362 grammi
In questo lavoro a più voci che intreccia linguaggio visivo e testuale la sensazione di “già visto” è un fatto evidente. Molti elementi raffigurati creano disagio.
Comunicato stampa
In poche parole
362 grammi è il peso di questa vita, indossata la mattina come una tuta protettiva prima di uscire di casa a combattere con il mondo e poi riposta in ordine, ben ripiegata, a fine giornata, sul tavolo di casa nostra. Una corazza che blocca forse i contagi ma che non sa evitare all’anima di ammalarsi. Perché possiamo isolarci da tutto, almeno provarci, ma sta di fatto che rimaniamo dentro al mondo, che nel mondo esiste la specie umana e che questa è ormai allo sfascio più completo.
Dopo l’esordio di Roma presso l’Accademia di belle Arti - RUFA, la mostra si sposta a Senigallia, nella città della Fotografia.
La mostra
In questo lavoro a più voci che intreccia linguaggio visivo e testuale la sensazione di “già visto” è un fatto evidente. Molti elementi raffigurati creano disagio, evocano spiacevoli ricordi, mentre un senso di desolazione e abbandono fa pensare che quanto descritto non sia un mondo immaginario ma uno scorcio di nuova normalità.
Che cosa è successo in questi luoghi? Forse c’è stato un terremoto o un’alluvione - o entrambe? - o magari un’esplosione nucleare? Già sappiamo che non è accaduto niente che non potessimo prevedere; poteva andare solo così. Quello che vediamo non è che un aggiornamento visivo del 1984 orwelliano adattato ai moderni fallimenti di questa società. I luoghi sono vuoti, anzi svuotati; un tono grigio fango copre con un velo sottile tutto quello che incontra lo sguardo. Deduciamo che c’è stato un “prima” di certo diverso dall’adesso.
362 grammi è dunque il peso di questa vita, indossata la mattina come una tuta protettiva prima di uscire di casa a combattere con il mondo e poi riposta in ordine, ben ripiegata, a fine giornata, sul tavolo di casa nostra. Una corazza che blocca forse i contagi ma che non sa evitare all’anima di ammalarsi. Perché possiamo isolarci da tutto, almeno provarci, ma sta di fatto che noi rimaniamo dentro al mondo, che nel mondo esiste la specie umana e che questa va a formare un’umanità ormai alla deriva.
Non c’è tessuto che ci possa proteggere dalle storture di una società che ritiene più interessanti le ragioni economiche di quelle sociali, ecologiche, morali, etiche. Una società che ci riversa addosso ogni giorno conseguenze di scelte di cui non siamo diretti responsabili ma (talvolta) ignari collaboratori. No: nulla esiste che possa evitarci una contaminazione con tutto quello che ci circonda, nel bene e nel male.
Eppure in questo scenario monocromo abbiamo ancora una speranza. Possiamo scegliere: goderci poche ore di riposo, aspettando di rimetterci quella tuta da combattimento domani e per ogni altro domani che verrà, oppure possiamo riattivare il pensiero critico scegliendo di alimentare il dubbio - quello su cui si basa la vera scienza - evitando verità preconfezionate, cercando incessantemente altre, migliori risposte.
Questa seconda via è il compito dell’arte e quella che hanno scelto gli autori che dichiarano: “Il segnale arriva dal futuro. Quello che saremo in grado di costruire se comprendiamo fino in fondo ciò che abbiamo vissuto nel passato”.
Gli autori
Massimo Valentini
Nato nel 1964, inizia a fotografare come autodidatta circa 25 anni fà. Predilige la fotografia di architettura e di paesaggio urbano in cui dell’uomo sono presenti spesso esclusivamente i segni.
I suoi scatti ci parlano del rapporto tra l’uomo ed il suo ambiente, senza retorica e senza ricerca di effetti.
Marcello Fiori
Nato a Roma 62 anni fa. Laureato in lettere e filosofia, giornalista pubblicista, dirigente della pubblica amministrazione, sceglie di dedicarsi alla letteratura e alla scrittura esclusivamente come pura passione. Autore di diversi saggi e articoli.
Angelo Di Vico
Nato a Roma nel 1959. Laureato Accademia delle Belle Arti di Roma Pittura, master in Scienze Ambientali. Esprime idee creative attraverso la tecnica digital art manipolando le immagini in un mix pop concettuale minimalista, ironico, mistico.
Crediti: © gli autori