I-DEA. La terza tappa è con Virgilio Sieni
Dopo quelle curate da Mario Cresci e Formafantasma, la terza mostra del ciclo I-DEA è firmata Virgilio Sieni.
Da qualche anno Virgilio Sieni viaggia per le città d’Italia, da nord a sud, approfondendo la ricerca sul “gesto”, oggi centrale nel suo lavoro ma che ha sempre contraddistinto il suo operare coreografico. “La mia ricerca ha sempre riguardato un corpo articolare che, attraverso la tecnica, andasse a scovare tutte quelle ampiezze, quei punti nodali in cui il corpo stesso prende gravità, assume una dinamica e quindi si sposta”, ci aveva raccontato nel 2018 durante il Romaeuropa Festival.
Dopo Milano e Genova, l’Atlante del gesto giunge a Matera, come strumento di indagine della questione dell’archivio legato al luogo e alla comunità che lo abita, attraverso lo studio di gesti fisici e sociali. Thauma Atlante del gesto è un percorso costituito da mostre, installazioni, pratiche, azioni coreografiche, performance, film, mappe alla ricerca di un luogo di risonanza tra gesti antichi e nuovi, in un processo partecipativo che coinvolge i cittadini della Basilicata ma anche antropologi, diaristi, architetti, archivisti, fotografi, videomaker.
D’altra parte nel 2007 Sieni ha fondato una Accademia del Gesto, una scuola senza fissa dimora che mette insieme persone di tutte le età, dall’infanzia alla terza età, con l’intento di approfondire la relazione al corpo e al gesto e in tal modo ricomporre una comunità che nel corso del tempo ha perso il senso della relazione. “Io continuerò a lavorare con i cittadini, nella convinzione che il lavoro sul corpo può creare comunità, vicinanza, facilità di ascolto”, proseguiva Sieni. “Gli spettatori non verranno a vedere un prodotto ma faranno esperienza di articolazione di luoghi”.
Al centro di Thauma Atlante del gesto, una mostra – la terza del ciclo I-DEA, dopo quelle curate da Mario Cresci e Formafantasma – costituita da disegni, fotografie, annotazioni, sequenze, oggetti, filmati, mappe: un vero e proprio atlante che ogni giorno si arricchisce di materiali di ricerca sul campo, sotto gli occhi degli spettatori, divenendo una piattaforma di studio. Ad accompagnarla, un ricco programma di performance, che ha inizio il 12 settembre alle ore 18 in occasione del vernissage.
– Chiara Pirri
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati