2° Digigraphie Photo Festival

Informazioni Evento

Luogo
VILLA POMINI
Via Don Luigi Testori 14, Castellanza, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

venerdì e sabato 15/19 – domenica 10/12 – 15/19

Vernissage
05/05/2013

ore 11 – nella giornata Fotografia in Festival

Biglietti

ingresso libero

Patrocini

dell'Assessorato alla Cultura del comune di Castellanza e della Provincia di Varese, settore Turismo e Cultura.

Curatori
Claudio Argentiero
Generi
fotografia, collettiva

L’iniziativa nasce con l’intento di proporre in Italia un evento dedicato alla fotografia digitale fine art, offrendo un appassionante percorso di conoscenza, confronto ed esperienza, attraverso diverse mostre stampate con tecnologia EPSON Digigraphie, di autori affermati ed emergenti, unitamente ad una serie di eventi e incontri rivolti all’insegnamento, alla critica, all’editoria, alla tecnica.

Comunicato stampa

L’A.F.I - Archivio Fotografico Italiano, che ha come finalità quella di promuovere la fotografia in tutti i suoi aspetti, diffondere la cultura della conservazione, valorizzare immagini storiche, moderne e contemporanee e favorire i giovani talenti, in collaborazione con EPSON – Sponsor Tecnologico e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Castellanza (Va) e dell’Assessorato al Turismo e Cultura della Provincia di Varese

ORGANIZZA:

2° DIGIGRAPHIE PHOTO FESTIVAL

dal 5 maggio 2013 al 26 maggio 2013

L’iniziativa nasce con l’intento di proporre in Italia un evento dedicato alla fotografia digitale fine art, offrendo un appassionante percorso di conoscenza, confronto ed esperienza, attraverso diverse mostre stampate con tecnologia EPSON Digigraphie, di autori affermati ed emergenti, unitamente ad una serie di eventi e incontri rivolti all’insegnamento, alla critica, all’editoria, alla tecnica.

L’Archivio Fotografico Italiano è anche un laboratorio di stampa fine art Digigraphie certificato da EPSON, nato dalla necessità di proporsi sul mercato della fotografia d’autore, ma anche per farsi promotore di rassegne e progetti di assoluta qualità, sia sotto il punto di vista dell’arte di stampa, sia garantendo un prodotto di grande valore. Dopo vari studi e comparazioni, l’AFI ha deciso di adottare Digigraphie di EPSON per le caratteristiche che offre, tali da soddisfare i principali requisiti richiesti da artisti e collezionisti, di fama nazionale ed internazionale.
La professionalità dei membri dell’AFI si coniuga con una convinta passione, non tipicamente commerciale ma mossa da un forte sentimento per l’arte visiva, dando valore alle immagini, trasformandole in opere uniche.
Un progetto ambizioso, confermato e supportato dal continuo confronto con scuole, fotografi e realtà culturali dove la Digigraphie EPSON è sempre più diffusa tra artisti, galleristi e collezionisti.

Questo l’elemento principale del progetto, pensare alla fotografia come linguaggio e opera d’arte.

Di seguito il programma del Festival: le mostre, le proiezioni, i corsi, e gli eventi

LE MOSTRE:

STEFANO UNTERTHINER
Equilibri Naturali
Attraverso la scelta di Stefano Unterthiner, capace di sintetizzare in ogni sua immagine poesia e racconto, rispetto per la natura e grande sensibilità artistica, Epson sceglie di fondere in un’opera unica le sue due anime: l’attenzione per l’ambiente e la passione per l’arte fotografica d’autore. Da questa idea nasce il Calendario Epson 2013 che offre per ogni mese dell’anno uno scatto dedicato a una specie diversa: un percorso per immagini di estrema potenza espressiva e raffinata cura formale, tra alcuni dei luoghi più selvaggi e incontaminati del nostro pianeta; un viaggio nel mondo animale alla ricerca di specie rare e minacciate, come l’albatro urlatore o il cinopiteco che sembra osservarci con sguardo interrogativo, ma anche pinguini, orsi e cigni che l’autore ha documentato in tanti anni di esplorazioni in tutto il mondo.
"Fotografo cercando un'immagine originale – spiega Stefano Unterthiner – e ambisco a realizzare uno scatto che riesca a trasmettere un'emozione. I miei soggetti sono soprattutto gli animali selvatici e con la fotografia cerco sempre di restituire loro un'identità, di trasmettere nell’attimo catturato la loro essenza libera e selvaggia. Mi piace inserire i soggetti nel paesaggio, o lavorare a breve distanza con il grandangolare e "completare" lo scatto effettuato sul campo con una stampa di alta qualità e fedele all’immagine originale, senza un'elaborata post-produzione".
Le immagini catturate dall’obiettivo dell’autore ci mostrano come sotto i nostri occhi convivano, in sorprendenti giustapposizioni, meraviglie paesaggistiche incontaminate e animali delle specie più rare, e come dai giochi di simmetrie e di luce abbinati a contrasti paesaggistici inediti, prendano vita atmosfere surreali che, non di rado, si presentano come quadri fatti di macchie di colore e linee simili ad arabeschi o come immagini grafiche di estremo rigore compositivo.
Natura selvaggia: scatti in movimento.
Grazie alla tecnologia Epson gli animali ritratti da Stefano Unterthiner nel loro ambiente naturale sono riprodotti in stampa con assoluta fedeltà: in agosto incontriamo il cinopiteco (Macaca nigra) in uno dei loro ultimi rifugi, la foresta tropicale del parco nazionale di Tangkoko dell’isola Sulawesi in Indonesia, mentre in maggio vediamo le gru cenerine (di sfondo a questa pagina), nei campi intorno a Tysslingen (Svezia), che nei mesi primaverili si animano per la presenza di migliaia di questi uccelli. In luglio, i protagonisti sono i pinguini che nuotano nei pressi della costa dell'isola di Possession tra lunghe alghe laminarie, in giugno un giovane pulcino di falco della regina attende il ritorno dei genitori e in dicembre un gruppo di cigni selvatici cammina su un lago gelato nell'isola di Hokkaido, in Giappone, solo per citare alcune delle foto presenti in mostra.

