in cui il programma culturale di Matera 2019 raggiunge la sua apoteosi, mostrando al meglio i risultati raggiunti dalla scena creativa lucana attraverso quel lungo processo di co-creazione che è stato al centro della scommessa del dossier di candidatura a Capitale Europea della Cultura e che ad oggi rappresenta più del 50% del programma culturale di Matera 2019.
Un percorso “sartoriale” che abbiamo cucito e rifinito su tutti e con tutti gli attori coinvolti nella realizzazione del programma, dai cittadini alle istituzioni culturali, e che ora va in scena grazie alla passione e alla professionalità dei 27 project leader lucani ammessi, nella primavera del 2017, a partecipare al processo di co-creazione avviato dalla Fondazione Matera Basilicata 2019.
I creativi lucani hanno infatti saputo cogliere e rispondere in modo egregio alla sfida lanciata con le seguenti domande: “Cosa Matera (e la Basilicata) porta all’Europa? Cosa l’Europa porta a Matera (e alla Basilicata)?“.
Ciascuno di questi progetti è un tassello che va a incastrarsi nel programma e a richiamare l’altro anche grazie al principio di complementarietà
Il processo di co-creazione ha consentito loro di imparare a creare insieme, a contaminarsi, ad aprire connessioni verso l’Europa e il futuro, a lasciarsi trasportare dall’energia creativa, rinnovando linguaggi e proposte. I risultati sono piccole e grandi meraviglie che, dopo un intenso lavoro di progettazione, ora vengono rese visibili al pubblico. Ciascuno di questi progetti è un tassello che va a incastrarsi nel programma e a richiamare l’altro anche grazie al principio di complementarietà; alcuni di essi trattano gli stessi temi ma declinati in varie modalità, come il concetto de “la più bella delle vergogne” o della sperimentazione arte-scienza / suono-ricerca.
Per facilitare la fruizione e la comprensione dei contenuti proposti, la Fondazione Matera Basilicata 2019 si è impegnata a sostenere in ogni produzione originale, sia nazionale che internazionale, l’elemento della partecipazione, invitando i cittadini temporanei e permanenti a diventare protagonisti ed essi stessi co-autori. La co-creazione si attiva anche tra artisti e pubblico in un “incontro ravvicinato” sempre fertile. L’obiettivo è abbattere le frontiere tra chi abitualmente produce cultura e chi abitualmente ne fruisce. In tal modo, il pubblico ha l’opportunità di essere parte attiva del processo creativo e di scegliere il livello del proprio ingaggio.
Un esempio straordinario in tal senso sono state le 17 repliche del Purgatorio di Dante, messo in scena nell’ex convento Le Monacelle con la regia di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, in coproduzione con Ravenna Festival/Teatro Alighieri e in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, che ha visto la partecipazione di 2mila cittadini, materani e non, come attori corali degli spettacoli. Uno straordinario processo di co-creazione iniziato con la città di Ravenna, che era tra l’altro nostra competitor nella gara delle Capitali della Cultura 2019, e che passerà virtualmente il testimone alla città di Napoli, con l’ambizioso e corale progetto Abitare l’Opera, prodotto con il Teatro di San Carlo di Napoli, con la regia di Giorgio Barberio Corsetti, che tra fine luglio e inizio agosto vedrà la messa in scena della Cavalleria Rusticana nel Rione Sassi di Matera, palcoscenico naturale a scala della città.
Fra luglio e agosto gli elementi della co-creazione e della partecipazione consentiranno alla grande sinfonia che è il programma di Matera 2019 di guadagnare intensità
Per tale iniziativa l’elemento della partecipazione sarà centrale, grazie al coinvolgimento dei cittadini in un percorso chiamato Co-Opera, che li porterà a costruire e poi diventare protagonisti di un Prologo nei Sassi introduttivo all’esecuzione dell’opera lirica. Tutto questo in preparazione alle altre chiamate di co-creazione rivolte al pubblico che animeranno il calendario a partire da settembre, fra le quali spicca quella de Il Nuovo Vangelo di Milo Rau.
Luglio e agosto sono inoltre i mesi in cui il programma di Matera 2019 subisce un cambiamento di scala, allargandosi sia nei formati che negli spazi. Centrale sarà in tal senso l’utilizzo della Cava del Sole, una cava settecentesca ristrutturata e adatta ad accogliere il grande pubblico. In essa saranno ospitati una serie di eventi di grande richiamo, tra cui Apollo Soundtrack, la performance multimediale scritta da Brian Eno, Roger Eno e Daniel Lanois, il concerto dei Subsonica e di Vinicio Capossela, la performance di danza contemporanea sul tema della vergogna della compagnia israeliana Vertigo Dance dal titolo Il paradiso perduto. Leela in coproduzione con il Teatro Stabile di Napoli Mercadante, fino all’attesa due giorni del festival Open Sound.
Oltre alla Cava del Sole, tra le principali destinazioni culturali estive saranno disponibili, nell’ambito della grande mostra La poetica dei numeri primi recentemente inaugurata, anche il Museo Archeologico di Metaponto con i percorsi espositivi tra arte e matematica, nonché il Palazzo Acito, in via Fiorentini a Matera, concesso per l’occasione dal Comune e riaperto per ospitare le mostre di Ugo Nespolo, Tobia Ravà e Aldo Spizzichino. La città dunque si dilata negli spazi, nei numeri di pubblico, nei contenuti e nel “tempo”.
Fra luglio e agosto, quindi, gli elementi della co-creazione e della partecipazione consentiranno alla grande sinfonia che è il programma di Matera 2019 di guadagnare intensità, con un “ritmo” che diventa più “allegro” e “appassionato”.
– Ariane Beiou
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