15. Mostra Internazionale di Architettura – Selfie Automaton
La Romania presenta Selfie Automaton, un progetto che consiste in 7 automi meccanici, che includono 42 marionette – 37 di loro rappresentanti esseri umani e 5 animali. Caricature di tipologie umane, animali fantastici, uova d’oro, carillon e riflessi nello specchio saranno messi insieme per creare spezzoni di spettacolo che metteranno il visitatore sul palcoscenico, in varie posizioni, quale dinamo e marionetta allo stesso tempo. Gli autori presentano così un ritratto generico delle relazioni sociali, stereotipi e desideri, divisi in elementi, che vengono poi ricomposti con l’aiuto dell’immaginazione del fruitore, in un introspettivo auto-ritratto.
Comunicato stampa
SELFIE AUTOMATON
Tiberiu Bucșa, Gál Orsolya, Stathis Markopoulos,
Adrian Aramă, Oana Matei, Andrei Durloi
Commissario: Attila Kim
28 Maggio—27 Novembre 2016
Vernice: 26—27 Maggio 2016
Inaugurazione: Venerdì, 27 Maggio, ore 16.30
Padiglione Romania, Giardini della Biennale
Il Padiglione Romania presenta alla 15. Mostra Internazionale
di Architettura – La Biennale di Venezia la mostra
“Selfie Automaton”, autori: Tiberiu Bucșa, Gál Orsolya,
Stathis Markopoulos, Adrian Aramă, Oana Matei, Andrei
Durloi. La mostra consiste in 7 automi meccanici, che
includono 42 marionette – 37 di loro rappresentanti esseri
umani e 5 animali. Tre automi saranno istallati nel Padiglione
della Romania, Giardini della Bienalle, tre nella
Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca
Umanistica di Venezia, mentre uno si potrà trovare in giro,
sulle strade di Venezia.
Caricature di tipologie umane, animali fantastici, uova
d’oro, carillon e riflessi nello specchio saranno messi
insieme per creare spezzoni di spettacolo che metteranno
il visitatore sul palcoscenico, in varie posizioni, quale dinamo
e marionetta allo stesso tempo. Gli autori presentano
così un ritratto generico delle relazioni sociali, stereotipi e
desideri, divisi in elementi, che vengono poi ricom- posti
con l’aiuto dell’immaginazione del fruitore, in un introspettivo
auto-ritratto, o forse auto-scatto. Il progetto
potrebbe essere visto totalmente come intrattenimento o
come spettacolo dell’assurdo. Pone alcune domande, ma
certamente non offre risposte.
Per definire il ruolo che è stato dato alle marionette nella
mostra, gli autori di “Selfie Automaton” propongono lo
spettacolo di mario- nette, dato che lascia la possibilità
al manipolatore di giocare con i significati e le possibilità
di controllo. Uno di questi significati è che la marionetta
può, e dovrebbe, oltrepassare i limiti umani usuali, per
esempio della gravità, dato che può saltare e rimanere in
sospeso. Un altro esempio, estremo e tragico, è lasciare la
marionetta diventare consapevole del suo manipolatore
e tagliare, oppure no, i propri fili. Comunque fosse, non
è stata lasciata la possibilità di scappare dall’istallazione.
Anche se costruite con le giunture necessarie che potrebbero
permettere “la libertà di movimento”, le marionette
in legno sono senza corde e letteralmente inchiodate ad
un meccanismo che non permette se non un movimento
ripetitivo predefinito. Ed il visitatore non fa eccezione.
Seduto, diventa parte dell’automa, dato che gli è offerta
un’unica possibilità: di farlo funzionare, con la sua azione
ripetitiva.
