16:9 Videoarte
Emporio Armani apre all’arte contemporanea e mette a disposizione i propri spazi per un grande evento, unico nel suo genere, realizzato in occasione dell’arrivo della nuova collezione primavera/estate.
Comunicato stampa
16:9 Videoarte - Emporio Armani
Alfredo Aceto, Isobel Blank, Silvia Camporesi, Monica D’Alessandro, Silvio Giordano e Devis Venturelli
a cura di Roberto Allegretti Arte Contemporanea in collaborazione con Alessandro Trabucco
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Emporio Armani apre all’arte contemporanea e mette a disposizione i propri spazi per un grande evento, unico nel suo genere, realizzato in occasione dell’arrivo della nuova collezione primavera/estate.
La moda, pura espressione di fantasia, eleganza e bellezza, incontra la videoarte, manifestazione dinamica del pensiero creativo e della libertà dell’immaginazione, in un’inedita e speciale cornice che Emporio Armani ha individuato nel proprio negozio di Torino, trasformato per l’occasione in luogo espositivo, tra capi d’abbigliamento e videoproiezioni, tra l’immaterialità delle immagini digitali e la solidità dell’abito firmato, in una suggestiva ed anticonformista fusione di linguaggi.
La particolarità della manifestazione risiede proprio in questa scelta insolita, alternativa alle tradizionali passerelle e sfilate, come una sorta di sfida alle regole convenzionali per proporre piuttosto un’inedita ed omogenea commistione di due mondi espressivi apparentemente distanti ma accomunati da enormi potenzialità espressive, messa in atto all’interno di un ambiente atipico per le arti visive, ben distante dalla consuetudine e dalla rigidità istituzionale. Dimostrandosi particolarmente sensibile e ricettivo, Emporio Armani accoglie una serie di opere che illustrano le specifiche tendenze proposte dall’attuale ricerca video, presentando un’accurata selezione che ne esemplifica alcune tipologie, individuate in tematiche ben distinte e in tecniche differenti, ma caratterizzate dalla specificità di un linguaggio che, nella sua necessaria essenzialità comunicativa, non permette ridondanze formali né retoriche dei contenuti, avvicinandosi piuttosto a pure sperimentazioni di tipo sonoro ed iconografico.
L’evento si aprirà con una serata di inaugurazione e proseguirà per una settimana, confermando la novità di questa iniziativa e la rinnovata identità del punto vendita trasformato, per questo breve lasso di tempo, in spazio espositivo multimediale.
La rassegna, dal titolo 16:9, presenta la produzione di sei videoartisti, Alfredo Aceto, Isobel Blank, Silvia Camporesi, Monica D’Alessandro, Silvio Giordano e Devis Venturelli, che utilizzano questo specifico linguaggio come proprio medium principale. Il widescreen, nel rapporto 16:9, è la dimensione digitale della riproduzione delle immagini televisive a monitor e in videoproiezione ad alta definizione e rappresenta il campo d’azione nel quale si concentra l’attuale produzione estetica video. E’ come se fosse un quadro elettronico, virtuale, la cui superficie propone non immagini statiche, ma in continuo movimento, catturando la nostra attenzione e trasportandoci in dimensioni immaginarie e in nuove realtà parallele.
I videoartisti
Alfredo Aceto presenta un video girato in modo anomalo, cioè senza un intervento completamente controllato da parte propria. L’artista ha infatti installato una videocamera sull’automobile di Paola Pivi, sua cara amica ed artista italiana tra le più conosciute al mondo, che vive in Alaska, ad Anchorage, senza che nessuno abbia avuto modo sinora di andare a vedere e vivere questa sua realtà ritirata in un mondo lontano e sperduto. Aceto ha avuto di recente questa opportunità e l’ha utilizzata in questo modo, documentando il “mondo fuori”, girando la città e l’ambiente circostante per circa un mese e mantenendo riserbo assoluto sulla vita privata dell’artista che l’ha ospitato. Ne viene fuori una sorta di autodocumentario, nel quale le riprese diventano quasi puramente accidentali, la cui causa è solo in parte determinata dalla volontà dell’artista stesso.
I video di Isobel Blank sono caratterizzati da sequenze nelle quali lei stessa è unico soggetto ed interprete. Riprese quasi voyeuristiche, le sue opere presentano infatti delle vere e proprie azioni intimistiche, nelle quali l’artista, che è anche attrice e performer, compie gesti ed interagisce con lo spazio circostante. I suoi movimenti sono ben calibrati e pianificati come in una coreografia studiata nei minimi dettagli, ogni oggetto presente ha riferimenti precisi con un pensiero generatore e concorre ad una puntuale rappresentazione delle riflessioni che l’artista vuole mettere in scena. Nei video presentati Isobel Blank fissa spesso l’obiettivo, come a cercare un contatto con l’esterno, con la dimensione, per lei incontrollata, nella quale l’osservatore si trova e dove egli non può far altro che vivere, partecipe e complice, questa intensa e delicata comunicazione di sguardi e di emozioni.
Di Silvia Camporesi presentiamo la Trilogia del corpo, opera video divisa in tre episodi nella quale l’artista analizza il rapporto e le interazioni tra agenti esterni e influssi interiori, con i quali misurare le capacità di resistenza ed adattamento del corpo umano. In “Dance Dance Dance”, l’acqua è l’elemento entro il quale la nuotatrice, protagonista dell’azione, si sposta lentamente con movimenti sinuosi e rallentati dalla pressione del liquido. Con “Secondo vento” l’artista riflette sulle capacità di attingere energia ed equilibrio dai movimenti precisi e ben studiati di una nobile e diffusa arte marziale, il karate.
In “SIFR la distanza canonica”, pone l’attenzione sulla disciplina sportiva della corsa, scelta come percorso da compiere per superare ostacoli fisici e metaforici, nel tentativo di raggiungere una più elevata condizione spirituale.
I video di Monica D’Alessandro indagano in modo sottile e preciso il mondo della moda e della produzione dei beni di consumo con una particolare attenzione alla comunicazione pubblicitaria e alla diffusione dei messaggi promozionali. L’artista propone due video, il primo girato con una videocamera ad infrarossi (come quelle utilizzate per le riprese notturne di guerra, già rese famose dalle due guerre del Golfo e da altri conflitti) nel quale alcune persone, propri amici e conoscenti, si muovono come se fossero in una sfilata, costituendo così un campionario di umanità che nella propria normalità si dispone a mostrarsi in tutta naturalezza, il secondo, realizzato in digitale, rappresenta la forma architettonica del rosone dalla quale non irradia luce naturale ma immagini di vari spot televisivi scelti dall’artista come esemplificativi della produzione e mercificazione di massa.
Silvio Giordano è un acuto e raffinato osservatore della realtà, sarcastico ed ironico quando necessario, provocatorio quanto basta per smuovere dibattiti e creare confronti aperti e costruttivi, riflessivo e lirico in preziosi stati di grazia nei quali riesce a creare immagini di estrema delicatezza. Sono le tre anime che contraddistinguono la sua ricerca artistica, sempre rivolta ad un costante rinnovamento delle proprie modalità espressive. I video presentati sono delle naturali animazioni di oggetti inanimati che acquistano una propria vita autonoma grazie al gesto creativo e demiurgico dell’artista, il quale contribuisce a svelare possibilità nuove e potenzialità celate dall’uso abitudinario convenzionale e quotidiano. Giordano ci invita ad osservare la realtà con uno sguardo a volte disincantato, altre volte razionale e critico, ma non trascura mai l’aspetto poetico della vita reale, sotto gli occhi di tutti, ma percepibile soltanto ai più attenti e sensibili.
Devis Venturelli esegue azioni urbane realizzando improvvisi eventi allo stesso tempo poetici e giocosi, avendo quale luogo privilegiato la strada, nella quale compiere delle vere e proprie performances. Il suo intervento è principalmente rivolto all’abbellimento dell’ambiente cittadino con interventi effimeri ma di grande raffinatezza ed eleganza. Nei video presentati in rassegna, dal titolo “Continuum” e “Superfici fonetiche”, l’artista diviene protagonista di situazioni anomale che provocano un’alterazione nella normale percezione dello spazio. Sono video freschi, spensierati, a tratti ipnotici, catturano lo sguardo che viene attratto dai volteggi, dalle forme, dalla luce, dalla fluidità dei movimenti e lo trasportano in una dimensione molto distante dalla frenesia e dal caos della città contemporanea, trasformandola in un ambiente colorato e fantastico, quasi magico.