Stefano Unterthiner, nato ad Aosta nel 1970, ha iniziato a fotografare la natura da ragazzo sulle Alpi italiane: camosci, volpi e galli forcelli sono stati i suoi primi soggetti e il Parco Nazionale del Gran Paradiso la sua palestra. All'età di trent'anni, dopo aver ottenuto un dottorato di ricerca in zoologia, Stefano decide di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia, diventando in pochi anni uno tra i più noti e apprezzati fotografi naturalisti. Oggi le sue immagini sono premiate regolarmente al Wildlife Photographer of the Year, il più grande concorso internazionale di fotografia naturalistica, e i suoi lavori sono pubblicati dalle più importanti riviste internazionali. Primo italiano a pubblicare un servizio completo sul National Geographic, dal 2009 Stefano ha cominciato a fotografare anche su incarico dell'autorevole rivista americana. Stefano viaggia regolarmente, in compagnia della moglie Stéphanie, alla ricerca di nuovi soggetti per le sue storie fotografiche. È specializzato nel racconto della vita degli animali, cosa che lo porta a trascorrere lunghi periodi a stretto contatto con i suoi soggetti; ma soprattutto, è profondamente coinvolto nelle problematiche ambientali con un particolare interesse per le relazioni uomo-natura. È membro dell'ILCP (International League of Conservation Photographers) e di The Photo Society.

FRANCO DONAGGIO
Reflections
Lo sguardo segue abbagliato l’effetto ipnotico e cristallino dell’acqua, danza tra le secche, le reti e i gabbiani, s’immerge nel canto silenzioso delle immagini e si perde alla ricerca dell’ infinito oltre la linea dell’orizzonte.
Intermezzo tra cielo, terra e mare, sirena maliarda e incantevole che incatena poeti e sognatori, la laguna veneta nella fotografia di Franco Donaggio diventa la rappresentazione di un universo personale. E’ la memoria delle proprie origini, lo spazio dilatato dell’infanzia e del gioco, il riflesso di un mondo interiore, il posto prescelto per sognare, la lieve carezza dei ricordi e un inno dell’anima alla contemplazione e al riposo. Franco Donaggio ancora una volta sceglie un nuovo tema per esprimere la sua ricchezza di linguaggi. Ed esplorando vita passata e presente si lascia trasportare, senza opporre resistenza dalla sua naturale corrente emotiva. Ma questo mare simbolico dove l’artista è nato e cresciuto, scelto come diario intimo e profondo, narra sensazioni e sentimenti che trascendono l’esperienza individuale e raggiungono, nella magica alchimia fotografica, la mente e il cuore di ogni uomo. Nello scenario di questo paesaggio naturale, l’acqua assume connotazioni suggestive attraverso la luce vibrante dei riflessi argentei e la scura densità dei dettagli e comunica un profondo senso di pace, di bellezza e di dolce nostalgia. E la ricorrente impronta onirica, che segue, come un invisibile filo rosso, tutti i lavori dell’artista, anche in questo caso pervade tutte le opere aggiungendo fascino e mistero. La sequenza fotografica, teatro di pensieri e riflessioni, sottolinea con forza anche la pulsione vitale della laguna, un grembo materno e un luogo sicuro in cui cresce la vita a poche miglia dal mare aperto, dove tutto segue i ritmi di un movimento costante.Per arrivare ad incidere il suo bianco e nero nitido e ricercato, Franco Donaggio ha percorso la laguna, che conosce come le sue tasche, in lungo e in largo fissando negli occhi sogni e realtà e disegnando con tocchi sapienti e calibrati il suo paradiso acquatico.E’ un racconto straordinario scritto sulle ali dell’emozione con immagini digitali e dimostra ancora una volta che, lontano da qualsiasi irrigidimento accademico, la fotografia è arte musica e poesia. Riflessioni è un canto d’amore, un viaggio in un’ immensità misteriosa e struggente che invita a sognare.
O a seguire l’ infinito silenzio di Giacomo Leopardi “…e il naufragar m’è dolce in questo mare”.
(Mariateresa Cerretelli)

Franco Donaggio nasce a Chioggia in provincia di Venezia nel 1958. Nel 1979 Donaggio si trasferisce Milano e inizia a operare nel campo della creatività pubblicitaria e della grafica. Dopo un anno apre nel capoluogo il suo primo studio fotografico. L’alta professionalità e la continua sperimentazione in tutte le tecniche di ripresa e camera oscura, portano presto l’autore ad approfondire nuovi linguaggi estetici che ne rinnovano costantemente il livello professionale e creativo.
Nel 1992 gli viene conferito il premio ‘Pubblicità Italia’ per la fotografia di still life. Nel 1995 Donaggio realizza il suo primo importante progetto fine art intitolato ‘Metaritratti’, che lo vedrà vincitore del ‘Kodak Gold Award’ Italiano per la fotografia di ritratto nel 1996. Nello stesso periodo, viene invitato a realizzare vari progetti creativi di prestigio come calendari, brochures e campagne pubblicitarie per aziende nazionali ed internazionali. Donaggio dedica sempre maggiore attenzione alla fotografia d’autore e avvia uno stretto rapporto di collaborazione con la ‘Joel Soroka Gallery’ di Aspen che lo rappresenterà per la vendita nel collezionismo nel Nord America e lo porterà ad essere presente tra le più importanti fiere d’arte fotografica degli Stati Uniti: ‘Photo LA’, Los Angeles; ‘AIPAD show’, New York; ‘Art Fair, Cicago’. Le immagini fine art di Donaggio sono state esposte in gallerie e musei Italiani, Europei e negli States, altre sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private.
Da trent'anni opero come fotografo e creativo nella comunicazione pubblicitaria.
Dal 1995 lavoro con grande attenzione a progetti di fine art photography, finalizzati a mostre per la vendita nel mercato del collezionismo d'arte.
Nella mia dimensione di artista, utilizzo il mezzo fotografico come il bisturi del chirurgo per incidere la normalità, alla scoperta di spazi occulti nei miei territori mentali, dove arrivano echi del mondo reale filtrati, dove la realtà fotografica viene quasi dimenticata per lasciare posto ad altro...

giulio di meo
pig iron (Libro in mostra)

Pig Iron è una mostra e una pubblicazione fotografica sulle gravi ingiustizie sociali e ambientali commesse dalla multinazionale Vale negli stati brasiliani del Pará e del Maranhão, tra i più poveri del Paese.
Nata come piccola impresa mineraria nel 1911, oggi è un colosso mondiale con un fatturato di 59 miliardi di dollari. Possiede miniere in Australia, Mozambico, Canada e Indonesia, industrie metallurgiche in Nord America ed Europa. Caposaldo della sua attività produttiva rimane, però, l’estrazione di ferro in Brasile, secondo produttore al mondo di questo minerale. Per trasportare il ferro dalle miniere del Parà al porto di São Luis nel Maranhão, Vale ha costruito una ferrovia di quasi 1000 km, lungo la quale ogni anno vengono trasportate più di 100 milioni di tonnellate di ferro destinate all’esportazione, una media di 300.000 tonnellate al giorno. Si tratta di circa 10 milioni di dollari che tutti i giorni vengono fatti annusare ai poveri senza che un centesimo finisca nelle loro tasche. Niente ospedali, niente scuole, niente miglioramento della qualità della vita. A loro vanno solo danni, sconquasso sociale e ambientale.
Le foto di questo libro raccontano queste storie, per non lasciare l’ultima parola ad un’economia di sfruttamento. L’autore non ha cercato né il dramma né il dolore, ma la speranza, la resistenza e la comunità. Tre ricchezze che non si calcolano con i numeri e che la gente brasiliana non ha ancora perso, malgrado tutto.
Questo progetto editoriale non vuole limitarsi a raccontare attraverso le immagini, la storia, le vite, il quotidiano di queste persone, ma vuole anche essere un veicolo attraverso cui realizzare qualcosa di concreto e tangibile per loro.
Da anni il fotografo Giulio Di Meo sostiene che “lo strumento fotografia può contribuire in qualche modo a combattere situazioni di piccole e grandi ingiustizie, di piccoli e grandi insulti quotidiani” e che si possa provare ad utilizzare la fotografia non solo come mezzo di informazione e sensibilizzazione, ma anche come strumento di coinvolgimento e partecipazione verso azioni concrete e solidali.
Seguendo questa utopica visione per una nuova fotografia sociale, parte dei ricavati di questa pubblicazione saranno destinati ad un progetto per la realizzazione di un centro di ricerca e comunicazione teatrale gestito da giovani di Açailândia, nel nordest del Brasile.
Il progetto sorge grazie alla collaborazione tra il fotografo e la rete "Justiça nos Trilhos” (Sui Binari della Giustizia), nata dalle attività, proposte, intuizioni e fallimenti con cui i missionari in Brasile tentano di ‘fare rete’ per organizzare, proteggere e potenziare le comunità.
Speriamo che questi volti vi catturino e vi rendano loro ostaggi, vi conquistino, così come hanno fatto con noi, che non possiamo più appartenere solo a noi stessi.

