17. Mostra Internazionale di Architettura – Othernity
Il progetto del Padiglione d’Ungheria, l’Othernity – Ripristinare il nostro retaggio moderno, è alla ricerca di una risposta alla domanda: quali possibilità offre agli architetti del futuro l’eredità spesso dibattuta e per molti versi obsoleta dell’architettura moderna?
Comunicato stampa
“Per noi l’Othernity è un gran nuovo metodo di design, basato sulla collaborazione, che ci aiuta a riconsiderare la prassi della salvaguardia del patrimonio, ed è anche un comportamento dell’architettura volto a creare un’attitudine maggiormente responsabile verso la professione e la società.”
Il progetto del Padiglione d’Ungheria, l’Othernity – Ripristinare il nostro retaggio moderno, è alla ricerca di una risposta alla domanda: quali possibilità offre agli architetti del futuro l'eredità spesso dibattuta e per molti versi obsoleta dell'architettura moderna? Il team dei curatori ha chiesto 12 pratiche architettoniche dall’Europa Centrale e Orientale per ripristinare 12 edifici moderni iconici di Budapest, offrendo un’alternativa per riconciliare l’architettura del passato e del futuro.
Gli edifici di Budapest scelti furono costruiti nella seconda parte del 20esimo secolo durante il regime socialista e, nonostante il loro valore, oggi sono a rischio. Gli architetti invitati dall’Europa Centrale e Orientale conoscono e capiscono bene i dilemmi concernenti la salvaguardia dell’eredità dell’architettura della regione, ma hanno studiato e ottenuto esperienza professionale già all’interno dell’Europa e le caratteristiche dei loro progetti mostrano un’attitudine sperimentale che guarda alla scena internazionale e si combina con una forma d’espressione visuale fresca.
La mostra è divisa in due sale: il LABORATORIO documenta le condizioni storiche dei 12 edifici, mentre lo SHOWROOM presenta le 12 riflessioni architettoniche contemporanee. La struttura delle due sezioni è stata creata rispecchiando i parametri degli oggetti in mostra: le due narrative sono inseparabili e comprensibili soltanto alla luce di entrambi i contesti.
Nel catalogo della mostra – il quale presenta gli edifici, gli uffici e l’esposizione accompagnata da una ricca documentazione fotografica – lo studio del Critico d’Architettura Edwin Heathcote (Londra) e il Professore di Storia dell’Architettura Ákos Moravánszky (Zurigo) collocano il progetto in un contesto storico più ampio.
L’Othernity è il primo progetto di mostra nella storia del Padiglione d’Ungheria basato su una vasta collaborazione internazionale. Allo stesso tempo è il risultato di pratica collaborativa, ricerca della salvaguardia dell’eredità ed espressione della nostra convinzione che l’architettura del futuro si possa costruire sul passato al fine di raggiungere la persistenza dovuta, un’adeguata sostenibilità e un forte legame identitario.
Partecipanti:
· A-A Collective (Polonia / Danimarca / Svizzera)
· Architecture Uncomfortable Workshop (Ungheria)
· b210 (Estonia)
· BUDCUD (Polonia)
· KONNTRA (Slovenia / Macedonia del Nord / Croazia)
· LLRRLLRR (Estonia / Regno Unito)
· MADA (Serbia)
· MNPL WORKSHOP (Ucraina)
· Paradigma Ariadné (Ungheria)
· PLURAL (Slovacchia)
· Vojtěch Rada (Repubblica Ceca)
· Studio Act (Romania)
Commissario nazionale: Julia Fabényi
Curatore: Dániel Kovács
Team curatoriale: Attila Róbert Csóka, Szabolcs Molnár, Dávid Smiló
Organizzazione: Museo Ludwig – Museo d’Arte Contemporanea, Budapest
Con il supporto di: Ministero delle Risorse Umane di Ungheria