Matera e la città sotterranea
Si lega a doppio filo all’identità stessa di Matera la mostra allestita fra il Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola e gli Ipogei di Palazzo Lanfranchi.
Incentrata sulle pratiche di scavo, Ars Excavandi illustra l’incredibile “attualità” degli ambienti ipogei che, a distanza di millenni dalla loro formazione, possono fornire idee su come costruire le città del futuro.
Curata da Pietro Laureano, la rassegna prende le mosse dal Paleolitico e raggiunge l’epoca odierna, rileggendo in una prospettiva contemporanea le peculiarità dell’arte ipogea, da cui deriva la realizzazione di grotte, monumenti, paesaggi e città sorti grazie alle azioni di scavo. L’esempio di Matera si affianca a quello di alcuni fra i più noti ecosistemi rupestri al mondo, lungo una linea del tempo che alla cronologia alterna rimandi all’artigianato, alla musica, al folklore e alla musica, trasversali alla storia.
Aria, Acqua, Eros, Fuoco e Terra dettano il ritmo della mostra, che, oltre ad aver inaugurato il palinsesto espositivo di Matera 2019, ha contribuito a riportare il pubblico negli Ipogei di Palazzo Lanfranchi. Un’occasione da non mancare per fare esperienza di architetture scavate nella roccia, simbolo di un lavoro che impone consapevolezza e fatica. Il percorso include anche una ricostruzione ‒ a opera di Enzo Viti e Teresa Lupo, due fra i più grandi conoscitori del volto sotterraneo di Matera ‒ dell’altopiano murgico e dei Sassi di Matera in base alle descrizioni risalenti al XVI secolo. Una “fotografia” ai raggi X della conformazione della città, che regala allo spettatore un colpo d’occhio su una parte degli oltre 20mila metri quadrati ipogei di Matera.
– Arianna Testino
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati