55. Biennale – Padiglione keniano

Informazioni Evento

Luogo
CASERMA CORNOLDI
Riva degli Schiavoni Castello 4142 Venezia, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a domenica dalle 11,00 alle 18,00 - chiuso lunedì
(apertura straordinaria lunedì 3 giugno e lunedì 18 novembre)

Vernissage
30/05/2013

ore 18.30
Prima partenza barca alle 17.30 da Cornoldi verso San Servolo, andata e ritorno per tutto il pomeriggio.

Editori
CHRISTIAN MARETTI
Artisti
Kivuthi Mbuno, César Meneghetti, Li Wei, Feng Zhengjie, Lu Peng, Chen Wenling, Armando Tanzini, Chrispus Wangombe Wachira, Fan Bo, Luo Ling & Liu Ke, He Weiming
Curatori
Sandro Orlandi, Paola Poponi
Uffici stampa
MABACOMUNICA
Generi
arte contemporanea, collettiva

Dalla terra ferma (Caserma Cornoldi) all’isola (quella di San Servolo) e vice versa, l’ensemble degli artisti dal Padiglione keniota condivideranno in mostra uno spazio comune (l’inaugurazione sarà mobile congiungendo le sedi divise da un braccio di mare) per dimostrare come proprio nell’ingannevole paradosso del movimento, del balzo, dello slancio, della traversata, risieda la stasi dell’introspezione più sincera e fruttuosa di chi ora comprende molte cose.

Comunicato stampa

L’incanto della riflessione in uno scenario naturale di sensibilità primaria? o la chiarezza riflessiva a dispetto
dell’estetica globalizzata? suggerimento di una nuova e affascinante sensibilizzazione dell’orizzonte
creativo? Il segreto del non detto e del non decifrabile si può svelare nell’immediatezza della percezione
sensoriale e intuitiva. Si può detenere il diritto tout court di “attribuzione del valore su ciò che un valore
non ha”. Riconosciamo tali forze, tali pulsioni e la possibilità di tali esperienze.
Per l’Africa, punto centrale in pieno collegamento con l’universo, in questa Biennale enciclopedica nel suo
palazzo senza confini, il Commissario di uno Stato africano in sinergico accordo con il suo curatore incaricato,
Sandro Orlandi, abbraccia l’idea di dimostrare come l’elemento Natura, sia essa umana o paesaggistica,
anima o mente, terra o spirito, diventi lo strumento di accesso più immediato a nostra disposizione per
raggiungere in totale armonia l’essenza delle cose (e degli umani) a cui approdiamo e con cui ci confrontiamo.
La natura che riflette (il mondo?) o il riflettersi (del mondo?) in essa, stimolano in crescendo e con
costante tenacia le nostre fibre intuitive (quasi a paragone di un esercizio ginnico quotidiano) lasciando intravedere
uno spiraglio di bien-être tra le fatiche dell’arte, che sempre più oggigiorno dimentica e scavalca.
Una via d’uscita? Forse…, e comunque un tentativo…; il tentativo di un orizzonte diverso.
Dalla terra ferma (Caserma Cornoldi) all’isola (quella di San Servolo) e vice versa, l’ensemble degli artisti
dal Padiglione keniota condivideranno in mostra uno spazio comune (l’inaugurazione sarà mobile congiungendo
le sedi divise da un braccio di mare) per dimostrare come proprio nell’ingannevole paradosso del
movimento, del balzo, dello slancio, della traversata, risieda la stasi dell’introspezione più sincera e fruttuosa
di chi ora comprende molte cose. Il punto di partenza è per tutti minimo comun denominatore: il soggetto
Nature. Dall’approdo al confronto, dunque, nuovamente: la terra Africa vista e toccata per mano dei
suoi rappresentanti con splendide sfumature e perfette idiosincrasie che arrivano a delinearne l’incontro
per eccellenza; il fiorire (rose, soprattutto!) di contemporaneità senza precedenti, come un campo pieno
di colori che abbagliano lo sguardo intorpidito dal languore di un prato o dalla sottile ironia del presente
nelle performance orientali; e l’umana Natura di cui qui viene scardinata la percezione come ALTRA dalla
norma, scoprendo, attraverso l’opera di un abitante nomade di origine italo-brasiliana, l’opportunità di abbattimento
del pregiudizio e di spostamento del borderline tra ciò che è “barbarico” e non, tra l’ordinario
e lo straordinario.
PADIGLIONE DELLA REPUBBLICA DEL KENYA
55. ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D’ARTE, LA BIENNALE DI VENEZIA
REFLECTIVE NATURE #
A NEW PRIMARY ENCHANTING SENSITIVITY
Un “ordinario” che diventa straordinario anche nelle rappresentazioni scultoree di incredibile effetto scenico-
catartico di quell’Arnaldo Tanzini (Premio Unesco nel 2000 per la “Fondazione Do not Forget Africa”)
che, non – nero, non africano, non – antropologo, rappresenta da tempo “il miglior punto di vista possibile”
su questo continente. La fedeltà agli istinti per Chrispus Wangombe Wachira e l’energia vitale con Kivuthi
Mbuno affermano poi, in sintonia l’uno all’altro, quell’unicità dell’esperienza che anche nel Sol Levante
si esprime e (ri)trova una propria vitalità. Il grigiore compositivo di He Weiming permette così all’uomo
di “scalare” altissime montagne e “tuffarsi” in rigogliosi cespugli, le composizioni floreali di Feng Zhengjie
gettano a ponte una liaison interpretativa tra la vita e la morte, il fermento lineare e progressivo delle grandi
tele di Lu Peng si intreccia in complesse composizioni atemporali e nel momento in cui, le impossibili
costruzioni fotografiche di Li Wei riflettono l’inquietudine giovanile di un evironment sociale chiuso in se
stesso, Chen Wenling ne esorcizza il peso e la potenza esaltando il ruolo primario della filosofia cinese
nell’aumentare l’intima sicurezza spirituale di e in ciascuno di noi. Una certezza, questa, che gli artisti
Luo Ling e Liu Ke riuniscono in un originale duo creativo, nel mentre che Fan Bo si impegna a riportarci
bruscamente a quella dimensione più umana ed intima che ci costringe puntualmente a puntare (gioco di
parole) con fissità l’orizzonte.
“Reflective Nature” propone di aprire lo sguardo su una rivoluzione in atto.