Giulio Di Meo è nato a Capua (Ce) nel 1976. Fotografo freelance di grande talento e sensibilità, particolarmente impegnato nel reportage sociale. La sua fotografia è capace di catturare l'anima delle "piccole cose", la bellezza di un semplice gesto, la "quotidianità" spesso invisibile che ci circonda. La passione per la fotografia nasce fin da piccolo, seguendo le orme del padre, grande appassionato di fotografia che gli trasmette l'amore per il "bianco e nero". A partire dall'anno 2003 lavora all'ambizioso progetto fotografico "Riflessi Antagonisti", sulla realtà dei paesi sudamericani. Da questo progetto nasce, nel 2005, la mostra intitolata "Riflessi Cubani". Di Meo, dal 2004 lavora in stretto rapporto con l'Arci e collabora con numerose altre associazioni impegnate nel sociale. Nel Giugno 2006, inaugura la mostra intitolata "Tra cielo e terra": un tentativo di dare voce alla quotidianità delle favelas di Rio de Janero. Per il 50° anniversario dell'Arci, ha realizzato il calendario 2007 e il libro fotografico "Cinquant'anni di sguardi". Nel 2007 a Firenze, è stata presentata la mostra: "Da soli non si può...Solidarietà, cultura, diritti, cittadinanza". A Gennaio 2008 ha presentato la mostra "Casa Luzzi, vive", storia dell'occupazione di un-ex sanatorio da parte del Movimento di Lotta per la Casa, insieme a 350 famiglie di immigrati. Nel 2008 con l'associazione "Fiori di strada" realizza un lavoro sulla vita delle prostitute. Nel 2009 realizza il calendario e la mostra "Obiettivo Sahrawi", con cui racconta le condizioni di vita nei campi profughi sahrawi. Dal 2004, tiene corsi e workshop sulla fotografia sociale in Italia e in vari Paesi del sud del mondo. Di Meo, ama definirsi "fotografo di strada"... è solo camminando, vivendo tra la gente, immergendosi completamente nella realtà e condividendone la vita sociale, che si può cercare di racchiudere in un fotogramma la poesia del quotidiano.