Di conseguenza, il confortevole stereotipo bipolare del
manipolato (noi) e del manipolatore (loro) – spesso mettendo
le azioni delle persone ad un’estremità del filo, quale
conseguenza umile e diretta di un esterno inspiegabile
responsabile per loro – è sostituito da un sistema di scelte
chiuse, costruite in una serie di automi. La mostra prende
da qui in poi queste due direzioni, mettendo il visita- tore
in varie relazioni con l’oggetto di intrattenimento e con sé
stesso, offrendoli il conforto o lo sconforto di osservatore
distante, fino a trasformarlo in una gigantesca ballerina in
un micro-banchetto, vittima di un incarico di tipo kafkiano,
oppure in un mendicato di desideri.
Maniglie e pedali permettono varie possibilità di spettacoli,
quando sono previste con una potenza umana. Un
sistema apparente di ruote dentate trasmettono il movimento
alle sceneggiature cicliche: una bicicletta muove
una danza in cerchio, una pentola di terra- cotta genera
un “grand buffet”, una manovella risveglia una commissione
che non finisce mai di litigare, una maniglia girevole
muove il pesciolino d’oro, la gallina d’oro, o un uccello in
volo – prigioniero della propria gabbia.
“Selfie Automaton” riflette sulle tipologie ed azioni impersonate
dalle marionette e cioè che non sono nient’altro
che parti disparate di noi stessi e che possono essere
combinate o divise, alla ricerca di un autoritratto, che
può essere l’architetto o chiunque altro. Quel che resta,
comunque, è la domanda sugli schemi predefiniti. Se esistono
davvero, se siamo parte di essi, se siamo loro vittime
o loro generatori.
Progetto selezionato nell’ambito del bando organizzato dal Ministero della Cultura, Ministero degli Affari Esteri, Istituto
Culturale Romeno e Unione degli Architetti di Romania per rappresentare la Romania alla 15. Mostra Internazionale di
Architettura – La Biennale di Venezia.
Sedi
Giardini della Biennale, Sestiere Castello, 30122 Venezia
Nuova galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca
Umanistica, Campo Santa Fosca, Palazzo Correr,
Cannaregio 2214, 30121 Venezia
Ideazione: Tiberiu Bucșa, Gál Orsolya,
Stathis Markopoulos, Adrian Aramă
Design e costruzione di marionette: Stathis Markopoulos,
Gál Orsolya, Tiberiu Bucșa, Andrei Durloi,
Perényi Flóra, Oana Matei
Design e costruzione automi meccanici:
Stathis Markopoulos, Kostis Zamaiakis
Illustrazioni: Ana Botezatu
Fotografia: Dacian Groza
Contenuti: Dana Vais, Stathis Markopoulos, Tiberiu Bucșa
Racconti: Ada Milea, Cristi Rusu
Website: Dan Burzo
Design: Raymond Bobar
Comunicazione & PR: Ina Drăgan, Ada Teslaru
Managers del progetto: Tiberiu Bucșa, Corina Bucea
Dettagli tecnici: Tiberiu Bucșa, Perényi Flóra, Oana Matei
Carpenteria: Yannis Tsioutas, Aggelos Romantzis
Animali fantastici: Alexis Papachatzis
Sipario: La famiglia Elmaloglou
Lavori in metallo: Anastasios Kotsiopoulos
Arazzi: Victoria Berbecar (Giardini), Creș Ana and Titieni
Arefta (RCI)
Collaboratori: Jácint Virág, András Vernes, Árpád
Debreczeni, Konstantis Mizaras, Konstantina Mandrali
Print: Fabrik
Commissario: Attila Kim
Rappresentante del Ministero degli Affari Esteri e del
Istituto Culturale Romeno: Cristian Alexandru Damian
Un progetto iniziato da:
Plus Minus Association, Romania
Organizzato da:
Ministero della Cultura
Ministero degli Affari Esteri
Istituto Culturale Romeno
Unione degli Architetti di Romania
Website: www.selfieautomaton.ro, www.venicebiennale.ro
Facebook: facebook.com/selfieautomaton
Instagram: @selfieautomaton
Per ulteriori informazioni:
Ina Drăgan, [email protected],
+393425163972
Ada Teslaru, [email protected],
+ 40724599742