5 di cinque
“5 di cinque”, vale a dire 5 proposte per 5 artisti emergenti, tutti nati poco prima o poco dopo il 1989, anno di pubblicazione del celebre Due di Due, il romanzo di formazione di Andrea De Carlo da cui il titolo ha preso spunto.
Comunicato stampa
Un nuovo anno fa capolino e la Galleria Moitre decide di aprire la stagione 2012 con un’esposizione proiettata verso il futuro.
“5 di cinque”, vale a dire 5 proposte per 5 artisti emergenti, tutti nati poco prima o poco dopo il 1989, anno di pubblicazione del celebre Due di Due, il romanzo di formazione di Andrea De Carlo da cui il titolo ha preso spunto.
Cinque artisti che usano mezzi diversi ma che sono accomunati dalla meticolosità con la quale stanno sviluppando la riflessione attorno l’immagine, ripercorrendo le strade consuete dell’arte per poi avventurarsi in percorsi del tutto nuovi.
La riflessione sulla percezione multisensoriale è al centro del progetto del duo “Mdv, studio sulla liquidità e la presenza”, formato da Raffaella Ferrari (Ferrara, 1988) e Nicola Galli (Ferrara, 1990): le due installazioni create appositamente per l'evento portano infatti l'osservatore ad essere direttamente coinvolto nel concetto alla base del lavoro, attraverso un'esperienza attiva che si rivela anche un’efficace strumento di riflessione.
Uno studio del presente e del futuro non può non tenere conto del manifestarsi dell'immagine sullo schermo attraverso lo strumento del video. Parti dell’esperienza quotidiana di ciascuno attraverso la televisione, le immagini video presentate in un’altra prospettiva costringono lo spettatore a ripensare il comune modo di percepire i messaggi da esse contenuti e il mondo che rappresentano. Per questo sono stati invitati Alessandro Bertelle (Moncalieri, 1989) e Pietro Daviddi (Firenze, 1990), due giovanissimi videoartisti che mostreranno due lavori anch'essi creati per quest’occasione.
La fotografia, da sempre al centro del ragionamento sull'immagine e sulla sua riproducibilità, è qui presente attraverso i lavori di Chiara Gini (Vinci, 1991). La Gini lavora da diversi anni con il mezzo fotografico, del quale sta affinando il controllo proponendosi di esprimerne l’ampia gamma di potenzialità. In mostra vi sono nove scatti, tratti da diversi progetti e frutto delle meditazioni che portano l'artista toscana ad una sempre maggiore concentrazione sul soggetto, sulla sua trasposizione, e sul cambiamento concettuale che vi è dietro.
Cinque ricerche affini per la loro natura sperimentale , che la galleria vuole proporre come una riflessione sul futuro che ci attende.
La mostra è stata curata da Alessio Moitre, Viola Invernizzi e Ilaria Passaro