1518 e in guerra tutti i baci furono vietati
Una mostra per celebrare il centenario della Prima Guerra Mondiale attraverso un percorso sensoriale i cui protagonisti sono esclusivamente giovani artisti italiani partecipanti alla Biennale di Venezia e vincitori di importanti Premi d’Arte a carattere nazionale ed internazionale come il Premio Arte Laguna, il Premio Nazionale delle Arti, e il Surrealism 2008 Competition.
Comunicato stampa
Abbiamo chiesto a dodici giovani artisti di ideare ciascuno una personale riflessione sulla Grande Guerra. Partendo dalla lettura di opere letterarie, accadimenti storici e testimonianze, ognuno di loro ha meditato su alcuni particolari aspetti dell’esperienza claustrofobica della guerra, riassunti in una mostra atta ad evocare nello spettatore ciò che il conflitto, per la prima volta nella storia, rappresentò: una catastrofe che non risparmiò nessuno.
1518: e in guerra tutti i baci furono vietati è il titolo della mostra, organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Peschiera del Garda e curata da Matteo Vanzan di MV Eventi, che sarà aperta al pubblico il prossimo 8 novembre 2015 alla Palazzina Storica con l'obiettivo di celebrare il centenario della Prima Guerra Mondiale attraverso un percorso sensoriale i cui protagonisti sono esclusivamente giovani artisti italiani partecipanti alla Biennale di Venezia e vincitori di importanti Premi d'Arte a carattere nazionale ed internazionale come il Premio Arte Laguna, il Premio Nazionale delle Arti, e il Surrealism 2008 Competition.
“Credo tutti concordino con me che la ricorrenza del Centenario dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale sia un avvenimento che non può passare sotto silenzio” afferma l’Assessore alla Cultura Elisa Ciminelli. “La mostra che aprirà nello storico edificio della Palazzina Storica sarà occasione per celebrare questo momento. Ma ‘1518: e in guerra tutti i baci furono vietati’ non vuole essere una mera esposizione, bensì un’esperienza inedita e altamente sensoriale, un percorso personale e meditativo nel quale lo spettatore verrà attirato fino a diventarne protagonista. Nulla di convenzionale: dimentichiamo le mostre tradizionali cui siamo stati abituati fino ad ora. Prepariamoci ad assistere a un evento insolito, che sfida le regole stesse dell’arte e che ci immergerà in un racconto emozionale e commovente”. “Ho voluto inoltre che fossero i giovani” dichiara l’assessore, “gli autori e i destinatari di un messaggio che non deve mai essere dimenticato, di un passato che fa parte della nostra memoria collettiva e di una sofferenza totalizzante che desidero commemorare nella storica location dove si è tenuta la proclamazione della Resistenza sul fiume Piave, ad opera di Vittorio Emanuele III.
La concretizzazione di progetti come questo non può che testimoniare il grande lavoro che stiamo facendo per integrare la nostra offerta turistica, innalzarne il livello culturale e valorizzare il nostro territorio. Non mi resta che augurare a questa mostra il successo di pubblico che merita”.
Attraverso le opere di Fabio Panichi, Sergio Padovani, Marine Nouvel, Silvia Giordani, Enrico Ferrarini, Giacomo Modolo, Jacopo Pagin, Fatima Messana, Massimo Chiarello, Lorenzo Manenti, Beatrice Sheridan e Alessandro Calabrese il visitatore sarà catapultato in una vera e propria esperienza attraverso le personali rielaborazioni nate dalla riflessione e dalla fantasia di questi giovani artisti che, individuando e sviluppando delle corrispondenze che collegano i racconti alle esperienze vissute dall’uomo contemporaneo, si sono misurati con parole cariche di memoria, trasfigurando le suggestioni ricevute nel linguaggio fresco e moderno della pittura, della fotografia, della rielaborazione digitale, dell'installazione e della video art.
“Il titolo della mostra” afferma il curatore Matteo Vanzan “vuol far entrare lo spettatore in un concept che nulla ha a che vedere con la mostra d’arte convenzionale, ma che mira a far riflettere e a lasciarsi andare consegnando quei disastrosi ed inenarrabili momenti nelle mani di coloro che attraverso la poesia dell’Arte possono donarci un racconto intenso, ma soprattutto diverso, dell’esperienza Guerra lungo un tunnel claustrofobico, luci stroboscopiche, e bombardamenti assordanti”.
Ad inaugurare la manifestazione, sabato 7 novembre alle ore 18.00 presso la Palazzina Storica, sarà il performer vicentino Alan Bedin con il “Bombardamento di Adrianopoli”, omaggio al declamatore futurista Filippo Tommaso Marinetti, in chiave elettroacustica, curato in collaborazione con la Fondazione Mudima di Milano; una performance che, grazie alla sua violenza verbale e gestuale, cercherà di distruggere l’ideale romantico dell'artista, in linea con la dispersione delle prime avanguardie storiche che, a causa della Guerra, chiuse un fremente ciclo di ricerca concettuale atta a rivoluzionare per sempre l'approccio mentale non solo alla tela, ma all'Arte stessa.