LOREDANA DE PACE
Ecuador: il piccolo gigante

A sedici anni ho ricevuto in dono la prima reflex: era una Yashica FX-3 Super 2000. Con “lei” ho trascorso i pomeriggi adolescenziali sulla riva del mar Jonio, nella mia terra d’origine, la Puglia: era il mio paradiso, il mio tempo, la prima rivelazione concessami dalla Fotografia. Negli anni successivi ho fotografato di tutto; la camera oscura è arrivata con l’Accademia di Belle Arti. Poi, è stata la volta della sperimentazione e dei primi progetti compiuti, seppure acerbi.
Oggi sono certa che sia importante ambire a buone immagini senza mai accontentarmi di una sola prospettiva di visione. Credo molto in questo concetto, tanto da farne una regola fondamentale della mia esistenza. Per tale motivo, alcuni anni orsono ho cominciato a cercare un altrove, tanto nella fotografia quanto nella vita. Strada facendo mi sono imbattuta nel Sud America, nell’Ecuador e... in mio marito. Un passo indietro è d’obbligo: nel 2004 ho visitato la comunità di Salinas de Guaranda (provincia di Bolivar – Ecuador), 220 km a sud di Quito, nel centro del Paese. Si tratta di un piccolo villaggio sulla cordigliera delle Ande dove vive un missionario italiano, padre Antonio Polo che da decenni segue la comunità. Là sono nate le prime “foto ecuadoriane”. A Salinas si è compiuta la mia prima vera esperienza di quell’altrove che stavo cercando sin dai tempi dei pomeriggi adolescenziali sulla spiaggia. Tornata in Italia fu subito chiaro che il ritmo della mia esistenza stava cambiando. Sicuramente molti altri luoghi della Terra producono questo effetto; a me lo ha provocato l’Ecuador. Un’esperienza così profonda e intensa come quella vissuta a Salinas mi ha permesso di conoscere e apprezzare il mondo sudamericano, tanto che tre anni dopo sono diventata la signora Martinez Carvajal. Da allora sono trascorsi alcuni anni in cui ho continuato a fotografare e vivere la cultura ecuadoriana, anche in Italia. Mancava, tuttavia, il sigillo alla mia unione con il Sud America: dovevo tornare là per vedere, attraverso le fotografie che avrei scattato, come in questi anni la cultura sudamericana si fosse sedimentata in me. Nel mese di agosto 2011, quindi, sono tornata in Ecuador, questa volta con una persona al mio fianco, con un bagaglio di conoscenze diverse e un’attitudine orientata all’individuazione di un Ecuador vero, o meglio, ancora più vero e sicuramente più mio rispetto a quello fotografato durante il primo soggiorno.
Per tante ragioni le immagini di questo catalogo sono molto diverse dalle prime, scattate nel 2004: oggi guardo l’Ecuador in modo partecipato ed emotivamente coinvolto, come se fossi una “cittadina onoraria” e questo stretto legame trae la sua naturale e quotidiana linfa dal mio matrimonio.
In Ecuador il tempo scorre diversamente, l’esistenza segue altri ritmi. In questo “piccolo gigante” tutto è specchio di un’identità nazionale multietnica e variegata. Alla sorprendente Natura ecuadoriana fa eco l’architettura istituzionale, ma anche quella popolare le cui costruzioni spesso sono bizzarramente lasciate incomplete. L’Ecuador ha molto da offrire in termini di meraviglie naturali, di cultura culinaria, tradizioni popolari e musica. Di recente il Paese è entrato anche in una fase di evoluzione e cambiamento guidata dal suo attuale Presidente, Rafael Correa.
Gli scatti
Il rapporto fra le immagini è ora simbiotico, ora stridente e antitetico. Le fotografie sono state realizzate in diverse località lungo la cordigliera delle Ande: la capitale Quito, le montagne di Salinas de Guaranda, la città dei fiori e della frutta, Ambato, e alcune spiagge della costa nord (provincia di Manabì), come Pedernales, Jama e Cojimies.
Ho scattato con l’intenzione di mettere in luce i contrasti e le armonie identificate durante il soggiorno in Ecuador e palesatesi fra architettura e Natura, ma sempre in relazione all’uomo che, pur mostrandosi marginalmente, è rappresentato dal suo stesso operato. Riconoscere questo divario, a primo acchito, stordisce. Pian piano, però, si scopre che proprio la ricca e sfaccettata diversità che caratterizza il Paese costituisce l’essenza stessa di questo piccolo gigante sudamericano. Ed è da questa che l’Ecuador trae vigore evolutivo, si nutre, si arricchisce, cresce.
Ecuador: il piccolo gigante non è solo un progetto fotografico: negli scatti appaiono anche la sinergia e il forte contrappunto fra due culture, quella delle mie radici italiane e quella ecuadoriana, nuova, lontana e diversa, eppure già mia.
Loredana De Pace, giornalista, scrive per la testata FOTO Cult – Tecnica e Cultura della Fotografia.
Membro di giurie di premi nazionali, partecipa alle letture di portfolio, cura progetti fotografici ed espositivi oltre a seguire un filone di ricerca personale. Collabora con associazioni culturali nell’organizzazione di eventi e conferenze sulla fotografia. Ha realizzato aste e progetti fotografici per raccolta fondi a scopo benefico. Al suo attivo, esposizioni collettive e personali. Fra queste, il reportage El pueblo de Salinas, esposto in forma itinerante.
Originaria del tarantino, vive e lavora a Roma.

