Fotografia una e trina
Nella seconda metà di settembre, sono tre le mostre che vedono nella fotografia il mezzo espressivo predominante. Spaziando da quel “continente marino” che è il Mediterraneo a una panoramica che percorre 28 Paesi europei, fino alla situazione dell’Italia post-sisma.
MEDITERRANEA
Prodotta dall’Agenzia Spaziale Italiana e da Telespazio, la mostra Mediterranea è curata da Viviana Panaccia. Racconta le vite e le storie – non sempre prive di dissidi – che da sempre si snodano attraverso la distesa d’acqua sulla quale l’Italia sporge come un molo. Un racconto concretizzato in immagini satellitari inedite, fotografie, video e installazioni site specific.
La visione dall’alto permette di osservare i macrofenomeni in maniera intuitiva e diretta. Permette di vedere le coste punteggiate di centri urbani affacciati sul mare, le aree portuali con il loro portato di scambi economici, sociali e culturali, ma anche le distese agricole. Permette di osservare, in un’ottica diacronica – un tempo che passa lentalmente solo in apparenza –, l’erosione dei litorali, un fenomeno naturale accelerato dall’attività umana. È l’Antropocene, con i suoi risvolti climatici e di conseguenza migratori – e anche questo si può osservare.
Una mostra dalla spiccata tensione sociale, ad alto tasso scientifico e tecnologico, ma che sfrutta anche la capacità dell’arte di raccontare – attraverso opere antiche e contemporanee – punti di vista spesso meno palesi.
VISIONS FROM EUROPE
Una cordata composta da Matera European Photography, Matera Diffusa, Canon Europe e Fondazione Matera Basilicata 2019 ha permesso di realizzare una panoramica straordinaria su Matera e la Basilicata. Gli scatti sono infatti firmati da 56 autori. Un numero nient’affatto casuale: si tratta di 28 docenti e 28 studenti provenienti da 28 scuole di fotografia di 28 nazioni europee. Immaginate lo sforzo organizzativo necessario per rendere possibile una tale impresa, che ha previsto anche una visita diretta dei luoghi, con soggiorni che si sono dipanati da aprile a luglio, durante i quali i fotografi hanno incontrato il pubblico e presentato la propria attività di ricerca.
Il risultato finale è una mostra – curata da Francis Kohn e Cosmo Laera – composta da circa centocinquanta fotografie, ma in realtà il corpus donato a Matera è ben più ampio e andrà ad arricchirne l’archivio, mentre è in preparazione un volume con testi, fra gli altri, di Mario Calabresi e Giovanna Calvenzi. Un mosaico di interpretazioni che restituisce tutta la ricchezza e le infinite sfaccettature della città nominata Patrimonio dell’Umanità.
TERRAE MOTUS
Un titolo che omaggia Lucio Amelio – mecenate e gallerista che, in seguito al terremoto del 23 novembre 1980 in Irpinia, commissionò opere a tema a grandi artisti italiani e internazionali, confluite in una collezione oggi esposta alla Reggia di Caserta – presenta la mostra Terrae Motus. Geografie e storie dell’Italia fragile. Curata da Antonio Di Giacomo nel decennale del sisma che il 6 aprile 2009 ha distrutto L’Aquila, la mostra è una tappa del progetto Lo Stato delle cose. Geografie e storie del doposisma, un “osservatorio di fotografia sociale e documentaria sull’Italia colpita dal terremoto”. Progetto nato proprio a L’Aquila e proseguito in Centro Italia a seguito delle scosse del 2016/17, con un patrimonio iconografico consistente in ben 15mila immagini.
– Marco Enrico Giacomelli
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