55. Biennale – Padiglione arabo-siriano
Con l’affermazione che l’arte è una ‘cara amica’ il Padiglione della Repubblica Araba Siriana raccoglie quest’ anno una distinta testimonianza di artisti siriani, italiani e di altri paesi, accomunati dalla esigenza di confronto e apertura conoscitiva tra campi spirituali che guardano al mondo mediterraneo al di là dei rispettivi indirizzi politici, culturali e religiosi.
Comunicato stampa
Con l’affermazione che l’arte è una ‘cara amica’ il Padiglione della Repubblica Araba Siriana raccoglie
quest’ anno una distinta testimonianza di artisti siriani, italiani e di altri paesi, accomunati dalla esigenza
di confronto e apertura conoscitiva tra campi spirituali che guardano al mondo mediterraneo al di là dei
rispettivi indirizzi politici, culturali e religiosi. Il campo dell’ arte, il regno vitale delle forme è sempre stato
un punto di incontro e scambio di civiltà: e lo è tanto più oggi, nel multiforme universo della comunicazione
telematica, dove confluiscono esperienze diverse, e sollecitano ‘amicizia’ in alternativa alle tensioni e ai
conflitti di ogni tipo.
In questa 55. Esposizione Internazionale d’Arte il termine ‘cara amica Arte’ vuol essere segno di mano
tesa ed offre una piattaforma espressiva capace di tenere assieme ed affratellare. Di fronte ad un tempo
gravido di tensioni, tanto complesse e difficili da conciliare, c’è oggi più bisogno di tenere alta la missione
pacifica dell’arte: e per testimoniare questa esigenza la mostra curata da Duccio Trombadori è stata pensate
ed allestita dal Commissario del Padiglione con la collaborazione di tutti gli artisti partecipanti. In uno
spazio aperto più mentale che fisico, la presenza di diciassette artisti vuol essere lo stimolo per confronti
sempre più estesi, sottolineando ancora che ‘l’arte non è cosa nostra’, come dettava la formula che aprì
nel 2011 il Padiglione Italia, poiché il suo valore consiste nel più variegato spazio della cibertà espressiva.
In sintomatica continuità con questa premessa ‘Cara Amica Arte’ delinea il profilo di una creatività
culturalmente policentrica: dalla ‘pop-fiction’ di Lidia Bachis e le visioni lunari di Dario Arcidiacono, al
verismo ossessivo di Giulio Durini; dal caleidoscopio ‘zen’ di Felipe Cardena, ai polittici metropolitani di
Massimiliano Allioto; dalla immaginazione costruttiva di Roberto Paolini, all’enfatico ‘mondo di plastica’ di
Craking Art; dal poliedrico talento di Camilla Ancilotto agli alberi architettonici di Lucio Micheletti, fino
ai mondi paralleli di Hannu Palosuo; dalla lezione metafisica di Giorgio De Chirico a maestri della ricerca
PADIGLIONE DELLA REPUBBLICA ARABA SIRIANA
55. ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D’ARTE DELLA BIENNALE DI VENEZIA
CARA AMICA ARTE
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contemporanea come Sergio Lombardo e virtuosi come Concetto Pozzati. Alla polifonia senza frontiere
così concepita si associa anche un eccellente concerto stilistico di artisti siriani: ecco allora la luce filtrata
dagli arabeschi di Moffak Makhowl, le sperimentazioni visive di Gorge Miro, il microcosmo pittorico
di Shaffik Echtal e le fantasiose proiezioni di Nabil Al Samman. In tempi di tumultuosi cambiamenti
e crisi, che mettono a dura prova popoli e continenti, tocca agli artisti anticipare la speranza di ‘nuovi
incontri umani’, col mettere in sintonia le più diverse espressività su un palcoscenico internazionale dove
le differenze si armonizzano e convivono anziché diventare motivo di irrigidito orgoglio nazionale.