I contrappunti di Loredana De Pace
di Luis Sepúlveda
Le fotografie di Loredana hanno qualcosa di inquietante e, cercando l’espressione adatta per descrivere quello che suscitano in me, ho trovato due parole che mi sembrano adeguate. La prima è “contrappunto”, perché le sue foto sono sguardi che oscillano da un estremo all’altro della realtà e delle cose. L’altra parola è “inquietante”, perché proprio il trovarsi di fronte a molte possibilità, a partire dalle due che Loredana presenta come artista visuale, genera un’inquietudine che invita a immaginare che cosa succede tra le due immagini mostrate. Esiste un puzzle che abbia solo due tessere? Chiunque direbbe di no, o che, se così fosse, sarebbe un puzzle abbastanza elementare. Nelle fotografie di Loredana De Pace, queste due tessere del puzzle, però, ne offrono anche una terza, invisibile e che rende possibile l’assemblaggio sensoriale, sentimentale, immaginando le mille realtà che separano e uniscono una foto con l’altra. Con le sue fotografie, Loredana De Pace riesce a fermare il tempo nelle immagini e contemporaneamente crea il movimento che le unisce. Nessuna delle sue fotografie esiste senza l’altra, e questo si chiama appunto linguaggio visuale. Ci troviamo di fronte a un’artista che ha creato un linguaggio suggestivo, che a partire dall’apparente immobilismo delle immagini crea un ricchissimo dialogo tra queste e chi le contempla. Mi piace che mi raccontino delle storie e le fotografie della mia amica Loredana riescono piacevolmente nella difficile arte di raccontare attraverso le immagini. Gijón, Gennaio 2012

LUIGI PASETTO
iVision

iVision è un progetto in divenire che nasce dal desiderio di esplorare una cifra stilistica nuova, inusuale.
In un mondo in cui tutto sembra essere già stato fatto, fotografato, visto, in me è forte il bisogno di una forma espressiva diversa dal passato, basata sulla sovrapposizione visiva generatrice di una nuova iconografia soggettiva.
Dalla realtà nasce una immagine che si fa visione.
La ricerca di una nuova espressione stilistica non poteva che essere realizzata con uno strumento di ultima generazione, dalle grandi potenzialità come un iPhone e l’ausilio di Hipstamatic. Uno strumento che ci consente di catturare qualsiasi momento in quanto sempre in nostro possesso, di piccole dimensioni.
Nuovo anche il processo realizzativo, non esiste più la post-produzione ma, come in passato, la pre-produzione in quanto si deve scegliere l’effetto da utilizzare prima dello scatto.
Le immagini realizzate sono il frutto della sola doppia esposizione.

Luigi Pasetto nato a Rho nel 1969, allievo di A. G. Fronzoni presso l'Istituto Statale d'Arte di Monza dove si è diplomato nel 1987. Assistente di Giulio Confalonieri, si è occupato della grafica della rivista d'arte FMR (Franco Maria Ricci). Dal 1993 lavora per il mensile di viaggi Meridiani dove si occupa della ricerca iconografica e della grafica, per il quale ha realizzato reportage fotografici. Giornalista professionista dal 1999.

CALENDARIO APPUNTAMENTI:

[DOMENICA 5 MAGGIO 2013 – “Fotografia in Festival” per l’intera giornata]

ore 11
Inaugurazione FESTIVAL in VILLA
Apertura delle mostre alla presenza degli autori
Buffet inaugurale

dalle ore 14,30 alle ore 18
LETTURA DEI PORTFOLIO
a cura di esperti del settore, elencati a breve nel sit: www.archiviofotografico.org

ore 18
Presentazione del libro: Ecuador: Il piccolo gigante, di Loredana De Pace
ore 18,45
Premiazione concorso Afi – EPSON: L’Italia in uno scatto d’Autore – con proiezione

Per tutta la giornata: Book Shop by HF Distribuzione

Rassegna di Proiezioni fotografiche
“Racconti di Viaggio e di Fotografia”

MARTEDI 7 MAGGIO 2013 ore 21,15

UMBERTO CARLO SOMMARUGA
PROIEZIONI: La Promesa / Cuba, lo que sucede conviene / Namibia / Berlino

Umberto Carlo Sommaruga nasce a Milano nel 1953.
Seguendo la passione del Papà e grazie alla Rolley biottica del Nonno inizia a fotografare prestissimo e senza sosta.
Agli anni ’70 risalgono le stampe in B/N, il perfezionamento della tecnica e la collaborazione con lo stampatore milanese Rodegher. La prima esposizione è milanese, a “La Rinascente”.
Negli anni successivi esplora la diapositiva e il diaporama sonorizzato in multiproiezione, privilegiando foto di viaggio e paesaggio.
Soltanto nel 2006 si accosta al digitale, trovando nuovi stimoli nel fotoreportage. Con il fotografo professionista romano (e amico) Dario de Dominicis parte per un secondo viaggio in terra cubana nel 2008. Un’occasione che non resta unica e che porta a Umberto i primi riconoscimenti di prestigio: negli Usa il Black&White Bronze Award per foto singola (sezione fotogiornalismo), esposizioni e serate di videoproiezione in Italia e nuove pubblicazioni in Usa, in Gran Bretagna e in Italia.
Nel 2010 viene invitato a Trento, nel centrale “Spazio Pretto”, e poi in altri centri trentini, per una corposa esposizione degli scatti cubani in B/N. Sempre nel 2010, a Palazzo Cusani (Milano) espone “Immaginando Milano” sull’evoluzione urbanistica e umana della sua città.
Del 2012 sono i due Excellence Award della rivista statunitense B&W, che gli vengono conferiti per un reportage su “Religione e Penitenza” e per il reportage “Noche de Parrandas”, che viene subito ripreso e pubblicato in primavera anche in Italia, dalla prestigiosa rivista “Gente di Fotografia”.
I riconoscimenti più recenti gli vengono dallo scatto in B/N “Waiting for J.P. II Beatification”, che gli vale due Honorable Mention, sia al Grand Prix internazionale di Novi Sad (Serbia), sia al britannico WPGA Portrait Award e l’ammissione all’esposizione internazionale di dicembre 2012 a Buenos Aires, al Centro Cultural J.L. Borges.
Sulle fotografie digitali, seguendo i propri principi, opera una minima rielaborazione al computer. Gli stessi aggiustamenti che sarebbero richiesti a un tradizionale laboratorio di stampa: contrasto, saturazione, dominante di colore e mascherature ove necessario.

