45. Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia
Al centro la regia, tema attorno al quale ruota la storia teatrale a partire dal secolo scorso, per vederne l’evoluzione attraverso nove registe provenienti da Italia, Germania, Francia, Polonia, Olanda, Estonia: tutti volti nuovi che offrono uno spaccato del più aggiornato panorama europeo.
Comunicato stampa
DEBUTTA IL 45. FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL TEATRO
ATTO PRIMO: REGISTA
Debutta martedì 25 luglio (fino al 12 agosto) il 45. Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, secondo il programma ideato dal neo direttore Antonio Latella e intitolato Atto primo: regista.
Al centro la regia, tema attorno al quale ruota la storia teatrale a partire dal secolo scorso, per vederne l’evoluzione attraverso nove registe provenienti da Italia, Germania, Francia, Polonia, Olanda, Estonia: tutti volti nuovi che offrono uno spaccato del più aggiornato panorama europeo. Sono registe per lo più quarantenni, con un percorso artistico accreditato in patria e all’estero, di cui il Festival presenta fino a quattro spettacoli, tutti in prima italiana, come tanti ritratti che tracciano il processo creativo di ognuna di loro.
“Quest'anno – dichiara Antonio Latella - l'accostamento di spettacoli, e quindi la creazione di mini-personali, ha evidenziato che soprattutto nelle registe donne è più facile, anche in un breve tempo, intravedere la nascita, o meglio, l'evoluzione dei linguaggi, e ovviamente questo ci ha stimolato a dare, per questa nostra prima Biennale, per questa nostra apertura di porte su un quadriennio, il passo di entrata alle registe donne. Molte di loro capaci di evolvere con grande naturalezza, ma al contempo con profondo senso critico, l'unione dei linguaggi che fanno da ponte tra il secolo scorso e questo. E' proprio nella concentrazione di una ricerca del linguaggio che, soprattutto nelle registe donne, abbiamo riscontrato un'esigenza, una necessità mai gratuita, mai legata a un bisogno puramente carrieristico o di affermazione, ma da una sincera urgenza creativa”.
Martedì 25 luglio il Festival si apre nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian (ore 15.00), sede della Biennale, con la consegna del Leone d’argento alla regista polacca Maja Kleczewska e del Leone d’oro alla carriera, che per la prima volta è destinato a una scenografa, la tedesca Katrin Brack.
43 anni, da Cracovia, Maja Kleczewska è considerata una delle figure più rilevanti del teatro polacco lungo la linea che da Tadeusz Kantor arriva a Krystian Lupa e Krzysztof Warlikowski (di cui è stata assistente); a sua volta Katrin Brack è una delle grandi firme della scenografia teatrale europea e la sua opera testimonia “come la scenografia non sia soltanto un oggetto artificiale da far abitare agli attori, ma un vero contributo drammaturgico che partecipa attivamente alla scrittura scenica, quanto le parole di un testo” (A. Latella).
Alla premiazione, seguirà una conversazione con Maja Kleczewska e Katrin Brack, primo di un ciclo di incontri con le artiste invitate al Festival condotti da Claudia Cannella, critico di teatro e direttrice della rivista Hystrio.
La sera, al Teatro Piccolo Arsenale (ore 19.30), debutta in prima per l’Italia The Rage, regia di Maja Kleczewska, dall’omonimo testo teatrale di Elfriede Jelinek - premio Nobel per la letteratura nel 2004, ma già nota al pubblico internazionale per La pianista, romanzo e poi film di Michael Haneke, con Isabelle Huppert e Annie Girardot, premiato al Festival di Cannes nel 2001.
La Jelinek comincia a scrivere The rage dopo la strage di Charlie Hebdo a Parigi, traendo ispirazione anche dal testo del sociologo tedesco Klaus Theweleit, The laughter of killers. Sperimentale, antinaturalistico, provocatorio, intriso di critica sociale, costruito sulla parola – frammenti di immagini, riflessioni, aneddoti, lunghi monologhi - più che sull’azione e i personaggi, il teatro della Jelinek artiglia la realtà ed è una sfida per attori e registi.
La rabbia, tema dell’opera, diventa nella regia di Maja Kleczweska, alla sua quarta messinscena di un testo della Jelinek dopo Shadows (Eurydice speaks), Babel e Winter Journe, uno spettacolo ad alta intensità, in cui i generi si fondono in un teatro sperimentale e politico al tempo stesso. Avvalendosi della collaborazione di Łukasz Chotkowski, che ha curato la drammaturgia sotto la supervisione della Jelinek stessa, e dello scenografo e artista Zbigniew Libera, Maja Kleczweska ha immaginato un gruppo di attivisti che prende il controllo del teatro e lo trasforma in uno studio televisivo dove, tra programmi e notizie realmente attinte dai media, si svolgono gli scontri tra vittime e carnefici, tutti travolti da una rabbia accecante.
“La rabbia – afferma la regista - è la rabbia dei terroristi, ma è anche la rabbia degli impotenti, quella dei politici di destra, quella degli eroi antichi e persino la nostra, un sentimento che si dissolve in una comune, immensa, emozione. La rabbia, a tutti i suoi livelli, è indagata come un fenomeno potente, creativo e distruttivo insieme… Il testo è anche un requiem per l’Europa, per questo continente tragico, indifferente, impotente e vuoto. E questo vuoto si riempie di rabbia”.
Laureata in regia alla scuola del Teatro Nazionale di Cracovia, Maja Kleczweska ha lavorato in molti teatri, come il Teatro Nazionale di Varsavia, il Teatro Polacco di Bydgoszc, il DeutschesSchauSpiel Haus di Amburgo. Fra i suoi ultimi lavori: Rats, dal testo di Gerhart Hauptmann, Painted bird, dal racconto di Jerzy Kosinski, Dybuk di Anski e The Rage di Elfriede Jelinek.
Dopo il debutto di martedì 25 luglio, The Rage è in replica mercoledì 26 luglio, sempre al Teatro Piccolo Arsenale (ore 17.00)
UNA FOTO DELLO SPETTACOLO “THE RAGE” REGIA MAJA KLECZEWSKA