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Tre anni di vincitori del Premio Terna, riuniti assieme in un viaggio omogeneo che raccoglie il legame speciale tra un’azienda italiana e la cultura dell’arte visiva. Quarantasei opere che raccontano la storia di un Premio e degli artisti che lo hanno reso un punto fermo nel panorama culturale italiano.

Comunicato stampa

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PREMIO TERNA 01
Trasmettere energia: una metafora contemporanea

PREMIO TERNA 02
Energia:Umanità=Futuro:Ambiente. La proporzione per una nuova estetica

PREMIO TERNA 03
Visione: Origine e Potere. Energia attraverso le generazioni

Tre anni di vincitori del Premio Terna, quarantasei artisti riuniti assieme in un viaggio umbro che raccoglie il legame speciale tra una grande azienda italiana e la cultura dell’arte visiva. Una geografia di stimoli visivi e tematici per raccontare a Spoleto la storia di un Premio e degli artisti che lo hanno reso uno stimolante approdo nel panorama culturale italiano.

Scrivono Collu e Marziani: “Ecco il Premio Terna, un fertile e attento pluriverso, un nuovo pianeta di un sistema, quello dell’arte contemporanea, che vorremmo luccicasse ancora e sempre di più come una complessa e splendida costellazione parte del nostro orizzonte consueto. Un altro pianeta che non si pone come alternativa, come antagonista ma vuole esserci, influenzare e determinare felici congiunture, scongiurare trigoni e quadrature avverse. Il premio Terna vuole dire la sua, con le sue modalità, desidera raccogliere, registrare, archiviare, studiare, analizzare, ascoltare e azzardarsi infine a disegnare nuove ipotesi, nuove visioni, formulare previsioni e provare a suggerire un cambiamento possibile. La regola dell’ospitalità intesa come apertura, la responsabilità e la consapevolezza che l’arte contemporanea racconta il nostro tempo citandone un altro e prefigurandone un altro ancora, è il denominatore comune che può sciogliere l’enigma apparentemente indecifrabile e lo fa entrare nell’orizzonte quotidiano, in un paesaggio più materno, meno ostile e più dialogico, di una cultura che riconosce la propria identità prima di tutto, in una fertile continua tensione tra stare e andare, tra l’abitare e il viaggio. Si tratta di un complesso palinsesto in controtempo dove tutto appare racchiuso in uno scrigno e ci rivela un segreto che siamo chiamati non solo a preservare e custodire, ma a ricreare e condividere”.