55. Biennale – Padiglione internet
In occasione della 55a Biennale Internazionale d’Arti Visive di Venezia, Associazione E e AmC Collezione Coppola sono lieti di presentare The Unconnected – III Padiglione Internet, un progetto di Miltos Manetas a cura di Francesco Urbano Ragazzi.
Comunicato stampa
In occasione della 55a Biennale Internazionale d'Arti Visive di Venezia, Associazione E e AmC Collezione Coppola sono lieti di presentare The Unconnected - III Padiglione Internet, un progetto di Miltos Manetas a cura di Francesco Urbano Ragazzi.
Dopo aver navigato assieme a ThePirateBay.org nel 2009 e aver conquistato l'isola di S. Servolo in una sera del 2011, per la sua terza edizione il Padiglione Internet trova sede nell'antico Oratorio di San Ludovico, una chiesa ancora consacrata del XVI secolo.
Sulle nude pareti della piccola cappella, Miltos Manetas interviene realizzando un ciclo di oli su tela ispirato alla pittura devozionale del Rinascimento veneziano. Tuttavia, se Vittore Carpaccio - ad esempio - glorificava nella Scuola di San Giorgio le gesta del santo cavaliere che uccise il drago, l'artista greco sceglie tutt'altro genere di patroni per la sua chiesa. Santi protettori del Padiglione Internet sono infatti gli Unconnected: quelle persone cioè che vivono ancora senza alcun account email o di social network, miracolosamente immuni dalla dipendenza dalla rete.
In un'epoca come la nostra, in cui il confine tra reale e virtuale è crollato, i disconnessi digitali sembrano proprio dei monaci o dei santoni che - volontariamente o meno - si distaccano dal mondo attraverso una pratica ascetica, liberandosi dal flusso caotico di immagini e informazioni. Ad illustrare loro com'è la vita ai tempi degli smartphones, tra vizi 2.0 e paradisi multimediali, ecco i dipinti "formato Tintoretto" di Miltos Manetas, i quali ritraggono i comportamenti e le posture di chi entra in contatto col web. Sguardi di meraviglia fissi sui piccoli schermi dei cellulari o espressioni pensose riprese dalle webcam dei PC animano tele di diverse dimensioni che, allestite in un luogo sacro, ricordano dei polittici o delle pale d'altare tanto quanto delle finestre aperte sul desktop di un computer.
Sapere chi sono veramente gli Unconnected non è facile. Proprio per questo la potenza della rete è stata messa alla prova. Una campagna di reclutamento è stata lanciata su Facebook nei due mesi precedenti all'apertura della Biennale. Agli utenti del social network è stato chiesto se conoscessero persone non connesse e di segnalare i loro nomi e cognomi allo staff del Padiglione Internet.
In poco tempo si è formato un rosario di identità dai profili più disparati: dai genitori di blogger molto noti a celeberrimi cantanti e showmen. Tra gli Unconnected ci sono ad esempio Luigi Ontani ed Enzo Cucchi, due tra gli artisti italiani più conosciuti nel mondo, oppure Donald Knuth, informatico e professore emerito alla Stanford University che a un certo punto della vita ha scelto di rinnegare internet.
La lista è ovviamente ancora incompleta. Per evocare all'interno del padiglione lo spirito degli Unconnected, alcune presenze agiranno nello spazio espositivo nel giorno dell'opening e nei mesi a venire. In particolare l'esperta di danza bharatanatyam Marianna Biadene e l'ingegnere informatico specializzato in interfacce neuronali Pasquale Fedele. L'incontro di frontiera tra danza contemporanea, rito e brain control, sotto il segno della pittura, darà vita ad un momento lirico, unico e irripetibile, che allontanerà lo spettatore dalla bulimia espositiva tipica della Biennale per consegnarlo a una dimensione contemplativa di pace interiore.
I multiformi risultati del III Padiglione Internet sono raccolti nel catalogo della mostra. La pubblicazione è un numero speciale di Solo, la rivista monografica prodotta da AcM Collezione Coppola: un elemento prezioso per decifrare la storia e i simboli di questo Padiglione Internet 2013.