MARTEDI 14 MAGGIO 2013 ore 21,15

CARLA MILONE by Il TUCANO VIAGGI RICERCA
PROIEZIONI: Continenti in Festa
FASIKA: E’ PASQUA (Etiopia) / LE DANZE SEGRETE DEI WAURAS (Amazzonia, Brasile) / NAVRO’Z, IL NUOVO GIORNO DEL NUOVO ANNO (Uzbekistan) / QUANDO GLI DEI SCENDONO A VARANASI (India) / UNA PROCESSIONE ANTICA (Giappone).
Passando di continente in continente, di festa in festa, scopriremo i riti di civiltà poco conosciute e ancora capaci di mantenere profondi legami con il passato e di trasmettere i sentimenti, le passioni e le gioie che la nostra cultura sta lentamente perdendo.
Una vita di viaggi
Grande viaggiatrice, Carla Milone è da sempre alla ricerca degli angoli del mondo che sono riusciti a conservare intatta la propria atmosfera: le sconfinate praterie degli altopiani dell’Asia Centrale, le città addormentate dimenticate dal tempo, i monasteri buddisti delle regioni himalayane, le distese di sabbia o di ghiaccio dei grandi deserti, le civiltà poco conosciute che hanno mantenuto profondi legami con il passato, i piccoli villaggi dove l’incontro con la popolazione locale è ancora un momento magico e suggestivo.
E’ nato così un immenso patrimonio di fotoreportage da lei fatti durante i suoi viaggi in tutto il mondo, alcuni dei quali testimoniano realtà che i mutamenti geo-politici o climatici degli ultimi decenni hanno definitivamente sconvolto o cancellato.
Si è quindi dedicata alla creazione di itinerari di viaggio verso destinazioni insolite o alla riscoperta di mete conosciute, ma da riproporre in modo nuovo.
Da vari anni Carla Milone ha in corso una collaborazione con Il Tucano Viaggi Ricerca di Torino, operatore nel quale ha ritrovato il vero spirito del viaggio, inteso come approfondimento, ricerca dell’autentico, del poco noto, dell’esclusivo.

MARTEDI 21 MAGGIO 2013 ore 21,15

GIULIO DI MEO
PROIEZIONE: Pig Iron: il ferro dei porci
Proiezione, presentazione del libro omonimo.
Durante la serata Di Meo, proiettando altri lavori, parlerà del suo modo di intendere il reportage attraverso una fotografia contraria alla spettacolarizzazione delle immagini, che ci ha assuefatto al dolore e alla miseria e che ha omologato le coscienze. Una fotografia che cerca di raccontare la quotidianità, la voglia di vivere e la forza di lottare che possiedono coloro che vivono in contesti sociali difficili. Una fotografia che cerca di risvegliare la nostra indignazione e, al tempo stesso, restituire dignità a chi vive ai margini di questa stessa società. Una fotografia fatta di lotta, rabbia, indignazione ma anche di amore, passione, speranza. Inoltre, l’autore mostrerà alcuni dei sui lavori: da “Riflessi Cubani”, uno spaccato della vita cubana, a “Tra cielo e terra”, sugli abitanti delle favelas brasiliane di Rio de Janeiro; da “Avenida Dandara”, un’occupazione urbana nella periferia di Belo Horizonte, dove vivono 900 famiglie che rischiano di essere sfrattate a causa della speculazione immobiliare, a “Slowly”, un lavoro sul popolo saharawi costretto a vivere in campi profughi da 30 anni.

Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili. (cit. Bertold Brecht)

CORSI e WORKSHOP

11 MAGGIO 2013 ore 9,30/13 – 14,30/17,30 – sala conferenze – Villa Pomini
Corso di PHOTOSHOP LIGHTROOM
Docente: Luca Cicchello - Adobe Certified Expert in Photoshop Lightroom

Organizzare le cartelle – importazione immagini – impostare le preferenze – cenni sul formato DNG – esportare le immagini visualizzare le immagini – selezione delle immagini – creare una collection – utilizzare le smart collection – utilizzo della funzione stacking – Keywords e Keywords set – i metadata – ricercare le immagini – rinominare le immagini – eseguire il backup del proprio catalogo – fotoritocco rapido: quando è utile – il bilanciamento del bianco - tagliare le immagini – regolazione dell’esposizione – lavorare sulle ombre – luminosità e contrasto – lo strumento Clarity – regolazione del colore – la curva tonale – regolazione di specifici colori – il pannello History – creare il bianco e nero – suddivisioni tonali – creare versioni sperimentali delle immagini – regolazione della nitidezza – riduzione del rumore digitale – riduzione delle aberrazioni cromatiche – controllo della vignettatura – utilizzo dei presets – rimozione di piccole macchie dalle immagini – rimuovere l’effetto occhi rossi – migliorare i cieli con i filtri graduati – utilizzo dello strumento pennello – integrazione con Photoshop.

Costo di partecipazione: euro 90,00
Il corso avrà luogo con l’adesione di almeno 10 partecipanti
Iscrizioni entro il 30 aprile 2013
Contattare: Fabio Preda T. 348 9642260 / e-mail: [email protected]

12 MAGGIO 2013 ore 9,30/13 – 14,30/17,30 – sala conferenze – Villa Pomini
Seminario DIGITAL IMAGING
IL BIANCO E NERO NELLA FOTOGRAFIA DIGITALE: DALLE BASI ALLE TECNICHE AVANZATE
Docente: Marco Olivotto
Il bianco e nero non ha mai smesso di interessare i fotografi, neppure quando la fotografia digitale ha sancito che ogni originale nasce a colori, a differenza di quanto avveniva ai tempi della pellicola. Il problema che si pone a chi voglia realizzare fotografie in bianco e nero è quello di scegliere una strada: ce ne sono diverse e non sempre si capisce subito dove conducono. E, naturalmente, bisogna partire con un risultato in mente e puntare alla sua realizzazione, senza dover "girare le manopole" a caso nel tentativo di raggiungerlo. Questo workshop vuole esaminare tutti i problemi connessi al bianco e nero e le possibili soluzioni, partendo dalle basi e arrivando a toccare tecniche avanzate finalizzate alla perfetta realizzazione delle nostre idee.

Costo di partecipazione: euro 90,00
Il corso avrà luogo con il raggiungimento di 12 partecipanti
Iscrizioni entro il 5 MAGGIO 2013
Contattare: Fabio Preda T. 348 9642260 / e-mail: [email protected]

18 e 19 MAGGIO 2013 ore 10/13 – 14/17,30 – Villa Pomini
Corso RITRATTO: FACCE DA LEGGERE…E DA RACCONTARE,
Condotto da Marina Alessi
Il corso si svolgerà nella forma del seminario esperienziale condotto dalla fotografa Marina Alessi, esperta in ritratti conattivo progetti fotografici, pubblicati da Mondadori, Rizzoli e Vallecchi, dove a essere fotografati, sono, di volta in volta, attori, scrittori, artisti.
Alternando sessioni teoriche a esercitazioni pratiche si renderà ogni singolo partecipante protagonista attivo del seminario stimolando le sue capacità analitiche perché impari a osservare il soggetto da ritrarre e realizzi uno scatto che racconti fedelmente la persona fotografata.
Per raggiungere quest’ obiettivo si partirà dall’esperienza dei partecipanti sul tema attraverso la lettura condivisa dei loro portfolii (10/15 foto) che andranno consegnati 10 giorni prima del corso.

Il corso si concentrerà quindi su diverse aree di apprendimento:
- Scelta e utilizzo di luci, fondali e location, in esterni e in interni, nell’ambito del ritratto d’autore.
- Costruzione dello scatto attraverso la raccolta preliminare d’informazioni sul soggetto e individuazione degli elementi simbolici essenziali da inserire nel ritratto.
- Gestione del soggetto durante lo shooting fotografico e adozione del corretto posizionamento relazionale finalizzato a mettere a proprio agio la persona ritratta.
Il corso è rivolto a chi possiede una buona preparazione fotografica di base e vuole approfondire gli aspetti tecnici, espressivi ed emozionali del ritratto attraverso l’esperienza di una fotografa specializzata in questo particolare ambito della fotografia. Il seminario è a numero chiuso ed è riservato a un massimo di 10 partecipanti . Si terrà nell’arco di due giornate consecutive a Castellanza, sia per la parte teorica sia per quella pratica.