36 Little Good Things
A Cortona On The Move: in mostra la sfida lanciata a 36 fotografi internazionali per raccontare il “bene”.
Comunicato stampa
Il mondo come un grande campo di battaglia. Sembra uno scenario da gioco di ruolo, ma per chi lavora nell'informazione spesso è la realtà quotidiana. Eppure il bene esiste e il progetto 36 Little Good Things, ideato e prodotto dall'agenzia creativa Spacenomore, vuole farlo emergere attraverso la fotografia, l'arte nata per catturare la contemporaneità.
A 36 fotografi internazionali, selezionati dalla curatrice Arianna Rinaldo, tra coloro che più di altri si sono confrontati con temi scomodi come la fotografia di guerra, è stato chiesto di fotografare con 1 rullino da 36 pose, momenti di bellezza, tenerezza, compassione e umanità. Il mezzo analogico, limitando forzatamente le possibilità di scatto, almeno in termini quantitativi, ha posto i fotografi davanti a una scelta e alla selezione dei "36 Little Good Things" a cui dare maggiore risalto.
Di ogni rullino è stata selezionata 1 foto, per un totale di 36 immagini che saranno esposte nella mostra "36 Little Good Things" all'interno del Festival internazionale della Fotografia Cortona On The Move, in programma dal 13 luglio al 1 ottobre 2017. Al termine della mostra, le 36 immagini verranno donate alla onlus 1Caffè e battute all'asta a fini benefici.
I 36 scatti selezionati catturano la quotidianità, ma anche lo straordinario. La fotografa nigeriana Fati Abubakar, ad esempio, ha fotografato le performance dei musicisti dell'Università di Maiduguri che, per la prima volta, dopo 7 anni - a causa degli attacchi terroristici in Nigeria che hanno messo in stallo le attività universitarie - hanno partecipato, di sera, all'assegnazione di un premio. Tanya Habjouqa, vincitrice del World Press Photo 2014, ha fotografato un aereo senza ali, relitto di un mezzo israeliano, che ha rappresentato il sogno di un parco divertimenti per famiglie di due uomini d'affari palestinesi. Rania Matar ha ritratto una persona che conosce da ben 12 anni: Samira (17 anni), nata e cresciuta nel campo profughi palestinese Bourj El Barajneh di Beirut. Jeroen Toirkens ha fotografato la renna di Petri, un Sami che vive vendendo carne di renna in Finlandia, vicino a Inari. Alessandro Penso (vincitore nel 2014 del World Press Photo per il reportage su un campo profughi in Bulgaria) ha dedicato il rullino ai volontari del Baobab Experience che ogni giorno, verso le 19, nei pressi della Stazione Tiburtina, a Roma, portano tende, pasti caldi e aiuto a migranti e rifugiati che vivono per strada. Sheng-Wen Lo ha invece percorso con la sua fidanzata, in bicicletta, 60 km in un giorno a Princebosch, nei Paesi Bassi, per strapparle un sorriso in un momento di depressione. Daniele Ratti ha lasciato la sua macchina fotografica nelle mani del figlio Cesare, per mostrare il mondo dal punto di vista di un bambino di 5 anni. Henrik Duncker ha documentato la sua colazione a base di porridge, ogni mattina, per 36 giorni, realizzando così 36 immagini dalla composizione identica, ma dal contenuto e dai colori differenti. Sarker Protick ha fotografato il mare che rappresenta per lui, nato e vissuto in una grande città, la pace e, di conseguenza, la felicità. Alinka Echeverria si è fatta sedurre dalle ombre, perché da loro «non puoi scappare - spiega - ma puoi farle ballare».
I 36 fotografi coinvolti in 36 Little Good Things: Fati Abubakar, Juan Arredondo, Poulomi Basu, Albert Bonsfills, Alejandro Chaskielberg, Sagar Chhetri, Annalisa Cimmino, Rahul Dhankani, Giulio Di Sturco, Henrik Duncker, Thomas Dworzak, Alinka Echeverria, Ziyah Gafic, Tanya Habjouqa, Yaakov Israel, Dragana Jurišic, Michal Korta, Sheng-Wen Lo, Rania Matar, Rafal Milach, Sol Neelman, Zed Nelson, Franco Pagetti, Alessandro Penso, Pietro Privitera, Sarker Protick, Daniele Ratti, Agnieszka Rayss, Lina Scheynius, Alexey Shlyk, Carlos Spottorno, Wei Leng Tay, Jeroen Toirkens, Gihan Tubbeh, Martin Weber, Reed Young