Un’esposizione Intima
Il MIDeC riapre dopo la conclusione di buona parte dei lavori di restauro di Palazzo Perabò e il 13 aprile inaugura una mostra che attinge al patrimonio dei propri depositi.
Comunicato stampa
Il MIDeC riapre dopo la conclusione di buona parte dei lavori di restauro di Palazzo Perabò e il 13 aprile inaugura una mostra che attinge al patrimonio dei propri depositi.
Una scelta ponderata a voler sottolineare, ancora una volta, una storia legata al territorio e con manufatti che molti lavenesi riconosceranno, mentre per gli altri visitatori rappresenteranno un’intrigante scoperta.
Questa “Esposizione ‘intima’” mette infatti in scena quei “servizi da camera” (così definiti nei cataloghi della SCI Società Ceramica Italiana di Laveno) immancabili in ogni abitazione fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento: vasi da notte, catini per lavarsi, brocche per versare l’acqua, portasaponi, a volte organizzati su appositi mobiletti.
Una produzione da non poco, che si caratterizza per un’articolata e inaspettata ricchezza di messa in forma e di decori: manufatti che oggi hanno mutato funzione e si sono “riciclati”, i primi due soprattutto come cache-pot, a mantenere il ruolo di contenitore, per lo più decorativo, il terzo.
Dei trenta servizi da camera in collezione, la quasi totalità proviene un deposito della Società Ceramica Richard-Ginori del 1968, acquisito dal Comune di Laveno nel 2020: brocche, catini lavamani, pitali e portasaponi permettono oggi di scrivere un nuovo capitolo di un affascinante racconto sulla storia delle arti decorative, che unisce l’arte e la quotidianità.
Il marchio della SCI compare in pochissimi esemplari (un servizio con una decorazione lungo il corpo a girali dai tratti spessi intervallata da fiori dai colori accesi; uno dalle forme sfaccettate e sui toni dell’arancione; un terzo decorato con scene orientali, proveniente da una più recente donazione) e pochissimi ma significativi sono i pezzi della Richard o della Richard-Ginori (databili pre e post 1896, anno della fusione tra la manifattura toscana e quella milanese). Sono invece ben rappresentate le manifatture di Villeroy & Boch, antesignana nella cultura del bagno, e quella alsaziana di Sarraguemines. E sul retro di alcuni pezzi non compare nessun marchio rendendo impossibile, al momento, definirne una paternità.
Siamo allora di fronte a una sorta di campionario di idee e suggestioni: gli artisti della SCI ne studiavano le forme, i decori, i dettagli; prendevano ispirazione per definire e approfondire le linee di produzione da mettere nel catalogo della manifattura. E il confronto è possibile proprio sfogliando le pagine del catalogo degli articoli in porcellana opaca per uso domestico pubblicato nel 1926.
Il Sindaco Santagostino e dell’Assessora alla Cultura Gomiero ci invitano a quella che definiscono una vera e propria "Caccia al tesoro tra i dettagli che legano diverse manifatture, mostrando come la ricerca di bellezza e innovazione attraversasse ogni aspetto della vita di un tempo. La mostra 'Un’esposizione intima' apre una finestra su un mondo dimenticato, che questa collezione racconta attraverso estetica e funzionalità. Tramite una selezione unica proveniente dai depositi del MIDeC, curata da Anty Pansera e Giacinta Cavagna di Gualdana, con il supporto nella ricerca iconografica di Giorgia Cerati e il design della comunicazione di Jacopo Virga, l'esposizione diventa un viaggio tra arte e vita quotidiana attraverso oggetti come vasi da notte, catini, brocche e portasaponi, alcuni dei quali vere e proprie rarità con il marchio della Società Ceramica Italiana di Laveno.”
Sempre sabato 13 aprile, sarà ufficialmente presentato il libro “Laveno e le sue ceramiche”, una “guida” ragionata alle sale permanenti del Museo, al primo piano, curato da Giorgio Sarti.
Il volume, corredato da un ricco apparato iconografico, ripercorre i 150 anni di storia della manifattura ceramica di Laveno, raccontando con vividi particolari la storia, gli artisti e le esposizioni che hanno reso celebre la produzione lavenese nel mondo intero.