55. Biennale – Padiglione ivoriano

  • SPIAZZI

Informazioni Evento

Luogo
SPIAZZI
Castello 3865, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
31/05/2013

ore 11.30 su invito

Contatti
Email: pressoffice@artecommunications.com
Artisti
Frédèric Bruly Bouabré, Tamsir Dia, Jems Robert Koko Bi, Franck Fanny
Curatori
Yacouba Konaté
Uffici stampa
ARTE COMMUNICATIONS
Generi
arte contemporanea, collettiva

Il Governo della Costa d’Avorio, tramite il Ministero della Cultura e della Francofonia, partecipa alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia, una prima assoluta non solo per la Costa d’Avorio, bensì per tutti i paesi dell’Africa occidentale. Anche la Nigeria è alla sua prima partecipazione.

Comunicato stampa

Padiglione della Costa d’Avorio
alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte - la Biennale di Venezia

Prima partecipazione ufficiale

Titolo della mostra: Tracce e segni
Artisti partecipanti: Frédéric Bruly Bouabré, Tamsir Dia, Jems Robert Koko Bi, Franck Fanny
Commissario: Paolo De Grandis
Curatore: Yacouba Konaté
Coordinatore a Venezia: Carlotta Scarpa, PDG Arte Communications
Coordinatore in Costa d’Avorio: Yacouba Konaté
Sede: Spiazzi, Arsenale, Castello 3865, 30122 Venezia

Il Governo della Costa d’Avorio, tramite il Ministero della Cultura e della Francofonia, partecipa alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte - la Biennale di Venezia, una prima assoluta non solo per la Costa d’Avorio, bensì per tutti i paesi dell’Africa occidentale. Anche la Nigeria è alla sua prima partecipazione.
Gli appassionati di arte primitiva riconoscono alla Costa d’Avorio il carattere di una terra di maschere e statue. Il paese, infatti, ha almeno cinque scuole e stili di sculture tradizionali, tra cui le emblematiche maschere Dan, Guéré, Sénoufo, Baoulé e Gouro, che hanno ispirato vari inventori dell’arte moderna occidentale. Per contro, la creazione plastica contemporanea ivoriana è ancora poco nota. In un momento in cui la Costa d’Avorio si affranca da oltre un decennio di crisi (1999-2011), il padiglione ivoriano intende far conoscere meglio il talento e la genialità degli artisti del paese, sottolineando che la creatività e i valori culturali sono destinati a rivestire una rilevanza crescente nella vita nazionale.

Sotto il titolo generale Tracce e segni, il Padiglione della Costa d’Avorio esporrà le opere di quattro artisti:
- Frédéric Bruly Bouabré;
- Tamsir Dia, pittore;
- Jems Koko Bi, scultore;
- Franck Fanny, fotografo.

1. Inventore di un personale alfabeto, fondatore di una propria religione, scrittore, Frédéric Bruly Bouabré è un cacciatore di segni: segni della natura sugli uomini, tracce dell’uomo sulla natura. Attraverso i suoi piccoli disegni, realizzati con una scrittura scarna, senza belletti, reinterpreta il mondo e illustra la sua visione frammentata delle cose, la visione di un uomo nato nel 1921 che, non volendo restare nell’anonimato, si è dotato dei mezzi necessari per iscrivere il proprio nome nella storia dell’arte contemporanea africana.

2. Tamsir Dia è anch’egli un esploratore di tracce. Nato nel 1952, questo docente di arti plastiche si è reso conto che quando un uomo non pratico del mestiere ritinteggia la propria casa, non prepara le pareti, ma si limita a stendere il nuovo strato di pittura sul vecchio. La sua pittura vuole proporsi come la metamorfosi plastica di tale sedimentazione di strati che, come placche sismiche, si muovono e si spingono reciprocamente lasciando intravedere tensioni, rotture, tracce di vita, ricorsi, frammenti della memoria dei luoghi. Il tono generale ocra dei suoi quadri simboleggia l’atmosfera lateritica presente ovunque lungo le strade e nei paesaggi dell’Africa subsahariana.

3. Scultore nato nel 1966, Jems Robert Koko Bi, è una figura nascente dell’arte contemporanea ivoriana. Già studente dell’Istituto Nazionale Superiore di Arti e Azioni Culturali (INSAAC) ad Abidjan e dell’Accademia delle Arti di Düsseldorf, questo habitué della Biennale di Dakar e vari altri appuntamenti internazionali, eccelle nell’intaglio del legno bruciato, il suo materiale preferito con il quale realizza forme di volta in volta figurative, astratte e concettuali. Le opere che presenta a Venezia affrontano il tema della lotta per il potere (si veda Installation de chaises) da un lato e della fuga dei cervelli (si veda Convoi royal) dall’altro.

4. Ha un modo personale di assorbire e distribuire la grana della pelle femminile e lo stridio di alcuni sguardi maschili, un modo sottile di catturare la crudezza e il realismo delle situazioni. Senza pietismo, idealismo o crudeltà, le fotografie di Franck Fanny sviluppano un naturalismo pittorico che trancia le scene sociali come fette dalle quali cola il succo della vita. Nelle sue immagini, i luoghi di vita dei nottambuli si depositano come gioielli con cristalli allucinanti.

Una memoria che archivia non fa rumore. I fatti non incidono la memoria come un disco, modificando invece le nostre vite con tracce e segni che rimandano ad avvenimenti felici o dolorosi con i quali dobbiamo imparare a convivere, ogni giorno.

Yacouba Konaté
Curatore